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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Politica

Scene da un Patrimonio

La strepitosa discussione in consiglio comunale sulla mozione delle minoranze che impegna il sindaco ad attivare l’iter per la candidatura UNESCO del Ponte col centro storico, poi bocciata dalla maggioranza

Pubblicato il 05-11-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Diavolo di un Luca Zaia. Ovunque vada, cambia persino il corso degli eventi.
Lo ha fatto anche lo scorso 3 ottobre a Bassano, intervenendo alla cerimonia inaugurale del Ponte restaurato e “bruciando” il sindaco Pavan con la sua improvvisa e ormai antologica uscita: “Ma perché non tentiamo di fare questo Ponte Patrimonio dell’Umanità? Sapete che ho ormai una certa pratica su queste cose.” I nostri lettori ricorderanno anche la reazione della Pavan, che seduta in prima fila aveva replicato al governatore: “È una cosa che volevo dire a San Bassiano.”
Ma non è tutto. Adesso viene fuori che il sindaco di Bassano stava già lavorando da mesi al progetto, che è in preparazione nientemeno che il Dossier per la candidatura e che il governatore Zaia era già informato della cosa. Peccato che della cosa non fossero invece informate le minoranze e soprattutto le competenti sedi istituzionali, commissione consiliare Cultura in primis.

L’intervento in consiglio comunale dell’assessore Giovannella Cabion (foto Alessandro Tich)


È il sunto della strepitosa discussione in consiglio comunale sulla mozione presentata in blocco dalle opposizioni che, se approvata, impegnerebbe il sindaco e la giunta “a mettere in campo risorse, organizzazione ed energie adeguate e straordinarie per attivare tutte le azioni necessarie assieme alla Regione Veneto e a tutti i portatori di interessi, per raggiungere l’obiettivo del riconoscimento della Città di Bassano del Grappa in particolare del suo “Centro storico con il Castello degli Ezzelini, il Brenta e lo storico Ponte Vecchio detto degli Alpini” a Patrimonio dell’Umanità UNESCO”.
Dei contenuti della mozione mi sono già occupato nel precedente articolo “Te lo do io l’UNESCO” e non serve ripercorrerli. Basterà ricordare, semplificando, che il documento chiede di attivare l’iter della candidatura a Patrimonio dell’Umanità non per “il solo Ponte e basta” ma per il Ponte assieme al centro storico, come la “gemellata” Mostar e sulla base del vincolo di tutela introdotto nel 2017 dal MiBACT per l’area complessiva del Ponte e del Castello degli Ezzelini, la “cartolina” che secondo le opposizioni potrebbe aspirare, più che il Ponte considerato isolatamente, al riconoscimento nella lista World Heritage dell’UNESCO.
Quanto basta per prevedere un confronto consiliare a prova di pop corn.

Tocca a Riccardo Poletto presentare il testo della mozione, prima della quale l’ex sindaco invita la maggioranza a condividere l’atto consiliare e a “capovolgere il corso degli eventi” per una storia i cui protagonisti, come nel caso del restauro del Ponte, “appartengono a una comunità” e quindi alla rappresentanza della città intera.
Ma l’invito a un cammino condiviso e bipartisan lungo la strada dell’ambizioso riconoscimento viene congelato già all’inizio dall’intervento dell’assessore alla Cultura Giovannella Cabion, che si è fatta una Cultura sui siti World Heritage dell’UNESCO e ha predisposto, leggendola, una scheda a tal riguardo. In estrema sintesi, secondo il report della Cabion la candidatura del Ponte “da solo” ha più probabilità di successo rispetto al Ponte assieme al centro storico.
E questo perché il monumento sul Brenta corrisponde ai requisiti di almeno 3 dei 10 criteri stabiliti dall’UNESCO per i siti candidabili (che qui non approfondisco perché faremmo notte); perché l’ipotesi dell’allargamento al centro storico “è suggestiva ma non concorrenziale” poiché “di città e borghi con caratteristiche simili al nostro centro storico se ne possono contare a decine”; perché il nostro Ponte Vecchio è già Monumento Nazionale; perché è un monumento iconico (“della città, degli alpini e dell’amore”, ipse dixit) e perché il recente gemellaggio con il Ponte UNESCO di Mostar va proprio nella direzione di un percorso parallelo finalizzato a candidare il nostro Ponte fra i Patrimoni dell’Umanità.
Poi, sempre per voce della Cabion, arriva la rivelazione: “Il sindaco sta già lavorando da mesi con rigore scientifico per questo obiettivo.” È la novità che darà la svolta alla discussione.

