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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Piccolo Mondo Europeo

Nella Villa di Antonio Fogazzaro a Velo d’Astico, oggi sede di una congregazione di suore, celebrata la nascita dell’associazione culturale cultgenuss.eu con un nuovo evento conviviale del progetto per il dialogo europeo cultgenuss

Pubblicato il 22-04-2023
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Rinascimento in bianco e nero

“Per fortuna la guardia era un galantuomo che mangiava a malincuore il pane austriaco per non averne potuto trovare altro.”
È una citazione da “Piccolo Mondo Moderno”, il celebre romanzo di Antonio Fogazzaro, magistrale affresco della società di provincia nell’Italia postunitaria, continuazione dell’altrettanto celebre “Piccolo Mondo Antico”, ambientato invece nella precedente, di pochi anni, epoca del Risorgimento.
Ora viviamo invece in un tempo nel quale il cibo austriaco si aggiunge a quello italiano e a quello tedesco idealmente in memoria del grande scrittore e letteralmente a casa sua, nella Villa Fogazzaro, oggi ribattezzata Villa La Montanina, a Velo d’Astico.

Sergio Dussin, Jean Marie Dumaine, Enza Leone, Julian Reinisch, Georg Maushagen (fonte immagine: Facebook / Sergio Dussin)

È qui che si svolge un nuovo appuntamento del progetto per il dialogo europeo cultgenuss.eu, che da otto anni ormai ha creato una piattaforma di eventi conviviali e culturali in Germania, in Austria e in Italia, ospitati sempre in luoghi non convenzionali, in cui il linguaggio del cibo si unisce a quello della cultura per favorire l’incontro diretto e il dialogo tra persone di lingue diverse.
Fu proprio Antonio Fogazzaro ai primi del ‘900 a far costruire la Villa attorniata da un bellissimo parco, destinandola a sua residenza estiva, ispirato dall’imponenza della confinante Villa Velo, affidando le forme in stile Liberty dell’edificio al progetto dell’architetto Mario Ceradini e ambientandovi anche le vicende del suo ultimo romanzo “Leila”, pubblicato nel 1910, un anno prima della sua morte.
In anni successivi mons. Francesco Galloni, di Velo d’Astico, già cappellano degli Alpini sul fronte del Pasubio, fondatore dell’ordine delle Suore di Santa Maria Annunciata e di tutte le opere a loro connesse in Italia e in Bulgaria, fece ricostruire ed ampliare la Villa, parzialmente distrutta durante la Grande Guerra, trasformandola prima in sede italiana dell’Opera ecumenica Pro Oriente e poi in centro di formazione, accoglienza, educazione scolastica e umana.
Oggi Villa Fogazzaro detta La Montanina, sempre nel solco dell’eredità spirituale e materiale di mons. Galloni, è la sede della congregazione delle Suore Passioniste di San Paolo della Croce: cinque religiose di altrettante nazionalità, guidate dalla consorella di origine polacca suor Johanna, che nonostante l’esiguità del numero (e diversamente dai frati Cappuccini di Bassano) sono sempre e ancora sul pezzo, gestendo nel complesso della Villa le attività del centro di formazione e spiritualità, della casa di accoglienza che offre attualmente un tetto e pasti quotidiani a dei rifugiati ucraini e anche di una scuola per l’infanzia.
In questo ambiente, già internazionale per conto suo, prende vita così un nuovo evento della “mission” del progetto per il dialogo europeo fondato nel 2015 da Fausto Castellini, all’epoca titolare di un’agenzia di comunicazione a Colonia, residente in Germania per gran parte della sua vita e con origini familiari a Velo d’Astico per parte di madre.
Per la serie: radici.

