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Life & Style

Tuppersex party

Alla scoperta delle vendite a domicilio di sex toys

Pubblicato il 11-02-2010
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E' una tendenza che si muove sotterranea e cresce anche nella nostra bigottissima penisola: le vendite a domicilio di sex toys sconvolgono gli assetti e i pregiudizi sessuali del popolo italiano. E anche nel nostro territorio, dove il clero la fa da padrone e il sesso viene vissuto come uno spiacevole tabù da tener nascosto, questo nuovo servizio riscuote un notevole successo. Si tratta delle vendita di gadget sessuali a domicilio: discreta, pratica, piacevole. Incuriositi da questo fenomeno che spopola in Spagna e inizia ad attecchire anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, abbiamo cercato di scoprire se questa moda fosse arrivata anche in Italia, e in che modalità. Accertato che questo servizio è diffuso nella penisola, ne abbiamo parlato con Martina, un'"addetta ai lavori" veneta, che da qualche anno vende sex toys a domicilio anche nel bassanese.

Ci parli un po' di questa tua occupazione? In cosa consiste?

Vendo sex toys a domicilio. In genere vado a casa delle persone che mi contattano e che spesso invitano anche alcuni amici alla serata. Mostro il materiale che ho a disposizione, qualche catalogo, spiego il funzionamento degli articoli e se piacciono raccolgo gli ordini. L'estate scorsa ho esposto una vetrinetta anche al Coco Loco Beach, a Sottomarina. Oppure vengo invitata a delle feste: l'ultima, ad Halloween, è stata molto divertente e mi ha portato un sacco di ordini. Di solito però, soprattutto se ci sono tante persone, le richieste non mi vengono fatte quella sera stessa. Mi trovo di fronte persone che fanno le indifferenti o addirittura mi guardano storto. Poi, il giorno dopo, lontano da occhi indiscreti, mi chiamano per fare l'ordine.

Come hai iniziato questo lavoro?
Chiarisco subito che non è un lavoro a tempo pieno, ma una cosa che faccio qualche sera a settimana. Ho iniziato per esigenze professionali: mi occupo di fitness e molte mie allieve, di una certa età o che avevano appena partorito, forse credendo che per il mio lavoro potessi saperne più di loro, mi chiedevano consigli per evitare il prolasso dell'utero o la perdita di elasticità delle pareti vaginali, anche per evitare problemi di incontinenza. In realtà mi occupo di altri muscoli… ma per aiutarle ho iniziato ad informarmi, soprattutto grazie ad Internet. E così, oltre agli esercizi di Kegel, ho conosciuto anche le cosiddette "palline" che sono molto utili in questi casi. Il problema è che questo tipo di gadget, che all'estero sono in vendita anche nelle farmacie, qui in Italia li trovi solo al sexy shop: tu ce la vedi una signora di cinquant'anni al sexy shop?

Decisamente no. Anche perché qui in zona mi sembrano tutti piuttosto squallidi… all'estero ne ho visti di elegantissimi dove chiunque può entrare senza essere guardato come un pervertito.
Esatto. Ma qui da noi il sesso è ancora un tabù e allora viene nascosto, ghettizzato, imbruttito. Per questo ho iniziato a interessarmi a questo mondo, ho preso contatti con un'azienda produttrice molto fornita e ho iniziato a procurare certi prodotti per le mie allieve. Poi la voce si è sparsa e il giro è cresciuto.

Ma quindi tu lavori solo sul passaparola?
Certo. Non mi faccio pubblicità, anche perché cerco di evitare situazioni "scomode" o imbarazzanti. Qualcuno potrebbe pensare che dietro a questo mio lavoro c'è la disponibilità anche ad altri…. lavoretti. E non è decisamente il mio caso! Per me è una cosa seria, che faccio con professionalità. C'è chi vende porta a porta i cosmetici, chi i tupperware. Io vendo sex toys ma il concetto di fondo non cambia. In Spagna, dove questo tipo di vendite è diffusissimo, è stato anche depositato il nome "tuppersex party" ad indicare gli incontri in cui si vendono questi "giocattoli". Lì addirittura gli incontri vengono pubblicizzati con locandine in bar e ristoranti e con volantini sparsi per le strade. Si paga anche una piccola quota per partecipare, in modo che il venditore, anche se non vende nulla, comunque guadagni qualcosa per l'uscita.

