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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

L'ingegno veneto dalla @ alla zeta

Inaugurata al Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar di Romano d'Ezzelino la “Galleria del motorismo, mobilità e ingegno veneto”, anteprima della futura mostra al Polo Museale Santa Chiara di Bassano. “Il Veneto è la Silicon Valley italiana"

Pubblicato il 05-03-2011
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“Nel secolo scorso, le statue sono state erette ai dittatori: Mussolini, Hitler, Stalin, Mao, Saddam Hussein, Castro. Ora, in questo secolo, mi piacerebbe che venisse eretta una statua ad un Doge.”
Il conte Giannino Marzotto - il “pilota in doppiopetto”, vincitore di due Mille Miglia e di due gare in Formula 1 - non ha mai peli sulla lingua, anche in un'occasione diplomatica come l'inaugurazione di una mostra. L'inaugurazione in questione è quella della “Galleria del motorismo, mobilità e ingegno veneto”, a lui intitolata, che da oggi e per i prossimi due anni occuperà gli spazi del Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar di Romano d'Ezzelino.
La stessa mostra che, moltiplicata per dieci, sarà il nucleo permanente della Galleria dedicata ai primati e alle invenzioni del “genio veneto” che sarà allestita nel futuro Polo Museale Santa Chiara a Bassano.

Il presidente della Fondazione “Museo dell'Automobile” Nino Balestra, il sindaco di Romano d'Ezzelino Rossella Olivo e il conte Giannino Marzotto

“Il Veneto è la Silicon Valley italiana” - aggiunge Marzotto, presente al taglio del nastro assieme al presidente della Fondazione “Museo dell'Automobile” Nino Balestra e al sindaco di Romano d'Ezzelino Rossella Olivo.
Un omaggio all'epoca dei Dogi, da parte del conte Giannino, che non è casuale: perché l'ingegno veneto imparò a diffondersi nel mondo sin dai tempi della Serenissima.
Al punto che l'ingresso della mostra è dedicato all'Arsenale di Venezia, la fabbrica delle navi della Repubblica di San Marco, industria-simbolo della mobilità sotto l'insegna del Leone Alato.
E c'è anche Marco Polo: in veste di guida “virtuale” della rassegna. Un percorso espositivo - immortalato in parte dalla nostra photogallery - che ci accompagna attraverso i primati dell'ingegno, dell'inventiva e del coraggio di casa nostra: dalle prime sospensioni della storia, inventate dal veneziano Fausto Verantio nel 1595 al primo motore a benzina del mondo (1882) e alla prima auto italiana(1894), entrambi frutti dell'ingegnosa mente del veronese Enrico Bernardi.
Passando per il primo dirigibile italiano, copyright del conte Almerico da Schio, e per le figure dell'insigne ingegnere di Solagna Bartolomeo Ferracina, dell'ing. Luigi Negrelli, progettista del Canale di Suez, e della contessa veneziana Elsa Albrizzi, prima donna al mondo presidente di un Automobil Club e pilota di corsa.
C'è il gassificatore degli anni '40, usato per la carenza di benzina in tempo di guerra, e un angolo dedicato al raid Roma-Tokyo del thienese Arturo Ferrarin.
E via così, attraverso i protagonisti della mobilità e del motorismo - compresi i piloti Omobono Tenni, Sandro Munari, Luca Badoer, Miki Biasion, il team di Formula 1 Benetton e industrie in prima linea come Fiamm, Ceccato, Laverda e Aprilia - per arrivare al vicentino Federico Faggin, inventore del microchip e all'impressionante motopropulsore Ferrari F40 GT/E curato dal “mago dei motori” padovano Michelotto.
Fino all'ingegno artigiano del team “Breganze Motociclette Italiane”, che costruisce ai giorni nostri motociclette ispirate agli storici modelli della Laverda.
E a proposito: lo sapevate che la @, usata per mandare miliardi di email in tutto il mondo, è nata in Veneto? E' un'altra delle tante scoperte che si possono fare visitando la mostra.
“Nel 1971 - spiega un pannello della rassegna, corredato di immagine di un documento della Serenissima - la Difesa americana doveva trovare una lettera diversa da tutte le altre al fine di comunicare fra i primi computer del Pentagono. Scopersero che fra il 1400 e il 1500 le lettere commerciali della Repubblica di Venezia usavano spesso la @ come unità di misura indefinita, quella che oggi indichiamo come un “tot”. Da vent'anni è il segno più diffuso nel mondo, simbolo della massima mobilità del pensiero”.
L'ingegno veneto, applicato al motorismo e alla mobilità, è tutto qui: racchiuso in questa incredibile mostra che lo racconta dalla @ alla zeta.

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