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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Velo di rabbia

Progetto Bassano Stadium: un calcio al ciclismo. Il presidente dell'UC 2000 Nicola Argesi lancia una petizione online per salvare il Velodromo Rino Mercante e non le manda a dire: “Togliere la pista per costruire uno stadio è scandaloso”

Pubblicato il 17-02-2017
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Non c'è solo la pista ciclabile da realizzare sul sentiero del Brenta a tenere banco, in questi giorni, nelle cronache locali. C'è anche la pista ciclistica dello Stadio Velodromo Rino Mercante. Anzi, pardon: Velodromo Rino Mercante.
La puntualizzazione arriva per voce di Nicola Argesi, torinese trapiantato a Bassano, conduttore e opinionista televisivo, presidente della società ciclistica UC 2000, patron e organizzatore di una miriade di manifestazioni agonistiche sulle due ruote, molte delle quali proprio sulla pista dello storico impianto sportivo di quartiere San Vito in città.
“Il Mercante è un velodromo - chiarisce Argesi -. È nato come velodromo, a seguito di un lascito. Ha cento anni di storia. Qui hanno corso Bartali, Cottur, Moser, Fondriest. Qui si è svolto un Campionato Mondiale di ciclismo su pista, di cui quest'anno ricorre il 32simo anniversario. Ha ospitato gare di Coppa del Mondo, Coppa Europa, Sei Giorni, Tre Giorni, Campionati Italiani Giovanili. Togliere la pista per costruire il Bassano Stadium è scandaloso.”

Uno scatto dei Campionati Regionali Giovanili di ciclismo su pista svoltisi lo scorso luglio al Velodromo Mercante (fonte immagine: UC 2000/Facebook)

È un fiume in piena Argesi, folgorato sulla via del pallone dopo la presentazione dell'ambizioso progetto promosso dalla proprietà del Bassano Virtus e sostenuto dall'Amministrazione comunale, mirato a realizzare nell'area dell'attuale Mercante un nuovo super stadio di calcio (per le dimensioni della nostra città) con le plurime funzioni di impianto sportivo e di polo commerciale e di servizi, in vista anche di una possibile promozione della società giallorossa in serie B. Un'operazione che - come confermato dai rendering del progetto di massima del futuribile impianto - prevede anche la sua vittima sacrificale: la pista dell'attuale velodromo, per l'appunto, considerata evidentemente un ingombro e in quanto tale da eliminare per ampliare gli spalti e collocarli, sullo stile degli stadi inglesi, a diretto contatto col campo di gioco.
In altre parole: un calcio al ciclismo.
Ma il presidente dell'UC 2000, di fronte a una simile prospettiva, vede Rosso.
E ha attivato a tempo di record un blog e una petizione online, intitolata “Salviamo il velodromo Rino Mercante”. Obiettivo dichiarato (manca ancora poco per raggiungerlo): raggiungere le 500 adesioni, tramite un click sui canali social.
“Dopo 105 anni di storia - è l'appello lanciato dalla petizione - , il Velodromo Rino Mercante di Bassano del Grappa (VI) rischia di essere abbattuto per far spazio ad uno stadio di calcio. Raccogliamo firme per tutelare questo impianto storico che negli anni ha dato la possibilità di praticare il ciclismo e diventare punto di riferimento per l'attività su pista internazionale.”
“La pista del velodromo non è solo una sede di competizioni agonistiche - ricorda Argesi, interpellato da Bassanonet -. Qui vengono ad allenarsi un centinaio di ragazzi provenienti da tutta la provincia e anche da fuori provincia che hanno l'opportunità di praticare questo sport in uno dei pochi impianti del genere disponibili in Veneto. Corrono in pista, si allenano e non si gettano da un balcone perché si fanno di droga.”
“Chi parla di “costi” del velodromo - aggiunge - se ne stia zitto (le parole dell'intervistato sono in realtà più colorite, ma non pubblicabili NdR). La scuola è un costo? L'educazione è un costo? Avere figli è un costo? I giovani non sono un costo, sono un investimento sul futuro. Investiamo sui giovani affinché un domani non diventino, questa volta sì, un costo sociale. Nel suo piccolo il velodromo, in tutti questi anni, ha fatto la sua parte.”
“Vogliono fare lo stadio? Il mondo va avanti uguale - sbotta Argesi -. Uno stadio di serie B deve avere almeno 10-15mila posti. E anche se facessero solo 5mila posti, sono 500 metri di autobus che dovranno parcheggiare da qualche parte. Se ci sono anche le auto, la cosa si aggrava. Io ho giocato a calcio, so cosa vogliono dire le macchine il giorno della partita. Le tifoserie, poi, sono diverse da quelle del ciclismo. Se arrivano in quella zona gli ultras organizzati non dico del Vicenza, ma di squadre come il Crotone o la Spal, sarà molto difficile gestire la situazione. Ma di cosa stanno parlando?”
“Vuoi fare la boutique nello stadio? Ma cosa c'entra? Vogliono imitare lo Stadium di Torino? A parte i costi dell'operazione - continua il patron di UC 2000 - alla fine Rosso diventa il magnate per il bene di tutti, ma intanto gli regalano la terra. Io non sono contrario a un nuovo stadio, ma non nell'area del Mercante. Lo facciano da un'altra parte. Gli stadi di calcio non sono in centro, vanno tutti fuori dalle città per tanti motivi. Il velodromo non si tocca. Ma decidano loro, quelli che sono stati votati.”
“Il mondo domani gira lo stesso - ribadisce Argesi -. Sta alla città scegliere se conservare il velodromo o buttarlo via per fare un impianto “trendy” solo perché lo vuole Renzo Rosso. Io lotto finché posso. A me la questione non interessa come organizzatore di ciclismo, ho smesso di organizzare gare dopo aver organizzato le maggiori manifestazioni al velodromo degli ultimi 20 anni. Mi interessa perché la ritengo una cosa giusta.”
“Il velodromo è la storia - aggiunge -. Su questa pista ha corso Obree, ha concluso la carriera Silvio Martinello. Qui Oersted e Moser hanno battuto il record dell'ora a livello del mare. E poi tanti altri campioni come Endrio Leoni, Lombardi, Pozzato. Sono tutti passati di qua. Il calcio non riuscirà mai a portare un Mondiale a Bassano. Noi l'abbiamo portato. Vogliono cancellare tutto questo? Ma mi facciano il piacere...”
“Lo scopo della petizione online - conclude il già patron della Tre Giorni ciclistica al Mercante - è uno solo: salvare il velodromo. Che deve continuare ad essere il velodromo di tutti. A differenza di quello che dice il presidente del Veloce Club Bassano Michele Cavalera, che ha intavolato trattative col Comune e col Bassano Virtus per trovare una soluzione alternativa per far allenare i ragazzi della sua società. Sulla pista di Bassano devono continuare ad allenarsi i ragazzi di tutto il Veneto, è un investimento per tutto il comprensorio.”
Così parlò Nicola Argesi. Con un Velo di rabbia che, a sentire le sue parole, sarà molto difficile smaltire.

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