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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Colpo di giostra

Domani si inaugura la giostrina per bambini diversamente abili nel parco di via Col Moschin in quartiere San Vito a Bassano. Tutti i retroscena di una vicenda su cui si è alimentata un'incredibile polemica

Pubblicato il 23-02-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Il Ponte? L'Ospedale? Il Tribunale? Il Tempio Ossario? La Pedemontana?
Nossignori: questa volta vi parlo di una giostrina. Diventata all'improvviso, nei giorni scorsi, oggetto del contendere della cronaca cittadina. Si tratta della giostrina-scivolo per bambini diversamente abili che domani pomeriggio alle 15 sarà inaugurata nell'area verde comunale di via Col Moschin, nel quartiere di San Vito, proprio davanti alla sede del consiglio di quartiere. Quale sarà mai la controversia che cova dietro una semplice struttura di gioco attrezzata per i bambini con disabilità motoria?
È presto detto: si tratta del compito svolto - oppure “non svolto”, secondo una corrente di pensiero di cui riferirò nelle righe successive - dal consiglio di quartiere per favorire l'iter del progetto e dell'installazione, da parte del Comune, della piccola giostra.

La giostrina per diversamente abili che sarà inaugurata domani (foto Alessandro Tich)

Tutto nasce da un servizio mandato in onda in apertura di telegiornale lo scorso 15 febbraio da un'emittente locale bassanese nel quale - dando notizia dell'inizio dei lavori per la realizzazione della giostrina - veniva messo in evidenza il ruolo che sarebbe stato giocato dalla consigliera di quartiere Stefania Pontarolo, chiamata nel reportage la “pasionaria di San Vito”, che in collaborazione con l'emittente medesima avrebbe reso possibile l'installazione del gioco. Il tutto con l'avallo e i complimenti al microfono del vicesindaco e assessore alla Cura urbana Roberto Campagnolo e, sempre secondo il servizio trasmesso, “senza il supporto del presidente di quartiere San Vito”.
La giostrina, come da intervista della Pontarolo, “non ha nulla a che fare col consiglio di quartiere” e sarebbe solo frutto del suo spirito di iniziativa dopo che la stessa consigliera aveva preso a cuore a titolo personale il caso di una bambina disabile del quartiere, che avrebbe ispirato l'idea di creare un gioco nel parco su misura per lei e per gli altri bambini in difficoltà.
Apriti cielo: a seguito di quel servizio televisivo, rendendo quindi la questione di dominio pubblico, il consiglio di quartiere San Vito interveniva ufficialmente sulla propria pagina Facebook istituzionale. Nel post pubblicato la sera stessa del 15 febbraio, il consiglio presieduto da Ezio Calmonte denunciava, tra le altre cose, “l'ennesima falsità (...) della consigliera sempre assente”. “Chi non è mai intervenuta a nessun lavoro svolto in quartiere - continuava il post - può fare solo ridicole comparsate. E il vicesindaco le conferma...”.
Apriti cielo bis: dopo l'intervento sul social del consiglio di quartiere, nelle serate successive sarebbero andate in onda altre due puntate della telenovela al calor bianco, su una questione che nel frattempo è diventata ulteriore spunto di approfondimenti di cronaca sul quotidiano locale e sull'emittente televisiva locale concorrente.
A giudicare tuttavia dagli atti del consiglio di quartiere, le cose - a riguardo di questa benedetta giostrina - sono andate del tutto diversamente.
Riferiscono i vertici di quartiere San Vito che ai primi di agosto 2017, in una delle tante interviste dedicatele dalla Tv locale, Stefania Pontarolo ha effettivamente informato della bambina disabile e della necessità di avere in parco giochi almeno una giostrina che sia praticabile anche da questi bambini.
Il consiglio, sempre attento a recepire tutto ciò che di utile viene proposto dai residenti e giudicando buona l'idea, ha preparato quindi una richiesta scritta e in data 30 agosto 2017 l'ha inviata all'ufficio dell'assessore Campagnolo, facendo così partire la macchina burocratica per far avviare i lavori.