Un po' come gli idraulici qui da noi… Ma allora tu come guadagni?
Io prendo una piccolissima percentuale sulla vendita, quindi se non vendo nulla, non guadagno nulla. Questo non incide sui prezzi, che sono decisamente ragionevoli. Certo, non sono economicissimi. Per scelta non vendo prodotti scadenti, come ad esempio quelli cinesi, fatti con plastiche o colori non certificati che è dimostrato che sono cancerogeni. In alcuni punti vendita ci sono addirittura alcuni vibratori che si potrebbero usare solo con l'uso del preservativo, perché altrimenti sono tossici! Io rifiuto questo tipo di oggetti, voglio vendere prodotti sicuri al 100% e di qualità, per cui mi rivolgo solo a ditte serie, una svedese e una tedesca in particolare. Qualcosa di quello che vendo si trova anche nei sexy shop ma spesso i prezzi sono molto più alti di quelli che propongo io… avendo una gamma più ampia di prodotti, compresi quelli di target molto basso, possono permettersi larghi margini, specie sulle cose un po' più ricercate e di qualità.

Nel tuo catalogo c'è qualche manetta, oli da massaggi, cipria, ma soprattutto tantissimi vibratori. Immagino che il pubblico a cui ti rivolgi sia prevalentemente femminile. La tua clientela è per la maggior parte omosessuale?
Per nulla. Mi cercano decisamente di più le coppie etero.

Qual è il tuo best seller?
Il vibratore a forma di talpa! Non è molto grande, è simpatico e credo intimidisca meno la gente, specie se si tratta del primo acquisto. E poi se ti viene a trovare qualcuno e lo trova in giro per casa, difficilmente capisce a che cosa serve! Ma anche le candele che sciogliendosi diventano oli da massaggio piacciono molto… Poi, se il cliente si fidelizza passa anche a cose più ardite.

Quindi hai dei clienti fissi?
La maggior parte. Il problema è sbloccarsi. Ma quando uno inizia a giocare non smette più.

Il tuo cliente tipo com'è?
In genere mi contattano coppie, benestanti, sopra i trent'anni. I più giovani difficilmente cercano questo tipo di cose, forse anche perché sono un po' più insicuri…

In che senso?
Secondo me nell'uomo italiano è radicato un profondo conformismo sessuale. Io vendo soprattutto dildi e vibratori e credo che di fronte a questi accessori molti uomini pensino "ma io non basto?". Anche se il punto non è questo. Il sesso può essere un gioco, una continua scoperta, non deve necessariamente fossilizzarsi in una pratica da ripetere all'infinito sempre allo stesso modo. E attraverso questi gadget è possibile sbizzarrirsi. Infatti io vendo più alle coppie che alle donne single. Ma per capire questa cosa credo che a un uomo serva una certa sicurezza, che spesso si acquisisce negli anni.

Quindi sono gli uomini ad essere più intimiditi dal sesso?
Credo che le donne siano più elastiche mentalmente e più inclini a vivere anche la dimensione più giocosa della sfera sessuale. Ma anche le donne hanno dei blocchi piuttosto pesanti. Molte pensano che avvicinarsi a "certe cose" sia da donnacce. Poi però, se le ricevono in regalo zitte zitte si appassionano.

E' molto popolare come regalo?
Sai, magari viene fatto come una cosa goliardica… però a Natale ho preparato più di qualche "cesto regalo". Alcuni anche piuttosto costosi, con diversi articoli all'interno. Evidentemente l'idea piace.

Tra l'altro vedendo questi accessori c'è davvero tanta varietà: forme, colori, materiali diversi. Tutti simpatici, carini, per nulla volgari, alcuni sembrano opere di design, sarebbero da esporre, soprattutto quelli in vetro che lasciano davvero a bocca aperta. Ma tu giri sempre con tutte queste cose?
Non sono moltissime. Questo è il campionario, giusto per permettere ai miei clienti di capire di cosa si tratta. Poi ho sempre con me i cataloghi che ovviamente contengono molte più cose e spesso gli ordini si fanno su quelli. Io poi spedisco la merce direttamente a casa degli interessati, con pacchetti assolutamente anonimi.

Ti sono capitati clienti "insoliti"?
A me personalmente no. Però parlando con il gestore di un sexy shop di Padova ho scoperto che c'è più di qualche anziano interessato ai gadget sessuali. Sono ancora rari, ma ci sono. In genere sono uomini che non riescono più a star dietro ai ritmi della moglie.

Ci puoi dare qualche indiscrezione sui tuoi clienti del bassanese?
Assolutamente no. Ti posso dire solo che sono per lo più clienti fissi, che spesso non badano a spese.

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