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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Poltrone e Sofà

Due o tre cose sulla débâcle di Paolo Bordignon nella corsa alla presidenza del Consorzio di Bonifica Brenta e sul gesto della sua lista di abbandonare l’assemblea per impedire l’elezione del nuovo presidente e vicepresidente

Pubblicato il 05-03-2025
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“Per un punto Martin perse la cappa”.
Così sta scritto sull’Asso di Coppe delle classicissime carte da gioco trevisane.
Scusatemi, ma sono reduce dal precedente articolo che ho voluto dedicare - per prendermi anche un momento di relax giornalistico tra un casino e l’altro dell’attualità bassanese - alla colorita e casereccia gara di scopa organizzata una volta all’anno da Giovanni “Doro” Scapin, ed evidentemente ne sento ancora le conseguenze.

Amarcord: la festa di Paolo Bordignon con la sua lista dopo il risultato delle elezioni dello scorso 15 dicembre (archivio Bassanonet)

Ma il motto dell’Asso di Coppe rappresenta la perfetta sintesi di quello che è accaduto l’altro ieri sera nell’assemblea per l’elezione dei nuovi organi direttivi del Consorzio di Bonifica Brenta.
Perché Paolo Bordignon, che ha sempre pensato di avere la presidenza del Consorzio in tasca, forte del risultato delle elezioni consorziali dello scorso 15 dicembre nelle quali la sua lista “L’Acqua è Vita - Bordignon Presidente” è stata la più votata dagli elettori, ha veramente perso la cappa per un punto.
Esattamente 14 a 13, qual è stato esito della votazione per l’elezione del nuovo CdA dell’ente, per il quale sono stati decisivi i voti dei quattro membri “non eletti” dell’assemblea e nominati dalle tre Province e dalla Regione, come riportato nel nostro articolo di ieri “La Tempesta Perfetta”.
Dunque, ricapitolando e sempre per chiarezza:
10 membri eletti delle due liste Coldiretti e Mezzalira (7 + 3) + 4 membri non eletti, in rappresentanza delle 3 Province e della Regione = 14 voti.
10 membri eletti della lista di Paolo Bordignon + 3 membri non eletti, in rappresentanza dei Comuni = 13 voti.
Per un punto Bordignon perse il Consorzio.

Adesso il CdA del Consorzio di Bonifica Brenta, composto dai 4 esponenti eletti l’altro ieri sera, è in mano a quella che potremmo definire la “coalizione di larghe intese” tra la lista del mondo agricolo rappresentata dalla Coldiretti e la lista civica di Giustino Mezzalira.
Tuttavia è un Consiglio di Amministrazione acefalo, per cui il nuovo vertice consorziale non può essere operativo.
Mancano ancora il nuovo presidente e vicepresidente, perché Bordignon e i suoi, subito dopo la clamorosa sconfitta per la conquista del CdA, sono usciti dall’assemblea facendo mancare il quorum e impedendo in questo modo l’elezione delle due nuove massime cariche del Consorzio.
Come ho già avuto modo di scrivere e come ribadisco anche in questa sede, è stata davvero una Tempesta Perfetta, ma c’è chi ha preferito abbandonare la nave piuttosto che affidare il timone agli altri.
Ora però è arrivato il momento di aggiungere due o tre cose su questo comportamento che definire “anomalo” sarebbe riduttivo.

Quello che colpisce, nelle dichiarazioni della lista di Bordignon dopo la débâcle, è l’interpretazione della sconfitta interamente proiettata sul piano politico.
Così ha testualmente affermato il comunicato stampa della lista “L’Acqua è Vita - Bordignon Presidente”:
“Coldiretti, che rappresenta il mondo agricolo, sostenuto dal partito “Fratelli d’Italia”, ha stipulato un patto ferreo con gli ambientalisti del “NO” legati al PD e alla sinistra verde, che sono contrari ad ogni forma di manutenzione e crescita del territorio.”
I perdenti ricordano inoltre di avere “invano tentato, nelle settimane scorse, di raggiungere un accordo sul programma con le altre liste, che non hanno mostrato alcuna apertura”.
In realtà Bordignon, come da lui stesso dichiarato lo scorso 12 febbraio a Bassanonet, aveva “fatto un’apertura” alla sola Coldiretti, e a livello regionale, e stava ancora “aspettando la risposta”.
Ecco perché l’esito del voto in assemblea è stato questa volta commentato, per conto della Coldiretti, dal presidente regionale Carlo Salvan e non dal presidente provinciale di Coldiretti Vicenza Pietro Guderzo.
È oltretutto singolare che un politico navigato come Paolo Bordignon, per dieci anni sindaco di Rosà e attuale vicesindaco, non si sia reso conto già in campagna elettorale che tra la lista di Coldiretti e quella di Mezzalira, entrambe scese in campo per un drastico rinnovo nella gestione del Consorzio, c’erano molti più punti di contatto rispetto alla sua che invece si presentava dichiaratamente in continuità con la gestione uscente della presidenza Sonza.
E che Bordignon sia “un politico navigato” non l’ho scritto a caso.
È infatti la chiave di lettura per affermare che il vero politico, in tutta questa storia, è proprio lui.

