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Alessandro Tich
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Storia di ordinaria follia
Tragedia sfiorata a Sant'Anna di Rosà: un 27enne ucraino minaccia di darsi fuoco e di far esplodere la casa dove abita la sua ex convivente moldava. Dopo tre ore i carabinieri lo fanno desistere dal folle intento e poi lo arrestano
Pubblicato il 24-09-2014
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Ha minacciato di darsi fuoco e di far esplodere la casa dove alloggia la sua ex convivente, pretendendo la restituzione di 40mila euro che avrebbe speso durante la sua relazione con la donna.
Protagonista dell'insano gesto, che poteva sfociare in tragedia, un cittadino ucraino di 27 anni, C.B. le sue iniziali, che questa mattina attorno alle 8 è entrato nel giardino dell'abitazione dove la ex amante abita assieme all'attuale convivente italiano, in via Ariosto 19 a Sant'Anna di Rosà, col dichiarato intento di reclamare il debito sotto la minaccia di appiccare il fuoco e provocare un'esplosione. In quel momento, all'interno della casa, si trovavano cinque persone: la ex convivente, una moldava quarantenne; tre bambini, figli della donna avuti da una precedente relazione e l'anziano padre dell'attuale convivente di lei, a cui l'immigrata presta servizio come badante.
Il 27enne è stato scoperto dal convivente italiano della moldava, e proprietario dell'abitazione, che rientrando a casa lo ha notato in giardino mentre era in procinto di mettere in atto il suo folle piano. L'ucraino gli ha spruzzato addosso dello spray urticante e si è quindi rifugiato dentro un recinto all'interno del cortile dove è collocato un serbatoio Gpl da 1000 litri, vicino al quale aveva già depositato della legna e degli stracci e indumenti imbevuti di benzina.

Sono subito accorsi i carabinieri dell'aliquota radiomobile di Bassano e della stazione di Rosà, allertati al 112 dalla donna. Alla vista dei militari, C.B. si è barricato nel recinto mettendosi in mezzo al serbatoio Gpl e a una bombola domestica di gas da 25 kg e, da una tanica, si è cosparso di benzina.
Ha quindi continuato le minacce, mentre i militari lo invitavano alla calma, e ha aperto la valvola del serbatoio da 1000 litri pronto ad azionare l'accendino e a darsi fuoco. Ma forse perché era solo una simulazione o forse perché non ha funzionato, l'accendino non si è acceso. Nel frattempo l'abitazione era già stata evacuata e i residenti messi in sicurezza, come pure l'area di via Ariosto presidiata anche da due autobotti dei Vigili del Fuoco.
Per la delicatezza della situazione, dal Comando provinciale di Vicenza è stato disposto l'invio di un “carabiniere negoziatore”, figura specializzata nelle trattative con i casi umani difficili, che arrivando però da Verona non era ancora giunto in tempo utile a destinazione.
E' toccato quindi al capitano Mario Rocco, comandante della Compagnia CC di Bassano, e ai militari del Radiomobile negoziare con l'aspirante suicida e piromane, che intanto aveva anche gettato la bombola di gas da 25 chili contro l'auto del rivale in amore, danneggiando il parabrezza.
L'immigrato - che ha risieduto in passato nel Trevigiano, ma attualmente è senza fissa dimora - ha ripetuto di voler parlare con la donna, per avere indietro i soldi che sostiene di aver speso mentre stavano assieme: forse prestati o forse spesi per i figli di lei, non è ancora chiaro.
Attorno alle 11, dopo circa tre ore di grande tensione, i militari sono riusciti finalmente a tranquillizzare l'uomo e a convincerlo ad uscire dal recinto, a consegnare i due accendini che aveva con sé e a desistere dal suo intento. Come appurato in seguito, C.B. continuava a tempestare di telefonate l'ex convivente, decidendo oggi di passare alle vie di fatto.
L'ucraino è stato accompagnato nella caserma dei Carabinieri di via Emiliani per gli accertamenti del caso. Avendo cercato di attentare all'incolumità altrui, oltre che di sé stesso, si trova ora in stato di arresto: la misura cautelare gli è stata notificata nel tardo pomeriggio di oggi.
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