Il nuovo incontro del dialogo europeo a tavola, per la prima volta in terra vicentina, corrisponde anche al nuovo incontro dei cinque chef che fino ad oggi hanno contribuito a scrivere la storia del progetto.
Tre di questi - l’italiana Enza Leone, il tedesco di origine francese Jean Marie Dumaine e l’austriaco Julian Reinisch - sono stati i protagonisti del secondo ciclo di eventi della rassegna di cultgenuss.eu “quando l’arte si trasforma in gusto”, ispirato, sia nella preparazione dei menù che nel collaterale incontro con i bambini delle scuole, alla fiaba di Hansel e Gretel. Una piattaforma di iniziative nei tre Paesi coinvolti nel progetto in grado di generare veri rapporti, oltre che di stima reciproca, anche di amicizia.
Come giornalista ero andato al seguito dei tre chef europei agli eventi cultgenuss svoltisi a Matera nel 2017 e alla Biblioteca di Colonia, in Germania, nel 2018. Poi li avevo incontrati per l’ultima volta all’evento cultgenuss ospitato alla Biblioteca di Vienna nel gennaio 2019.
In mezzo c’è stato un blocco di tre anni causato da un incidente di percorso chiamato Covid e l’evento di Velo d’Astico ha il sapore assoluto di una vera ripartenza del progetto.
Jean Marie Dumaine, francese di Normandia ormai trapiantato da quasi 50 anni a Sinzig in Germania, dove ha fondato il ristorante e la manifattura di prelibatezze Vieux Sinzig, mi saluta à la française come suo stile, pur rappresentando la cucina tedesca. Non ha perso l’abitudine, nei luoghi che visita, di raccogliere erbe selvatiche che poi trasforma in delizie culinarie.
Lo ha fatto anche a Velo d’Astico, cercando e trovando i prodotti spontanei della natura dopo aver pranzato in un locale del paese.
Julian Reinisch, austriaco del Tirolo, appena mi vede mi avvinghia in un forte abbraccio che esprime la gioia di incontrarci nuovamente. Oggi Julian è lo chef del Kristallhütte Zillertal, un ristorante e resort di alto target ubicato in una località sciistica tirolese di grido a 2200 metri di altitudine, dove propone le sua specialità di alta quota e si reca a lavorare a bordo di una motoslitta.
Per non parlare di Enza Leone, cordiale e amichevole come sempre, chef e titolare dell’Osteria Pico, un luogo da favola nel cuore dei Sassi di Matera.
Ambasciatrice della cucina lucana nel mondo, Enza incarna lo spirito del progetto col suo modo, sempre positivo e propositivo, di rapportarsi in cucina con i suoi colleghi di Austria e Germania, pur non parlandone la lingua, e con il pubblico dei commensali.
C’è anche il notissimo chef di casa nostra e già presidente del Gruppo Ristoratori Bassanesi Sergio Dussin, sempre presente sin dall’inizio agli eventi conviviali per il dialogo europeo a cui è stato invitato come cuoco o come ospite d’onore.
Compare anche in questa occasione il volto ormai più che familiare di Georg Maushagen, il “Maestro dello Zucchero”, tedesco di Düsseldorf oggi residente in Austria, ambasciatore del progetto cultgenuss per i Paesi di lingua tedesca, artista pasticcere di fama internazionale.
E tra gli ospiti tedeschi presenti non manca ancora una volta all’appuntamento l’avvocato tedesco Robert Budde, da Colonia, assieme alla moglie.
Il primo evento assoluto del progetto cultgenuss, tenutosi a Colonia nell’aprile del 2015, fu ospitato nella grande sede dello studio di avvocati di cui è socio, in riva al Reno, con visuale panoramica a tutto tondo sulla bella città tedesca dominata dalle due altissime guglie del Duomo. Protagonisti ai fornelli di quell’evento di esordio furono proprio Sergio Dussin e Georg Maushagen, pionieri di un percorso che continua ancora oggi.
Cinque cuochi e non solo: sono alcuni esponenti di questo Piccolo Mondo Europeo del dialogo a cui di volta in volta, ad ogni evento, si aggiungono tante altre persone.

