Ultimora
9 Dec 2025 19:18
Stefani si dimette da deputato, "evviva il Veneto"
9 Dec 2025 18:10
Inaugurato l'ampliamento del Parco San Giuliano a Mestre
9 Dec 2025 17:48
Il Natale di Emergency, a Venezia regali solidali alla Giudecca
9 Dec 2025 17:17
Federica Pellegrini in ospedale con la figlia 'convulsioni febbrili'
9 Dec 2025 16:55
Fieragricola 2026 punta sull'innovazione e sul ritorno dei top brand
10 Dec 2025 08:43
Al via oggi le prove del secondo appello del semestre filtro a Medicina
10 Dec 2025 08:29
Brasile, approvata la legge per ridurre la condanna per Bolsonaro
10 Dec 2025 08:26
Maria Corina Machado assente alla consegna del Nobel a Oslo. 'Sarà rappresentata dalla figlia'
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il Ricordo in mezzo a noi
Inaugurata a Cassola la targa in onore di Antonio Bordignon e Luigi Pagnon, i due Carabinieri cassolesi uccisi 80 anni fa in Istria dai titini. Il sindaco Maroso: “Occasione per rileggere una pagina di storia a lungo dimenticata o persino occultata”
Pubblicato il 17-02-2024
Visto 9.859 volte
Si sono trovati nel posto sbagliato nel momento storico sbagliato.
Erano Carabinieri, entrambi di Cassola, e il destino li ha assegnati nella zona di sangue giuliano-istriana conquistata dalle milizie comuniste di Tito.
Sono morti così Antonio Bordignon e Luigi Pagnon, rimasti vittime, nel 1944, delle feroci rappresaglie messe in atto dai titini sul Carso e in terra istriana: il primo dopo la cattura avvenuta a San Dorligo della Valle, sopra Trieste e vicino a Basovizza, in seguito all’assalto alla caserma di Sant’Elia; il secondo a Parenzo, in Istria, dopo essere finito in mano ai partigiani slavi. I loro corpi non sono stati più ritrovati: molto probabilmente sono stati infoibati.
Lo scoprimento della targa
La vicenda dei due Carabinieri cassolesi vittime del dramma del “confine orientale” è venuta alla luce solo qualche anno fa, in seguito alle segnalazioni pervenute al Comune di Cassola dall’Unione degli Istriani e dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Monte Porzio Catone.
La storia dei due sfortunati concittadini è stata approfondita grazie all’interessamento degli uffici comunali, che sono riusciti anche a risalire ai parenti più prossimi dei due militi.
I discendenti di Luigi Pagnon vivono ancora tutti a Borgo Isola, a San Giuseppe, dove quello zio morto 80 anni fa era nato e cresciuto.
È stato invece più difficile rintracciare i nipoti della moglie di Antonio Bordignon, Annalisa e Sergio Bavaresco, che risiedono a Riese Pio X.
Entrambe le famiglie non sono volute mancare all’appuntamento di questa mattina: la cerimonia di scoprimento della targa, sul Monumento ai Caduti in piazza Aldo Moro davanti al Municipio a Cassola, dedicata a quei loro antenati di cui sembrava essersi persa ogni traccia.
Previsto in origine sabato scorso 10 febbraio, data del Giorno del Ricordo, e poi rinviato di una settimana a causa del maltempo, il solenne evento celebrativo ha consentito alla comunità di Cassola di poter rileggere con una nuova consapevolezza la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo giuliano-dalmata.
Una pagina di storia italiana che, come ha sottolineato il sindaco Aldo Maroso introducendo la cerimonia, “è stata a lungo dimenticata o persino occultata”, ma in realtà ha toccato molto da vicino anche questo territorio.
Presenti nell’occasione i ragazzi delle classi terze della Scuola Media di Cassola, diverse delegazioni dei gruppi locali di volontariato, la banda e le associazioni combattentistiche e d’arma, che hanno dato solennità alla celebrazione con l’alzabandiera e il rito dell’onore ai Caduti.
A porre il sigillo alla commemorazione sono stati quindi gli interventi dei due oratori invitati per l’occasione, a cui è stato affidato il compito di ricostruire il drammatico contesto storico che ha portato alle uccisioni di Pagnon e Bordignon e di altre migliaia di militari e civili italiani, tacciati come fascisti, e che ne ha costretto altre centinaia di migliaia all’esilio.
Lo storico Marino Kuhar ha focalizzato l’attenzione sulle foibe, ripercorrendo il periodo delle uccisioni e delle torture perpetrate dai partigiani titini.
Mentre il secondo relatore è stato…il sottoscritto, figlio di esuli fiumani.
Non potendo scrivere di me stesso, mi affido al testo del comunicato diffuso oggi dall’ufficio stampa del Comune di Cassola: “Tich si è soffermato sul periodo dell’esodo, facendo affidamento alle memorie familiari anche molto dolorose e condividendo con i presenti le emozioni e i sentimenti che negli anni hanno accompagnato gli esuli e i loro figli.”
Ve lo giuro: con tutte le persone convenute ma soprattutto con tutti quei ragazzi e ragazze di terza media che mi ascoltavano con grande attenzione, è stato bellissimo.
Il 10 dicembre
- 10-12-2024Obstinate Contra
- 10-12-2023ChatGPTich
- 10-12-2022La sostenibile leggerezza dell’essere
- 10-12-2022Se ne va il Pater familias
- 10-12-2021Testa e Croce
- 10-12-2021Violenza fuori servizio
- 10-12-2020La scomMesa
- 10-12-2020Impegno per Zonta
- 10-12-2020La meglio gioventù
- 10-12-2019Andiamo a rotoli
- 10-12-2015Cosa non c'è in cartellone
- 10-12-2014Cassola Police
- 10-12-2013Pedemontana a tutti i costi
- 10-12-2013Data di scadenza
- 10-12-2013Tarallucci al veleno
- 10-12-2012M5S, candidati sotto l'albero
- 10-12-2010Vin brulè con l'alcoltest
- 10-12-2010Perché il PD predica bene e razzola male
Più visti
Politica
14-11-2025
Andrea Nardin: “Mi propongo non per quello che prometto ma per quello che ho fatto”
Visto 20.548 volte
Politica
19-11-2025
Roberto Ciambetti: “La mia esperienza per il Veneto di domani”
Visto 19.633 volte