“La politica non c’entra e dentro la lista ci sono candidati di tutti gli orientamenti”, aveva dichiarato lo scorso 7 dicembre Paolo Bordignon alla conferenza stampa di presentazione della sua candidatura alla Torre di Malta a Cittadella.
Ora che ha perso, accusa il mondo agricolo “sostenuto dal partito Fratelli d’Italia” di aver stretto un patto ferreo “con gli ambientalisti del “NO” legati al PD e alla sinistra verde”.
Insomma: tutto quanto è politica, fuorché a casa sua e nella sua lista.
La qual cosa stride con la logica di base, trattandosi di uno dei più noti esponenti della Lega del nostro territorio, per un decennio sindaco nel pluridecennale feudo leghista di Rosà, politicamente vicino a Manuela Lanzarin di cui lui è stato assessore nei dieci anni in cui lei è stata sindaco (non a caso, nell’ultimo quinquennio 2020-2025 Bordignon è stato il rappresentante nominato dalla Regione Veneto nel consiglio del Consorzio di Bonifica Brenta).
Non possiamo fingere di chiudere gli occhi: dietro le quinte della corsa per la conquista delle Poltrone e Sofà degli enti territoriali, qualsiasi essi siano, la politica c’è sempre stata e ci sarà ancora e sempre.
E se è vero che la lista di Coldiretti è stata appoggiata da Fratelli d’Italia, è altrettanto vero che la lista di Bordignon è espressione della “vecchia guardia” del Consorzio di Bonifica, sostenuta dalla Lega.
Uno a zero e palla al centro, in questa eterna partita tra i due partiti del centrodestra, quasi come anteprima delle schermaglie d’autunno per la presidenza della Regione.

A intervenire sulla serata dei lunghi coltelli all’assemblea del Consorzio è anche la politica ufficiale.
Renzo Masolo e Andrea Zanoni, che ormai trasmettono comunicati scritti sempre a quattro mani come consiglieri regionali di Europa Verde, affermano che quanto avvenuto “è semplicemente vergognoso”, lasciando “agricoltori e cittadini veneti in stallo per i capricci della Lega”.
E su Paolo Bordignon aggiungono:
“Fa specie constatare come un rappresentante della Lega, partito che da decenni governa in Veneto, con esperienze amministrative alle spalle che avrebbero dovuto renderlo più assennato, ceda a derive personalistiche che non fanno certo il bene dei veneti.”
Mentre la padovana Vanessa Camani, che è la capogruppo del Partito Democratico nel consiglio regionale, riguardo alla lista di Bordignon parla esplicitamente di “lista di partito presentata dalla Lega”, di “Lega frustrata dal risultato” dell’assemblea e di un Consorzio “ostaggio di un partito politico”.
“L’assemblea era nelle condizioni di procedere con l’indicazione di tutti gli incarichi - commenta causticamente Camani -, ma la Lega ha deciso ancora una volta di bloccare tutto, comportandosi come un bambino offeso per il goal subito e che portandosi via il pallone impedisce anche agli altri di giocare la partita.”
Che dire?
Sarebbe cosa buona e giusta che la lista di Bordignon restituisca il pallone, prenda atto della sconfitta, se ne faccia una ragione e non si perda in ulteriori tentativi di bloccare la ripartenza operativa del Consorzio.
Lo conferma anche la scritta su un altro asso delle carte trevisane, l’Asso di Bastoni:
“Se ti perdi tuo danno”.

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