La mela, l’uccello, l’automobile, il cigno, il pinguino.
Cos’hanno in comune questi oggetti e questi animali? Ve lo dico subito.
La filosofia del dialogo di cultgenuss promuove anche l’incontro con le nuove generazioni e come già avvenuto a Matera, a Colonia e a Vienna, anche a Velo prima dell’evento serale si tiene un’anteprima speciale per un bel gruppo di bambini della scuola primaria e del doposcuola. Il particolare incontro ravvicinato con i “bocia” viene ospitato nella Biblioteca Comunale intitolata, ovviamente, ad Antonio Fogazzaro.
Davanti ai bambini e alle bambine, un maestro d’eccezione: il buon Georg Maushagen che, calamitando la curiosità e l’attenzione del giovanissimo pubblico, realizza al momento delle piccole sculture con lo zucchero soffiato, partendo da alcune barre di pasta di zucchero che con uno speciale soffietto e con la manipolazione creativa dell’artista pasticcere si tramutano nelle cinque forme che ho elencato all’inizio di questo paragrafo.
Georg non parla l’italiano e gli scolari non parlano il tedesco. Eppure, come accade ogni volta, ci si capisce a meraviglia col linguaggio dei gesti, degli sguardi e dei sorrisi.
Ogni tanto il “Maestro dello Zucchero” spiega qualcosa in inglese e la brava e coinvolgente bibliotecaria Nicoletta Ceron lo spiega a sua volta ai bambini. Poi l’ospite arrivato dall’estero chiama al tavolo da scultore anche qualche bambino come suo “aiutante”, aumentando la reciproca empatia.
Maushagen sa come si fa con una platea del genere: non dice mai che cosa sta realizzando, ma chiede ai bambini di indovinarlo, suscitando un’inevitabile e divertente bagarre di risposte in coro. “Peppa Pig!” risponde una giovane voce mentre lo Zuckerbäcker sta plasmando il corpo di quello che diventerà un uccello al quale poi saranno aggiunte le ali, ritagliate da un separato foglio di zucchero, prima che il dolce volatile, dopo essere stato ammirato, venga anche doverosamente ridotto a pezzettini e assaggiato dagli astanti.
L’esibizione artistico-didattica di Herr Georg riscuote un successo strepitoso e per la conclusione di questa speciale edizione di Dolci Senza Frontiere il maestro pasticcere riserva un’ultima sorpresa: prende altre due barre di pasta di zucchero, le arrotola assieme fino a formare un tubo omogeneo e chiede ai bambini di ritagliarlo a pezzetti per prendersi ciascuno la propria caramella. È l’apoteosi. L’assalto alla diligenza dei film western è poca cosa rispetto all’invasione di piccole mani che si contendono il regalino finale.
Prima che i ragazzini - accompagnati dalle rispettive maestre - ritornino al doposcuola, uno di loro si avvicina a Maushagen, gli chiede l’autografo e si fa un selfie con lui.
Contatto stabilito e confini di ogni tipo abbattuti.

Nel tardo pomeriggio a Villa La Montanina, dopo il benvenuto con degustazione di prodotti del territorio e prima dell’evento conviviale, si tiene un incontro di presentazione della serata, dei cinque cuochi, ma anche della novità scaturita dal progetto.
È nata infatti l’associazione culturale cultgenuss.eu Aps, con sede proprio a Velo d’Astico, che raccoglie il testimone di quella che è stata l’agenzia di comunicazione Fare International di Colonia, di Fausto Castellini, promotrice dei cicli di iniziative per il dialogo europeo negli anni precedenti. Ora i programmi del progetto vengono promossi e organizzati dal nuovo sodalizio non profit.
Il presidente dell’associazione è lo stesso Castellini mentre la vice presidente è Marica Dalla Valle, già sindaco di Marostica, ambasciatrice del progetto cultgenuss.eu per l’Italia.
Oltre a lei sono presenti all’evento anche altri soci fondatori dell’associazione, tra cui Dino Ferruzzi, arrivato da Cremona e Franco De Bortoli, da Feltre.
L’appuntamento alla Montanina gode del patrocinio della Provincia di Vicenza, rappresentata dalla segretaria di presidenza Elena Donadello, del Comune di Velo d’Astico, a nome del quale interviene l’assessore alla Cultura Antonella Ceri, dell’Unione Montana Alto Astico e dell’OGD Pedemontana Veneta e Colli. Uno dei partner dell’evento è la Fondazione Banca Popolare di Marostica - Volksbank, rappresentata nell’occasione dal consigliere Giuliano Perini.
L’assessore comunale Antonella Ceri, nel salutare i presenti, ripercorre l’interessante storia della Villa che ci ospita. Nel corso dell’incontro di presentazione viene inoltre letto un messaggio di augurio alla nuova associazione di Hannelore Vogt, direttrice della
Stadtbibliothek-Zentralbibliothek, la prestigiosa Biblioteca Civica Centrale di Colonia dove si svolse l’evento del 2018, nel segno di rapporti e di legami internazionali oramai più che consolidati.
E anche in questo momento ufficiale ancora Georg Maushagen riserva un altro regalo dei suoi: non più per i bambini ma per le Suore Passioniste che qui gestiscono il centro educativo e di spiritualità, alle quali omaggia degli artistici medaglioni di cioccolato con l’effigie di Papa Francesco. “Ma questi non sono mica da mangiare!”, commenta una piacevolmente sorpresa suor Johanna, che parla un ottimo italiano.
Anche perché, di lì a poco, da mangiare ci sarà eccome, lasciando spazio al linguaggio universale e senza interpreti simultanei del cibo.

