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Il Mondiale a domicilio

Sara Bortoletto, atleta del Circolo della Spada Bassano, va ai Mondiali Paralimpici Under 23 di scherma ad Amsterdam. Ma non ci sono palestre disponibili e le istituzioni sono latitanti. E così, col suo istruttore, è costretta ad allenarsi a casa

Pubblicato il 27-06-2015
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Ah, l'Italia: Paese di santi, di poeti e di navigatori. E delle assurdità. Un aspetto della vita nello Stivale a cui dovremmo ormai aver fatto il callo, ma c'è sempre qualche controsenso in grado di sorprenderci.
A confermarcelo è la storia di Sara Bortoletto. Sara, 20 anni, nata a Bassano e residente a Paderno del Grappa, è un'atleta paralimipica categoria A del Circolo della Spada Bassano A.S.D. Il suo palmares agonistico è di tutto rispetto: nel 2012 due medaglie di bronzo ai Nazionali di spada e di fioretto femminile; nel 2013 un bronzo ai Nazionali di spada e un argento ai Nazionali di fioretto; nel 2014 un bronzo ai Nazionali di fioretto e un argento ai Nazionali di spada.
Infine, quest'anno, un bronzo ai Nazionali di fioretto, un argento ai Nazionali di spada e due ori ai Campionati Regionali Paralimpici Assoluti di fioretto e di spada.

Il "saluto" tra Sara Bortoletto e l'allenatore Giovanni Sponza sulla pedana ricavata nell'abitazione dell'atleta

E adesso, dopo i brillanti risultati ottenuti nel 2015, Sara ha potuto iscriversi ai primi Campionati Mondiali Paralimpici di scherma Under 23 in programma dal 3 al 7 luglio prossimi ad Amsterdam. L'Italia sarà rappresentata da lei: è infatti l'unica atleta azzurra iscritta, sia per la spada che per il fioretto.
Bellissimo, fantastico, direte voi. Certo. Partecipare a un Mondiale è l'ambizione di qualsiasi atleta di qualsiasi disciplina sportiva. Ma è proprio qui che sorgono le incongruenze. Che ci fanno capire - se mai ce ne fosse bisogno - i problemi che attanagliano gli sport che non conquistano le prime pagine sulla Gazzetta, salvo qualche medaglia d'oro alle Olimpiadi che sporadicamente ci fa ricordare della loro esistenza. E il problema qual è? E' che in questa stagione nel territorio bassanese non ci sono le strutture disponibili per la preparazione dell'atleta all'appuntamento iridato.
E così - assieme al suo istruttore Giovanni Sponza, che è anche il presidente del Circolo della Spada Bassano - Sara è costretta ad allenarsi a casa.
“Il nostro Circolo - spiega Sponza - da qualche anno non ha più sponsor e così i costi di iscrizione, partecipazione per quattro giorni e voli aerei graveranno sulla famiglia di Sara. Tutte le istituzioni da me contattate, nessuna esclusa, sia nazionali, regionali e locali sono state latitanti fino ad oggi.”
“In questi giorni - aggiunge il presidente della società sportiva bassanese -, nonostante il nostro Circolo abbia chiuso l'attività e per non gravare sul bilancio, (già rosso) pagando i costi della palestra del Liceo Jacopo da Ponte, ho installato la pedana per la scherma in carrozzina a casa di Sara. Così posso allenarla e prepararla per questa importante, nuova e bella manifestazione internazionale.”
“Sara - continua Sponza - potrebbe aiutarci molto a far capire alle famiglie bassanesi che “nascondono” i disabili in carrozzina che ci sono sport meravigliosi che si possono praticare “da seduti”. La tradizione del Circolo della Spada Bassano che è titolato di ben 12 medaglie da podio Nazionale (1 oro, 3 argento e 8 bronzi), quando Sara in settembre 20 si iscriverà all'Università, andrà perduta. Sara oggi è l'unica atleta in carrozzina. Infatti anche Francesco D'Alessandro (nostro campione nazionale 2013 nel fioretto) è ora residente in Abruzzo e ci ha lasciato per motivi di studio.”
“La cosa più bella conquistata negli ultimi tempi - conclude l'istruttore - è la partecipazione di Sara ai Mondiali Paralimpici Under 23. Far pesare viaggio, trasferta ed iscrizione sulla famiglia di Sara è per me un'onta, ed è un'indecenza che non si trovino istituzioni o sponsor che ci diano una mano.”
Della serie: sei bravissima, sei un'eccellenza della scherma paralimpica e comunque arrangiati. A Sara Bortoletto, in partenza per l'Olanda, il nostro più sincero e più sentito “in bocca al lupo”. Anche se siamo consapevoli che questa ragazza dei nostri buoni auspici non ne ha bisogno, sapendo già dove vuole arrivare: perché la grinta e la voglia di emergere, indipendentemente dal luogo in cui ci si allena, nascono da dentro.

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