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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Questione di Scelta

Il ministro Andrea Riccardi, presidente di Scelta Civica, interviene a Bassano a sostegno dei candidati della lista montiana. E attacca i detrattori del governo Monti: “Nessuno può credere che i responsabili del fuoco siano i pompieri”

Pubblicato il 17-02-2013
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“Scelta Civica non è l'espressione politica del governo Monti, ma nasce dove gli altri partiti hanno fatto un passo indietro”.
Andrea Riccardi - ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, docente universitario di chiara fama e fondatore della Comunità di Sant'Egidio - spiega così, alla platea convenuta ad ascoltarlo al Multisala Metropolis di Bassano del Grappa, le ragioni che hanno portato alla nascita del movimento di ispirazione montiana, di cui lo stesso Riccardi (che non è candidato alle elezioni politiche) è il presidente.
L'esponente di governo arriva in città, tappa del suo tour elettorale nel Triveneto, a sostegno dei candidati locali di Scelta Civica - Con Monti per l'Italia, cinque dei quali - la bassanese Lorenza Breda e gli altri quattro colleghi di lista Gianpiero Dalla Zuanna, Alberto Toldo, Lucia Mongelli e Francesco Giuliari - sono presenti all'appuntamento, che precede un secondo incontro tra i candidati montiani e la cittadinanza presso gli Istituti Scalabrini di Bassano.

Il ministro per la Cooperazione Internazionale e presidente di Scelta Civica Andrea Riccardi (foto Alessandro Tich)

“Siamo nati lo scorso 28 dicembre - sottolinea, in apertura, il ministro -. Un anno prima siamo stati chiamati al governo per affrontare la crisi abissale del Paese. E accettando l'invito di Monti a entrare nella squadra di governo ho pensato: “Questo è il servizio militare per un Paese in guerra”. Perché la situazione poteva diventare come la guerra, ed eravamo messi di fronte alla vergogna internazionale. Al primo Consiglio dei Ministri il presidente Monti ci ha detto che non eravamo in emergenza. Infatti la situazione era peggio dell'emergenza. L'azione del governo, con i limiti causati dai tempi stretti e dalla fretta, ha dovuto prendere in mano i conti lasciati da pagare dalla crisi. Nessuno può credere che i responsabili del fuoco siano i pompieri.”
“Scelta Civica - continua il presidente del movimento - nasce dove gli altri partiti hanno fatto un passo indietro. Quegli stessi partiti che sono rimasti acquattati per mesi e oggi hanno una ripresa di protagonismo. Com'è possibile che quelli che hanno chiesto a Monti “Vieni al governo perché noi non ce la facciamo” siano proprio gli stessi che si ripresentano oggi come i protagonisti di una soluzione? Chi dice che va tolta l'IMU sulla prima casa sono gli stessi che hanno creato le condizioni perché l'IMU andasse imposta. Al governo ci siamo dovuti confrontare con una politica bloccata e uno Stato obsoleto e appesantito, che ha bisogno di una riforma. Io non accetto da nessun pulpito lezioni di moralità a Mario Monti. Se c'è una scelta etica e una scelta di servizio al bene comune, è stata la sua.”
“Ma cosa vuol dire fare politica? Innanzitutto partire da una agenda riformatrice - aggiunge Riccardi -. La situazione italiana è sclerotizzata, e il nostro primo interlocutore è la società civile. Bisogna rendere la società civile protagonista di una rinascita politica. I nostri candidati non sono stati parlamentari, sono esperti di umanità e di società. La prima cosa da fare è cambiare la legge elettorale, e cambiare il rapporto con la gente e i cittadini. Noi vogliamo rompere le tenaglie del populismo e insieme costruire una fase politica che guarda oltre la logica muscolare degli scontri tra le due parti. La Seconda Repubblica è una vicenda da superare, con una riforma più profonda soprattutto delle regole.”
“Il passaggio dalla Seconda Repubblica - rileva ancora l'esponente di governo - si colora, come negli anni '90, di una serie di manifestazioni che ricordano Tangentopoli. Sono molto preoccupato, perché ne soffre la credibilità del Paese. Davanti a questi fatti noi rispondiamo come italiani: ci dispiace per il nostro Paese, serve un rapporto nuovo tra politica e affari, ma una nuova etica nasce da una nuova cultura politica. Penso ai grandi leader del passato: Moro, Berlinguer, Nenni, La Malfa. Avevano una cultura politica che nasceva da una visione del mondo, e non partendo dai sondaggi. Le tantissime persone che incontriamo in questi giorni ci dimostrano la voglia dell'Italia di fare politica, la rabbia per questa situazione, la voglia di cambiare.”
Da qui l'accenno alla cosiddetta “antipolitica”: “Grillo riempie le piazze senza andare in televisione, perché attacca il sistema della politica televisiva. Per molti versi, le ragioni delle persone che lo seguono sono le stesse ragioni nostre, e cioè la rabbia e la voglia di cambiare. Quello che ci differenzia è la risposta: da quella parte, la risposta ci sembra affidata a una persona sola, noi vogliamo invece una riscoperta della politica, noi siamo “filo-politica”. Non vogliamo mandare pullmanate di parlamentari a Roma e non abbiamo bisogno della politica come lavoro. Noi vogliamo creare un movimento politico nel Paese che ha come primo appuntamento le elezioni nazionali, ma non finisce qui.”
Nell'agenda di Scelta Civica dopo le elezioni è infatti prevista un'azione di ulteriore radicamento nel territorio, per creare le basi di un vero e proprio partito di impostazione sociale, con assemblee e rappresentanti locali che porteranno avanti, a livello regionale, la costruzione del movimento.
“Il problema del rapporto tra lo Stato e la finanza locale e le Regioni è un'altra questione da riformare - conclude Andrea Riccardi -. Sono reduce dal Friuli, e ho sentito che qualcuno vuol costituire una macro-Regione del Nord. Ma ci serve davvero un regionalismo divoratore di autonomie? Il problema è quello di un nuovo rapporto tra centro e finanza locale: è una dimensione da riscrivere, ma attraverso un nuovo clima politico e attraverso un regionalismo che non abbia disprezzo dello Stato. Noi vogliamo cominciare una storia e rompere l'indifferenza della nostra politica.”

Il 29 aprile

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