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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Gemelli Diversi

Annunciato dal sindaco Pavan il gemellaggio tra il Ponte di Bassano e il Ponte di Mostar, patrimonio UNESCO, primo passo verso il gemellaggio tra le due città. La benedizione del sindaco di Mostar Kordić e dell’ambasciatore Matanović

Pubblicato il 16-07-2021
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Questa volta il sindaco Elena Pavan, dopo un lungo periodo di pausa, lo dice nuovamente: “Per la nostra città è un momento di grande emozione”. Oh, finalmente: mi mancava un po’ l’emozione pavaniana. Ma il primo cittadino di Bassano probabilmente ne ha ben donde, in collegamento zoom dalla sala Ferracina del municipio con il sindaco di Mostar Mario Kordić e con altri ospiti italiani e bosniaco-erzegovesi, nella conferenza stampa online per l’ufficializzazione della notizia che circolava nella nostra città da quattro anni a questa parte e che da oggi diventa realtà: l’annuncio del patto di gemellaggio tra il Ponte di Bassano e il Ponte di Mostar, che è patrimonio mondiale dell’UNESCO come tutto il centro storico della bellissima città dell’Erzegovina. Contestualmente viene annunciato anche il patto di amicizia tra le due città, ovvero quello che dovrebbe essere il primo e importante passo verso l’istituzione di un vero e proprio rapporto di gemellaggio.
Il sindaco Kordić verrà a Bassano del Grappa in occasione della cerimonia di inaugurazione del Ponte restaurato in programma domenica 3 ottobre. Due giorni prima, e cioè venerdì 1 ottobre, i due sindaci sigleranno l’atto di gemellaggio tra i due “Ponti Vecchi” e di amicizia istituzionale tra Bassano e Mostar, previa ratifica dei rispettivi consigli comunali.
Benvenuti dunque a una puntata speciale di Friends.

Il Ponte Vecchio (Stari Most) di Mostar. Foto Alessandro Tich


Prima di continuare, vi traccio però un identikit del nostro futuro “gemello”.
Il Ponte di Mostar è una delle meraviglie d’Europa. Uno strabiliante arco di pietra a “schiena d'asino” e a campata unica sospeso a 24 metri di altezza nel suo punto culminante sopra la Neretva, il fiume azzurro che attraversa la Bosnia Erzegovina. Il suo nome è Stari Most che, guarda caso, vuol dire “Ponte Vecchio”. Fu costruito durante il periodo dell'Impero Ottomano dall’architetto turco Mimar Hajruddin su disegno del grande architetto Mimar Sinan e su commissione del sultano Solimano il Magnifico e completato, dopo 9 anni di lavoro, nel 1566.
Diversamente dal Ponte di Bassano, quello di Mostar è rimasto integro per 427 anni finché, nel 1993, nel pieno della guerra nella ex Jugoslavia, fu bombardato e distrutto.
La sua opera di ricostruzione, durata quasi dieci anni, è stata un evento di portata mondiale, con 18 milioni di euro di capitali investiti e finanziati dalla comunità internazionale (al primo posto l'Italia, seguita da Olanda, Turchia, Consiglio d'Europa, Governo bosniaco e Banca Mondiale). A sostegno dell'intervento, posto sotto l'egida dell'UNESCO, anche i contributi - tra gli altri - di World Monument Fund e Aga Khan Trust for Culture. Inaugurato ufficialmente nel luglio 2004, nel 2005 è stato inserito nella lista World Heritage dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO assieme all’intera città vecchia che lo circonda. Insomma: per storia, cultura, architettura, materiale costruttivo e caratteristiche del restauro, nulla di più lontano dal nostro caro Ponte Vecchio di Bassano. Gemelli diversi. Anzi, diversissimi. Eppure…

