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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Striscia la mestizia
Ci risiamo: su “Striscia la Notizia” è riapparso l'eterno stereotipo di Bassano del Grappa città di imbriagoni
Pubblicato il 05-03-2021
Visto 7.856 volte
Stendiamo un pietoso drink. Sulla “Bassano da bere”, vale a dire sull'eterno stereotipo di Bassano del Grappa come la città del gomito alzato a prescindere, mi sono occupato a più riprese nei vari anni di avventure giornalistiche su questo portale. Non riusciamo proprio a liberarcene e chissà per quanto tempo questo infelice luogo comune continuerà a rimanerci sul groppone. I pregiudizi, del resto, derivano dall'ignoranza e nel toponimo di Bassano ci troviamo ancora e sempre a pagare lo scotto di una parola (“Grappa”) che indica il Monte a noi sacro e che invece risuona alle orecchie dei tantissimi analfabeti funzionali in giro per l'Italia e non solo come un richiamo al distillato di vinacce, che peraltro annovera proprio a Bassano alcune tra le più importanti aziende produttrici a livello nazionale.
Certamente in quanto a consumazioni alcoliche - tra aperitivi, ombre, spritz, “mezzi e mezzi”, giri di birre e via bevendo - gli avventori della nostra città non si tirano assolutamente indietro, ma da qui a etichettare Bassano come la città degli imbriagoni per antonomasia ce ne vuole. Eppure, all'interno del più ampio e pure immarcescibile luogo comune sul Veneto “popolo di ubriaconi e alcolizzati” (vero, signor Oliviero Toscani?), Bassano del Grappa continua a detenere la distorta immagine di capitale del bicchiere sempre in mano.
La maggior parte dei turisti, del resto, aspira proprio a una bottiglia di grappa quale souvenir da portarsi a casa dopo una visita al centro storico e al Ponte, come nei gloriosi tempi pre-Covid facevano le comitive, che rientrando alle loro corriere parcheggiate in attesa in viale De Gasperi riempivano il bagagliaio di distillati appena acquistati.

Fermo immagine del video di 'Striscia' su mediasetplay.mediaset.it
E il bello è (si fa per dire) che la presunta aura alcolica che pervade la nostra città può creare imbarazzanti equivoci anche tra chi, per mestiere, dovrebbe essere già correttamente informato. Mi ricordo ancora quando nel settembre del 2017 venne qui a Bassano Robert Knjaz, conduttore e autore della HRT, la televisione nazionale croata, volto televisivo famosissimo nel suo Paese. Ci trovavamo nel convento dei Padri Cappuccini di San Sebastiano al Margnan, oggetto di un servizio televisivo dell'anchor-man croato: qui infatti, all'età di 18 anni, tale Bogdan Mandić vestì l'abito francescano, diventando “Fra Leopoldo”, e svolse il noviziato. Quel giovane fraticello croato che prese i voti a Bassano sarebbe poi diventato San Leopoldo Mandić, venerato anche in Italia.
Camminando con la sua troupe tra i corridoi del convento, Knjaz aveva notato un antico calderone per la distillazione della grappa. E gli venne spontaneo pronunciare la seguente frase, ripreso dalla telecamera: “Ah...Bassano del Grappa”. Al che il suo cicerone, il Padre Guardiano del Convento fra Lanfranco Dalla Rizza, fu costretto a precisare: “No, Bassano del Grappa si chiama per il Monte...Monte Grappa”. Dunque, alla base di questi continui qui pro quo, da una parte vi è certamente l'ignoranza ovvero non conoscenza delle cose ma, dall'altra, cio è anche il risultato di una insufficiente o mancante comunicazione al resto del mondo di quello che è veramente la nostra città.
Quando poi la forzata nomea della Bassano alcolica si diffonde su uno dei programmi più seguiti dei teleschermi nazionali, ecco che la frittata è fatta in modo irreparabile.
Il programma in questione è “Striscia la Notizia” dove ieri sera è andato in onda uno spezzone satirico sul “primo vaccinato con vaccino veneto” (www.mediasetplay.mediaset.it/video/striscialanotizia/pasticcino-con-variante-veneta_F310547901135C05).
Il riferimento, ovviamente, è alla richiesta del governatore Zaia di poter disporre di tot milioni di dosi di vaccino autonomamente acquistate e direttamente gestite dalla Regione.
È stato dunque trasmesso un video, accompagnato da una musichetta e da effetti sonori in stile “oggi le comiche”, nel quale si vede un tizio incapace di reggersi in piedi per gli effetti dell'alcool che traballa e procede a zig-zag tentando inutilmente di appoggiarsi al manubrio della sua bicicletta per poi finire disteso a terra. Sul video, il commento con la voce di Ezio Greggio: “Eccolo qui il primo vaccinato col vaccino veneto. Non si regge proprio in piedi, ma si mette in marcia...”. Quando poi l'ubriaco si ribalta a terra, Greggio lancia la stoccata finale: “Questa dev'essere la variante di Bassano del Grappa. Più Grappa che Bassano.”
Et voilà. In pochi secondi, la reputazione di Bassano “città della grappa”, con tutto ciò che ne consegue, ha raggiunto lo stadio della massima consacrazione. Umorismo da bar che proprio dalle presunte consumazioni al bar dei bassanesi trae spunto per questi disinformati e offensivi siparietti. Striscia la mestizia: se quella dei seguaci degli stereotipi su Bassano è il più delle volte ignoranza colposa, questo è un triste caso di ironia dolosa.
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