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Cittadella della Giustizia: pronto un esposto contro il ministro Severino
Raffaele Grazia e Stefano Giunta predispongono una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale a carico del Guardasigilli. L'esposto sarà depositato solo dopo l'eventuale soppressione definitiva di Tribunale e Procura a Bassano
Pubblicato il 27-07-2012
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“E' una responsabilità che riteniamo di assumerci e lo pensiamo come ultimo atto, sperando di non doverlo mai depositare”.
Raffaele Grazia, consigliere regionale e Stefano Giunta, capogruppo consiliare in Comune a Bassano, convocano la stampa per presentare e motivare l'iniziativa sottoscritta da entrambi “a titolo personale, da cittadini e senza sigle di parte”: un esposto alla Procura Generale della Corte dei Conti di Venezia in merito alla costruzione della Cittadella della Giustizia di Bassano del Grappa, costata alla collettività quasi 12 milioni di euro (11.823.358,86 la somma esatta totale della spesa) e destinata a trasformarsi in una cattedrale vuota in caso di soppressione degli uffici giudiziari in città. Prospettiva per la quale i due sottoscrittori della denuncia chiedono alla Corte dei Conti “di accertare se sia o meno prefigurabile a carico del Ministro della Giustizia qualsivoglia responsabilità per danno erariale.”
L'atto, ovviamente, non è stato ancora formalizzato perché il Decreto governativo sul riordino della geografia giudiziaria è ancora provvisorio e in fase di esame e revisione in Parlamento. Ma Grazia e Giunta sono pronti a depositarlo alla cancelleria della Procura della magistratura contabile “un secondo dopo l'uscita del Decreto definitivo, se disporrà ancora la soppressione del Tribunale e della Procura di Bassano.”

Raffaele Grazia e Stefano Giunta, autori dell'esposto, non ancora depositato, alla Procura Generale della Corte dei Conti (foto Alessandro Tich)
Nelle sei pagine dell'esposto viene ripercorsa la cronistoria - con tutti i passaggi amministrativi e i relativi dati contabili - della Cittadella della Giustizia bassanese, la cui realizzazione venne approvata dal Ministero della Giustizia ancora nel lontano 1999 e il cui mancato utilizzo “costituisce un macroscopico esempio di spreco di denaro pubblico con conseguente ingente danno erariale per la collettività”.
“Abbiamo ritenuto importante predisporre un atto che ci sembrava dovuto per le importanti risorse pubbliche investite - afferma Raffaele Grazia -. E' un atto forte, per far capire al ministro della Giustizia e al governo che le scelte politiche che hanno portato a questo investimento nel corso degli anni avevano individuato in Bassano, a livello circoscrizionale, una soluzione che rispondeva alle esigenze di un ambito territoriale. Ci pare un po' strano, in una stagione in cui vengono accertate anche le minime spese degli enti locali, che la Corte dei conti non debba agire a fronte di un così macroscopico danno erariale.”
“E' un testo - prosegue Stefano Giunta - che parte dai percorsi intrapresi da ciascuno di noi a difesa del Tribunale. E' uno strumento di stimolo che si aggiunge alle altre iniziative istituzionali e spontanee che sono sorte in città a sostegno della causa e che si possono riconoscere in questo ultimo atto che sottolinea come non accettabile la logica dei tagli lineari”. E questo perché, come sottolineano i due promotori, con i tagli incondizionati “vengono meno i pilastri della Delega data al governo in materia, e cioè l'efficienza e la riduzione della spesa”.
Ancora Grazia e Giunta si dichiarano disponibili “a raccogliere ulteriori firme a corredo dell'esposto, da parte di rappresentanti di enti locali, associazioni professionali, sindacati intenzionati a firmarlo a titolo personale”.
“Sulla questione del Tribunale - rileva ancora Grazia - la coesione politica e della società civile a Bassano è molto forte. Spiace constatare come il mondo degli albi professionali, e mi riferisco in particolare all'Ordine degli Avvocati di Vicenza, vada in senso diverso a quanto auspicato da questo territorio."
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