Il filo conduttore dell’incontro conviviale degli eventi “quando l’arte si trasforma in gusto” di cultgenuss.eu è quello della valorizzazione delle specialità tipiche delle regioni dei tre Paesi coinvolti nel progetto. E questa volta l’asticella sale ancora: al trio degli chef europei Enza Leone-Jean Marie Dumaine-Julian Reinisch è stato richiesto di interpretare a modo loro due pietanze tipiche dell’Alto Vicentino, ovvero gli gnocchi e i bigoli, realizzando dei sughi con i prodotti dei loro rispettivi territori.
Et voilà: detto, fatto e cucinato. A tavola i commensali internazionali degustano in ordine di uscita gli gnocchi con piselli, ragù di cervo, crema di mirtilli e nido di sedano fritto (Reinisch), gli gnocchi con salsa di capperi rosa di Flinders (Dumaine), gli gnocchi con crema cacioricotta e peperoni cruschi (Leone), i bigoli con spugnole, spinaci nani, formaggio e burro fuso marrone (Reinisch), i bigoli con pesto ai germogli di nasturzio (Dumaine), i bigoli con ragù di salsiccia pezzente e polvere di caciocavallo (Leone).
Per “secondo”, o per meglio dire per “settimo”, il classico baccalà alla vicentina con polenta mais Marano proposto da Sergio Dussin: una gradita sorpresa, anche questa, per gli ospiti arrivati dalla Germania a cui la tipica pietanza vicentina era sconosciuta.
Et dulcis in fundo, ma veramente dulcis e in modo straordinario, le praline al cioccolato di Georg Maushagen.
Un’ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della grande professionalità di questi cinque chef che hanno lavorato e dialogato insieme nella cucina delle suore, dando prova di una collaborazione di squadra che va ben oltre l’affiatamento tra colleghi.
Al termine dell’evento conviviale l’uscita in sala dei cinque cuochi protagonisti viene accompagnata da un fragoroso applauso: come a Colonia, come a Vienna e come nelle altre città dei precedenti cicli del progetto, la missione di favorire l’incontro tra persone europee nel solco della conoscenza delle reciproche tradizioni culturali in primis, e gastronomiche poi, è stata compiuta.
Tra le cinque consorelle che condividono la vita quotidiana alla comunità religiosa della Montanina c’è anche suor Teresa, piccola di statura e 84 anni all’anagrafe, ma ancora un concentrato di energia e determinazione. Il suo sguardo è bonariamente severo e ogni sua frase è una sentenza, anche nelle battute di spirito. A tavola mi raccontano che quando sta con i bambini della scuola dell’infanzia li mette in riga semplicemente suonando un fischietto o agitando un sonaglio. Tutti fermi e nessuno fiata.
Al termine dell’evento, suor Teresa si avvicina a uno dei soci fondatori dell’associazione cultgenuss.eu, gli stringe la mano e con un grande sorriso gli dice: “Grazie a tutti voi. È stata una bellissima serata.”
Detto da lei, rigorosamente schietta qual è, equivale al conferimento di un Premio Nobel.

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