Dai banchi delle opposizioni Roberto Campagnolo tende ancora la mano alla maggioranza. “Siamo qui stasera - afferma - sul principio che questa è la strada da seguire. Non ci interessa mettere il cappello sopra niente. Da Zaia tutto viene dopo, anche la volontà del sindaco. Chiedo un voto unanime, la mozione dice “fatelo”. Se poi si candiderà solo il Ponte, l’importante è arrivare al risultato.”
Ed ecco che arriva il Pavan-moment. “Questo è un argomento che deve unire, ma il percorso del riconoscimento - dichiara il sindaco riguardo alla mozione - non corrisponde a un procedimento che non è corretto né nei tempi né nell’impulso che viene chiesto all’amministrazione.”
“L’inerzia non c’è - prosegue la Pavan -. C’è la passione di Luca Zaia nel bruciare le notizie, ma è un percorso lungo e tortuoso. Ha senso oggi vincolare questa amministrazione e questa maggioranza senza sapere quante chances ha il Ponte da solo?”. “È già partito il lavoro per il Dossier di candidatura, il prossimo step sarà lo studio di fattibilità - rivela il sindaco -. È un tema condiviso che deve essere portato avanti da tutta la cittadinanza. Non è questo il momento per impegnare l’amministrazione, non è questa la formula per cominciare questo percorso.”
“La sindaca dovrebbe per la prima volta dimostrare di essere la sindaca di tutti - sbotta Angelo Vernillo -. È la prima volta che sentiamo parlare del Dossier, in consiglio comunale e in commissione Cultura mai sentito prima. Dobbiamo dire grazie al presidente Zaia che ha reso partecipe la città.”
I motori, ormai, sono surriscaldati. Ma il meglio arriva al momento delle dichiarazioni di voto.

Tocca per prima alla capogruppo di maggioranza Chiara Tessarollo, che della più volte citata commissione Cultura è la presidente.
“Il Ponte ha più elementi per sostenere la candidatura da solo - afferma -. La mozione è irrituale e non è condivisibile perché non rappresenta una novità. L’idea era già del sindaco e dell’amministrazione. Inutile impegnare l’amministrazione su un’azione già intrapresa.”
“Già da un anno - continua la Tessarollo, in una serie di rivelazioni a catena - abbiamo instaurato contatti per capire quale procedura seguire, per un iter che durerà anni. 6 mesi fa abbiamo iniziato a costruire il Dossier. Il catalogo della mostra su Palladio e il Ponte al Museo Civico costituisce la prima parte del Dossier. Non abbiamo niente su cui impegnare il sindaco.”
“Stupefacente - replica Riccardo Poletto -. Dite che il Ponte unisce e poi avete l’opportunità di fare qualcosa insieme e la rigettate. La mozione non vincola, non è una delibera. Irrituale è che l’amministrazione ci sta lavorando all’insaputa del consiglio comunale.”
A questo punto Roberto Campagnolo, l’ultimo a non voler mollare l’osso, propone l’opportunità di emendare la mozione per trovare l’accordo su un testo condiviso, chiedendo cinque minuti di sospensione. Richiesta respinta dal capogruppo della Lega Roberto Gerin: “Una sospensione non modifica le posizioni di questa maggioranza.”
È il preambolo del gran finale.

E il gran finale è tutto per lo stesso Gerin. “Le linee guida per la candidatura sono complesse - tuona il capogruppo leghista -, nessuno ha in tasca la ricetta magica e non vedo perché la minoranza debba avere la verità in tasca.” “Noi come amministrazione avremo dei supporti tecnici per la scelta da fare, del Ponte da solo o della cartolina - aggiunge -. Tutto ciò è nelle corde che questa amministrazione ha nella trattativa con la Regione.” “Non si piantano le bandierine - incalza quindi Gerin, attaccando le minoranze -. Non potete intestarvi un’idea che è prima del nostro sindaco e poi del governatore Zaia.” “Questa mozione - conclude il capogruppo di maggioranza in un veemente crescendo rossiniano - è un’entrata a gamba tesa con i tacchetti nei polpacci. E il cartellino rosso di questa maggioranza non potrà che essere il voto sfavorevole.”
Detto, fatto. Si passa alla votazione, il cui esito è di 7 voti favorevoli (minoranze) e 15 voti contrari (maggioranza). La mozione viene pertanto respinta.

Qui termina, egregi lettori, il mio resoconto del film, ispirato a Bergman, “Scene da un Patrimonio”. Ma non posso concludere senza aver prima lanciato un invito al nostro governatore del Veneto. Caro presidente Zaia: ritorni a Bassano. Così magari scopriamo qualche altro progetto iniziato dall’amministrazione Pavan.

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