Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 17-02-2009
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Un polverone simile non accadeva dai tempi dell'ormai storica “ordinanza Bitonci” a Cittadella, che concedeva la residenza in Comune - con particolare riferimento ai cittadini stranieri - solo a chi poteva dichiarare un determinato reddito minimo.
A scatenare polemiche e discussioni è ora il sindaco di Crespano del Grappa Nico Cunial, che ha firmato un'ordinanza con la quale si impone che le persone interessate ad acquisire la cittadinanza italiana, avendone i requisiti di legge, debbano avere anche una minima conoscenza della lingua italiana.
La decisione ha subito scatenato le reazioni di alcuni cittadini che la considerano discriminante, soprattutto per gli extracomunitari che nel Comune della Pedemontana del Grappa sono numerosi. Altri compaesani, invece, esprimono pieno consenso all'iniziativa.
Crespano del Grappa: cittadinanza a chi sa l'italiano
L'ordinanza prende spunto dall'obbligo del giuramento davanti all'ufficiale di Stato Civile con il quale la persona interessata, a completamento della pratica amministrativa per la cittadinanza, si impegna ad essere fedele alla Repubblica Italiana e ad osservare la Costituzione e le leggi dello Stato.
A Crespano i neo-cittadini dovranno dimostrare di conoscere il significato della formula di giuramento che si apprestano a leggere per l'assunzione dello status di cittadino italiano.
Secondo Cunial “un neo-cittadino non può partecipare alle forme minime di integrazione - quale la conoscenza di leggi, prescrizioni, normative, cartelli stradali e quant'altro - se non sa l'italiano.”
Il primo cittadino respinge al mittente le accuse di discriminazione, a fronte del problema di alcuni stranieri che si presentano agli uffici comunali senza, talvolta, saper né leggere né scrivere.