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Non siamo ancora pronti per questo livello di partite. Non è una colpa, ma una semplice constatazione. Lo sapevamo già a dire il vero, ma adesso ne abbiamo la riprova. Sappiamo da settembre che Forte e Breganze fanno un campionato a sé, eppoi c'è la grande distesa di marmellata nella quale nuotano tutte le altre (Bassano incluso) e in cui con una cucchiaiata propizia allunghi verso il podio e con una spalmata maldestra invece finisce appiccicato vicino al fondo. E dunque se alla distanza si deve alzare bandiera bianca col Breganze è fatale dover sfarinarsi alla lunga pure col formidabile Barcellona sabato sera al palazzo per la Champions (alle 21). Eppure sono queste le partite che servono per crescere e maturare. E' con quelle più forti che si impara diventando grande squadra. E il Sind oggi è un eterno work in progress, un cantiere aperto che forse solamente a maggio potrà cominciare a togliere i cartelli di lavori in corso, non prima. L'obiettivo stagionale era tornare in Champions, un traguardo raggiunto inaspettatamente con dodici mesi di anticipo grazie alla tradizione e alla rinnovata credibilità internazionale del club. In campionato la meta è entrare tra le quattro, provando a stare in corsa per il podio sino alla sirena della regular season. Ecco, qui, manca certamente qualcosa: il ko di Trissino in quest'ottica è una sbandata assassina e pure il pari interno col Viareggio pesa oltremodo. Ma questo è un gruppo da assemblare gradualmente e chiaramente l'intento è chiudere minimo tra le sei al giro di boa (anche per non compromettere subito la griglia di Coppa Italia) e mutare poi passo nel ritorno scalando in classifica quel che serve.
Per il momento Bassano deve sforzarsi di pescare un alter ego al totem Garcia e ad esempio in prima linea Gimenez possiede lampi limpidissimi (col Breganze si è visto) a cui deve dare necessariamente continuità, perché l'uomo che quando ci affrontava col Forte dei Marmi ci apriva in due come una mela, parafrasando il rag. Fantozzi con la sua stimatissima Pina, è colui che può svoltare i destini giallorossi. Perché Aguaron è acclarato che l'estate prossima diventerà uomo mercato: è la pedina coi margini di miglioramento più ampi di tutti e la società farà bene a blindarlo già all'alba del nuovo anno e nel programma triennale al rialzo varato da Fincati, nel 2015 un paio di big andranno inevitabilmente scritturati. Intanto, badando al presente e al netto con l'esibizione col magno Barça, i pupi di Belligio dovranno azzeccare il terno secco con Prato, Correggio e Valdagno in sequenza per raddrizzare il ruolino in campionato. Poiché qui nessuno chiede di vincere nell'anno zero della nuova pianificazione. Ma ricominciare ad emozionarsi diventa vitale.
Fonte immagine: fcbarcelona.com/hockey
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