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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
L’Uomo, la Talpa e la Virtù
Terza età e benessere: la traiettoria di invecchiamento di successo. Incontro col prof. Antonio Paoli, docente di Scienze dell’Esercizio e dello Sport all’Università di Padova, il 22 marzo al Vivaldi di San Giuseppe per parlare dell’argomento
Pubblicato il 04-03-2023
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“È chiaro che non possiamo imitare quello che fa un animale che si chiama Heterocephalus Glabrus, che è la talpa nuda, che è un animaletto molto particolare. Un roditore che ha una caratteristica speciale: intanto vive tantissimo di più rispetto agli altri roditori e poi, praticamente, non invecchia. Cioè vive e a un certo punto muore. Sano, muore. Tutti studiano come mai questo animale, che è bruttissimo da vedere tra l’altro, abbia queste caratteristiche.”
Non è il testo di un documentario di Discovery Channel.
È quanto mi dice il prof. Antonio Paoli, professore ordinario di Scienze dell’Esercizio e dello Sport presso il Dipartimento di Scienze Biomediche presso l’Università di Padova, di cui è anche il prorettore per il Benessere e lo Sport.

Il prof. Antonio Paoli al rettorato dell’Università di Padova nel Palazzo del Bo (foto Alessandro Tich)
Lo incontro nella sede del rettorato dell’Università patavina al Palazzo del Bo per parlare di un tema che riguarda tutti, in chiave di attualità per chi ha già raggiunto una certa età e in prospettiva per chi invece è ancora giovane ma non lo sarà più fra qualche decennio: come invecchiare mantenendo il benessere fisico ovvero, come spiega il professore, come perseguire un “invecchiamento di successo”.
Il curriculum del prof. Paoli è sterminato.
Ridotto ai minimi termini: laureato in Medicina e Chirurgia a Padova e specializzato in Medicina dello Sport a Pavia, ricercatore universitario e successivamente professore associato e professore ordinario. Dal 2017 è presidente del Corso di Laurea Triennale in Scienze Motorie e dal 2020 anche del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva dell’Università di Padova. È membro del collegio di dottorato in Brain, Mind and Computer Sciences, cattedratico straordinario in Spagna e in Russia, autore di libri e di più di 200 articoli su riviste scientifiche internazionali.
Dirige il Laboratorio di Nutrizione e Fisiologia dell’Esercizio presso il Dipartimento patavino di Scienze Biomediche, fa parte dell’editorial board di diverse riviste internazionali, è stato presidente della SISMES (Società Italiana delle Scienze Motorie e Sportive) e dal 2017 ricopre la carica di presidente dell’ESNS (European Sport Nutrition Society).
A questo punto vi sarà sorta spontanea la domanda: ma che c’azzecca il professore con il territorio bassanese, primaria area di competenza degli articoli di attualità di Bassanonet?
È presto detto, egregi lettori: il prossimo 22 marzo alle ore 20.30, all’Auditorium Vivaldi di San Giuseppe di Cassola, il prof. Antonio Paoli sarà la guest star, in veste di relatore, dell’incontro aperto al pubblico “Longevity - Cosa dicono le ultime ricerche scientifiche e come possiamo metterle in pratica nel quotidiano”, organizzato da Move Up S.S.D.aR.L., patrocinato dal Comune di Cassola e con il longevity trainer Adrian Sgarabottolo nel ruolo di co-relatore.
Ovvero: tutto quello che avreste voluto sapere sull’invecchiamento attivo e non avete mai osato chiedere.
Questa storia dell’Heterocephalus Glabrus mi colpisce davvero.
Incuriosito dalle informazioni ricevute, cerco le immagini della “talpa nuda” su Google.
È veramente brutta, poverina. Un roseo mostriciattolo. Ma in quanto a capacità di mantenersi giovane e a immunità alle malattie, ci dà la birra a ettolitri.
Ma noi, che siamo invece dei rosei (e non solo) esseri umani, cosa possiamo fare per restare in forma quando arrivano le rughe sulla pelle?
“L’obiettivo è di arrivare non proprio come questa talpa nuda, ma il più avanti possibile nell’età riducendo le patologie, le disabilità e quindi restando attivi - afferma il prof. Paoli -. Possiamo ricondurre l’invecchiamento a una traiettoria. La traiettoria può descrivere diverse linee, che conducono tutte al destino finale, però il come viene descritta questa traiettoria dipende da quello che noi facciamo.”
“Questo dipende in parte dalla genetica, e ciò dipende ovviamente dai genitori - continua -. Tra l’altro negli ultimi anni si è scoperto che in parte la genetica non è così definitiva. Noi possiamo intervenire - anche se qualcuno questo lo spinge un po’ al limite, dicendo cose anche non corrette - con l’epigenetica. Quindi è possibile attivare o silenziare alcuni geni e quindi anche alcuni fattori di rischio che sono geneticamente predeterminati.”