Chi non può mancare alla conferenza stampa di annuncio del gemellaggio tra i due storici manufatti è Gianni Posocco, front-man delle Arti per Via e altrettanto storico animatore dei gemellaggi e dei rapporti internazionali bassanesi. Fu lui, quattro anni fa, a tirare fuori la “pazza idea” di stringere un gemellaggio tra il Ponte di Bassano e il Ponte di Mostar, per favorire l’avvio di un percorso finalizzato al riconoscimento del nostro Ponte sul Brenta a Patrimonio dell’Umanità. Il tutto sulla base delle “sorprendenti analogie” tra i due Ponti, sostenute da Posocco e contestate all’epoca da chi vi scrive. Ne fa fede un mio articolo, pubblicato su Bassanonet il 3 settembre 2017 e intitolato “Bassano non è Mostar”, nel quale esprimevo - motivandole - le mie riserve sulla proposta fondata sulle presunte “coincidenze” tra i due simboli cittadini. Ma quella ormai, come è accaduto in questi quattro anni per il Brenta e per la Neretva, è acqua passata. E anzi, come emerge in conferenza stampa, è ferma e convinta la volontà di entrambe le città di giungere all’accordo, prendendo proprio spunto dalle “vite parallele” del Ponte di Palladio e del Ponte di Sinan.
Secondo il trattato di Posoccologia, infatti, innanzitutto i due monumenti hanno lo stesso nome (“Ponte Vecchio”). Poi sono di fatto coetanei: terminato nel 1569 il Ponte palladiano, nel 1566 quello sulla Neretva. Entrambi, inoltre, portano la firma di un grande architetto del ‘500: del più importante architetto del mondo occidentale quello di Bassano e del suo omologo, per il mondo ottomano, quello di Mostar. Ambedue sono stati distrutti nel corso di devastanti eventi bellici e quindi ricostruiti nei rispettivi dopoguerra grazie a una catena di solidarietà.
Infine il Ponte Vecchio e lo Stari Most sono le icone delle rispettive città: elementi di immediato riconoscimento di Bassano e di Mostar nel mondo.
Ordunque, per tutti questi motivi pare proprio che siano nati sotto il segno dei Gemelli.

Mario Kordić, sindaco di Mostar dallo scorso febbraio, benedice la proposta di Bassano.
“Sono onorato di partecipare a questo progetto - dichiara -. Questo è un nuovo inizio che non si basa solo sulle coincidenze, ma su qualcosa di dimensione più grande.”
Gli fa eco l’ambasciatore di Bosnia e Erzegovina in Italia Slavko Matanović, che pure interverrà all’inaugurazione del nostro Ponte Vecchio il 3 ottobre: “Bassano del Grappa e Mostar hanno molte cose in comune e l’idea del gemellaggio è una preziosa occasione per approfondire i rapporti tra Italia e Bosnia e Erzegovina.”
Plaudono anche i rappresentanti di Montegrotto Terme, il Comune che è gemellato con Mostar e che ha svolto il ruolo di “ponte” tra le città dei due Ponti: il sindaco Riccardo Mortandello e il coordinatore dei gemellaggi Silvio Nardo, che ha frequentato Mostar per motivi umanitari sin dai tempi della guerra ricevendone poi la cittadinanza onoraria.
Al settimo cielo anche il presidente della sezione ANA Montegrappa Giuseppe Rugolo, che allargando gli orizzonti saluta gli interlocutori di Mostar “a nome dei 350mila soci ANA”. Mentre l’assessore alle Politiche giovanili con delega ai Gemellaggi Mariano Scotton sottolinea come pure la città capoluogo dell’Erzegovina sia “un importante polo scolastico” e già prefigura “un grande gemellaggio tra i nostri giovani”.
Ed è proprio il sindaco Kordić a stringere i tempi della reciproca conoscenza.
Prossimamente si svolgerà infatti la famosa gara di tuffi dal Ponte di Mostar, a cui partecipano ogni anno alcuni tra i migliori tuffatori da grande altezza locali e internazionali. Gente che sa tuffarsi ancora meglio dell’attaccante della nazionale inglese Sterling. Nell’occasione, il primo cittadino erzegovese invita la collega Elena Pavan a presenziare alla spettacolare competizione, annunciando che dal suo ufficio partirà l’invito formale.
Non so se il sindaco di Bassano avrà tempo e modo di recarsi già quest’estate sulle rive della Neretva. Ma nel caso andasse a Mostar per assistere dal vivo alle evoluzioni dei tuffatori, le assicuro che non se ne pentirà: si tratta infatti di una gara davvero emozionante.



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