La richiesta del quartiere al Comune è stata recepita a metà settembre. Ne è seguito tutto l'iter d'ufficio e nell'assemblea di quartiere svoltasi l'11 dicembre 2017 è stata anche trovata la migliore collocazione per il gioco, con successiva comunicazione tramite invio di un'email al vicesindaco Campagnolo, protocollata dal Comune il 18 dicembre.
Era stata infatti individuata allo scopo l'area del parco Pistorello, gestita e curata dal consiglio di quartiere, di fianco all'Istituto Vendramini, molto frequentata dai bambini e dalle loro famiglie e considerata ideale per collocare la giostrina in tranquillità.
“Dopo aver analizzato tutte le problematiche del parco di via Col Moschin e del parco Pistorello - si legge nel verbale di assemblea - i consiglieri trovano opportuno collocare la giostrina nel parco Pistorello, posto più tranquillo e dove non corre il rischio di essere disfatta in poco tempo vista la diversità di frequentazione del parco di via Col Moschin; anche il calcio San Vito suggerisce la medesima soluzione.”
Il consiglio di quartiere ha poi chiesto telefonicamente informazioni sulla posa in opera dei lavori, ricevendo come risposta dai competenti referenti comunali “che non sarà imminente”. Finché all'improvviso, appunto lo scorso 15 febbraio, non c'è stato il colpo di giostra: è arrivato il camion con la ruspa nel parco di via col Moschin e ha iniziato a scavare. E il presidente Calmonte si è precipitato sul posto.
“Ho chiamato l'assessore Campagnolo - riferisce - ricordandogli che non è quello il posto che gli avevamo indicato. Prima non ricordava l'email, poi ha detto che al momento dell'ordine avevano indicato quel posto e non si poteva cambiare. Ma nelle tre o quattro occasioni, anche scritte, nelle quali indicavamo la migliore collocazione non aveva mai risposto in quel modo.”
Il resto, nel giorno della partenza dei lavori, è quanto riferito all'inizio: un'ora dopo, mentre Calmonte assieme al nuovo tesoriere del consiglio di quartiere si recava dal commercialista per il passaggio di consegne della contabilità, sul posto dove la ruspa aveva cominciato a scavare arrivava la troupe televisiva per complimentarsi con la “pasionaria di San Vito”, affiancata dal vicesindaco medesimo e da un gruppo di Alpini, per l'obiettivo raggiunto.
Morale della favola: aspetti mediatici a parte, l'inizio dei lavori è stato fatto - come rimarca il presidente Calmonte - “di nascosto al consiglio di quartiere” e in un luogo diverso da quello indicato per la collocazione del gioco.
“Ieri - precisa il presidente in una comunicazione trasmessa in redazione lo scorso 20 febbraio - ho fatto presente a Campagnolo “l'incongruente smemoratezza” dell'Amministrazione che non si ricordava di avere anche a San Vito un consiglio di quartiere che oltre ad avere collaborato e partecipato a tutte le manifestazioni organizzate dai vari assessorati, forse unico quartiere ad essere sempre presente, aveva anche avviato l’iter e seguito le varie fasi della costruzione di questa giostrina. Non ultimo aveva anche trovato, avendo conoscenza delle realtà dei vari parchi, la migliore collocazione.” Chiarimenti e dichiarazioni che vengono rese dal presidente di quartiere in quanto, come da lui stesso sottolineato, “necessarie per la trasparenza dei fatti, affinché questi possano essere conosciuti nel loro reale svolgimento, senza che possano essere manipolati da alcuno”.
Domani pomeriggio, intanto, avverrà l'inaugurazione della “giostrina usufruibile da “tutti” i bambini”. “È un bene comune che sta bene che ci sia” - è il commento di Calmonte, ricontattato oggi da Bassanonet. Da giorni il consiglio di quartiere San Vito ha più volte postato sulla sua pagina Facebook l'invito all'evento inaugurale, riservandolo in particolare “a tutti i bambini”. Non c'è alcun accenno polemico, solo la pubblica convocazione a quella che vuole essere una piccola grande festa per il più popoloso rione di Bassano. Così del resto è giusto che sia, trattandosi appunto e semplicemente di un gioco per bambini. Ai quali interessa solo divertirsi sul nuovo scivolo su misura senza preoccuparsi di chi rivendica la paternità o maternità dell'iniziativa per capire, in definitiva, a che gioco giochiamo.

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