“Negli ultimi anni si parla proprio di “traiettoria di invecchiamento di successo” - prosegue il docente -. Vuol dire un invecchiamento che non è solamente libero da patologie gravi e invalidanti, ma anche un invecchiamento attivo. “Attivo” significa essere in grado di provvedere a sé stessi, ma essere in grado anche di fare attività fisica, di avere una vita sociale. Questo ha ovviamente una dimensione di tipo fisico quindi capacità di muoversi, fare le scale, fare attività fisica, sollevare carichi eccetera, ma ha anche un aspetto mentale, cognitivo. Quindi mantenere un cervello attivo, in funzione. E queste due cose che apparentemente sono slegate, in realtà sono intimamente interconnesse. Non molti lo sanno, ma quello che noi facciamo con il nostro corpo influenza poi il cervello. Quando noi facciamo attività fisica, ad esempio, e dipende anche dal tipo di attività fisica, la contrazione muscolare produce delle molecole che vanno ad agire a livello cerebrale aumentando la memoria e migliorando l’umore.”
“Quindi - specifica il prof. Paoli - la nuova teoria dell’invecchiamento di successo, tra l’altro finanziata anche dal PNRR con una linea di ricerca specifica che si chiama “Traiettorie di invecchiamento di successo”, punta a come cercare di ritardare il più possibile i danni, ahimè inevitabili, dell’invecchiamento.”
E allora per un invecchiamento di successo, dal punto di vista fisico, va benissimo salire e scendere le scale, andare a fare la spesa a piedi eccetera. Ma si può fare qualcosa di più?
“Sicuramente è importante mantenersi attivi nelle attività quotidiane. Questa è la base - conferma il professore -. Ma per fare questo e per migliorare anche la condizione si può e si deve anche allenarsi. Consideriamo il fatto che i sessantenni di oggi non sono i sessantenni di cinquant’anni fa e non saranno neanche i sessantenni che probabilmente verranno fra trent’anni. Mentre un secolo fa un sessantenne era vecchio, adesso un sessantenne è nel pieno dell’attività, delle sue possibilità anche economiche, dell’attività fisica. Il mantenersi in esercizio una volta non era considerato anche perché pensiamo che fino a un secolo fa la maggior parte della popolazione aveva di fatto un lavoro manuale-fisico. È con la transizione tecnologica che siamo diventati sedentari. Mia mamma andava sempre a piedi, adesso tutti abbiamo l’automobile e ci si muove molto meno. Quindi diventa fondamentale allenarsi, oltre all’alimentazione che è un altro capitolo, perché il nostro organismo ha bisogno di essere tenuto in movimento. Il nostro organismo è una macchina che si rovina stando ferma e bisogna tenerla continuamente in moto.”
“Per fare questo ci sono tanti sistemi di allenamento - aggiunge Paoli -. Il messaggio che posso dare è che è meglio muoversi che non muoversi, però non basta muoversi. Bisogna anche muoversi sapendo bene cosa si fa. Quindi io consiglio sempre che l’allenamento deve essere seguito da personale qualificato che sa esattamente la posologia. C’è un movimento in America che si chiama “Exercises Medicine” perché l’esercizio, per essere efficace, deve avere una sua posologia, un suo volume, una sua intensità, una sua durata. E non è una cosa semplice, non è da improvvisati fare questo.”
E l’alimentazione?
“L’alimentazione è fondamentale, anche sull’invecchiamento - risponde il prof -. Oggi noi fondamentalmente mangiamo troppo, mangiamo cibi industriali processati, mangiamo male e abbinato al fatto che non ci muoviamo questo conduce l’uomo alla rovina. L’alimentazione è fondamentale non solamente nell’ottica di quantità di cibo e quindi di energia che introduciamo, e sappiamo che l’eccesso fa male. Sappiamo ad esempio da diversi studi, fatti sia sull’uomo che sulla scimmia, che la restrizione calorica ha un effetto positivo su diversi marker dell’invecchiamento, anche a livello cerebrale.” “Oltre alla restrizione calorica è importante ad esempio l’apporto di micronutrienti, di vitamine e altri micro oligoelementi, piccoli minerali che l’alimentazione completa ci dà, verdura e frutta eccetera, che se noi mangiamo invece cibi di origine industriale non vengono apportati.”
“Poi - continua - ci sono altre strategie ormai famose come, ad esempio, il digiuno intermittente che vuol dire astenersi dal consumare cibo o comunque calorie in una finestra temporale che generalmente si considera di 16 ore, per poi concentrare l’alimentazione nell’altra finestra temporale di 8 ore.”
“Ma è importante anche il timing dell’alimentazione: quando e come mangiare - conclude il prof. Antonio Paoli -. Quindi l’alimentazione è di fatto uno dei pilastri di un invecchiamento di successo. Anche in questo caso non esiste la ricetta magica, valida per tutti. Come per l’esercizio fisico, anche questo va - come dicono quelli bravi che parlano in inglese - “tailored”, cioè va ritagliato sulla persona come un abito su misura.”
Tutto questo, per restare in tema, è solo l’antipasto degli argomenti che saranno affrontati nell’incontro pubblico del 22 marzo al Vivaldi di San Giuseppe.
Un’occasione per apprendere le pratiche virtuose che possono aiutare ad andare avanti il più possibile con l’età riducendo le patologie e restando attivi.
Reinterpretando il titolo di una celebre commedia di Pirandello, ricordatevi quindi i tre assiomi dell’invecchiamento di successo: l’Uomo, la Talpa e la Virtù.
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