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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Spari dall’Alto

I sindaci di 28 Comuni dell’Alto Vicentino, di cui 13 inseriti nell’ipotetico circondario giudiziario pedemontano, scrivono una lettera al ministro della Giustizia Nordio contro il Tribunale della Pedemontana. “Progetto nostalgico e anacronistico”

Pubblicato il 14-03-2025
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Elena Pavan

“Il territorio è granitico. È un trionfo avere un territorio, un territorio anche inedito, che all’unisono ha detto sì. 70 sindaci, tre Province e la Regione, senza nessuna esitazione. E anche i Comuni più grossi, quindi Cittadella, Castelfranco e Thiene, hanno espresso adesione ferma a questo progetto.”
Era il 24 marzo 2023, quasi esattamente due anni fa, e l’allora sindaco di Bassano del Grappa Elena Pavan commentava con queste parole l’esito del primo dei tre incontri in città con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, riservato alle pubbliche amministrazioni, dei “portatori di interesse” della causa per l’apertura del Tribunale della Pedemontana.
Elena Pavan aveva citato anche Thiene, che era uno dei 68 Comuni (non 70) di tre Province che avevano aderito al progetto giudiziario Made in Bassano del Grappa.

Foto Alessandro Tich

Ma Thiene non era l’unico Comune dell’Alto Vicentino attratto all’epoca dall’idea di una giustizia pedemontana.
Dell’ipotetico circondario giudiziario pedemontano facevano e fanno ancora parte anche Breganze, Caltrano, Calvene, Carrè, Chiuppano, Cogollo del Cengio, Fara Vicentino, Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino, Salcedo, Sarcedo, Valdastico e Zanè.
Con Thiene come “capofila” sono complessivamente 14 Comuni, rientranti nel territorio di competenza dell’Ufficio del Giudice di Pace di Thiene, fatta eccezione per Montecchio Precalcino che rientra nell’Ufficio del Giudice di Pace di Vicenza.
Salcedo e Valdastico sono invece due dei 31 Comuni già costituenti il circondario dell’ex Tribunale di Bassano del Grappa.
Fatta eccezione per Calvene, si tratta degli stessi Comuni (quindi 13 in tutto) che assieme ad altre 15 amministrazioni dell’Alto Vicentino hanno trasmesso lo scorso 10 marzo, e presentato oggi a Valdagno, una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio per esprimere la propria contrarietà al progetto del Tribunale della Pedemontana.
Una compagine di 28 sindaci che si sono rivolti al ministro per “l’esigenza di dar voce ai nostri territori sulla questione del Tribunale della Pedemontana, che alcuni vorrebbero istituire a Bassano del Grappa”.
Oltre ai Comuni già citati e inseriti nella “sfera di influenza” giudiziaria pedemontana, si aggiungono ai firmatari della lettera i sindaci di Malo, Marano Vicentino, Monte di Malo, Piovene Rocchette, Posina, Recoaro Terme, San Vito di Leguzzano, Santorso, Schio, Torrebelvicino, Valdagno, Valli del Pasubio, Velo d’Astico, Villaverla e Zugliano.
Fine della lezione di geografia, non giudiziaria.
Passiamo adesso alla “polpa”.

“I promotori del Tribunale della Pedemontana - scrivono i 28 sindaci al ministro Nordio - affermano che l’apertura garantirebbe una giustizia di prossimità e avvantaggerebbe i nostri territori, accelerando i tempi dei processi, con una annunciata apertura di una sezione specializzata in materia di impresa. A noi pare che nessuno di questi vantaggi sia tuttavia reale.”
“Quanto alla prossimità, ci sembra che Vicenza sia già “prossima” per i nostri territori. Tanto più che Bassano è pressoché alla stessa distanza. Se non addirittura a distanza maggiore per taluni Comuni - continuano i primi cittadini firmatari -. Ci risulta poi che la giustizia civile sia gestita al 90 per cento in via telematica, con udienze celebrate in videoconferenza e deposito di note scritte. Con un accesso molto celere al processo.”
“Quanto ai giudici, a noi interessa che siano terzi, imparziali ed efficienti - proseguono -. Certo, è importante che conoscano il contesto in cui operano, ma questo dipende dalla loro professionalità, capacità e preparazione, e non dal luogo in cui siedono.”
“Quanto alla promessa apertura di una sezione specializzata in materia di impresa, ci pare davvero poco probabile, visto che il Tribunale delle imprese ha un’unica sede nel capoluogo di Corte d’appello”, afferma la lettera al ministro.
“Né comprendiamo - aggiunge - come questa nuova apertura possa garantire celerità od efficienza. In un momento storico in cui le risorse statali scarseggiano, con i Tribunali che lamentano carenze di organico ed economiche, l’efficienza passa attraverso la razionalizzazione delle spese fisse e il rafforzamento delle sedi già operative. La frammentazione duplica i costi e indebolisce tutte le sedi, vecchie e nuove, che dovranno spartirsi le già scarse risorse disponibili. Con perdita di efficienza.”
“Noi vogliamo, per i nostri cittadini e le nostre imprese, una giustizia efficiente, accessibile, imparziale e celere - concludono i sindaci -. E pensiamo che questo obiettivo si raggiunga corroborando il Tribunale di Vicenza e non aprendo il Tribunale della Pedemontana. Che appare un progetto nostalgico e anacronistico, inidoneo a garantire al nostro territorio una giustizia di qualità.”
Questo è dunque il pensiero di 28 amministrazioni comunali dell’Alto Vicentino.
Non c’è che dire: sono spari dall’Alto.

Nel pomeriggio è giunta in redazione la replica del sindaco di Bassano del Grappa Nicola Finco.
Il quale, oltre a dover controbattere ai suoi tre colleghi di Padova, Treviso e Vicenza Giordani, Conte e Possamai che nei giorni scorsi si sono schierati - assieme ai presidenti dei rispettivi Ordini degli Avvocati - contro il progetto del Tribunale della Pedemontana, chiedendo un incontro al riguardo col ministro Nordio, si è trovato oggi costretto a reagire anche ai suoi 28 colleghi dell’Alto Vicentino che pure hanno puntato i loro radar sul ministro Nordio per esprimere la loro opposizione alle istanze bassanesi.
Ma per motivi di spazio, anche perché merita una trattazione a parte, dedicherò alla replica del sindaco Finco il mio prossimo articolo.

Fin qui la cronaca di questa nuova ed ennesima giornata concitata per il progetto giudiziario Made in Bassano.
Non mi resta che aggiungere alcune considerazioni conclusive.
Quanto accaduto non è cosa da poco perché se togliamo i 13 Comuni “dissidenti” dell’Alto Vicentino, cambia già drasticamente lo scenario di riferimento.
L’ipotetico Tribunale della Pedemontana Veneta non solo vedrebbe infatti restringersi il circondario da 68 a 55 Comuni, ma perderebbe anche un pezzo importante di quella stessa Pedemontana da cui prende il nome.
Colpisce sicuramente il fatto che la città di Thiene e le altre dodici municipalità del suo comprensorio allargato, oggi fermamente contrarie al progetto, soltanto due anni fa facevano parte della “Supersquadra Pedemontana” (come dal mio titolo dell’epoca) delle pubbliche amministrazioni che nel marzo del 2023 avevano confermato la loro adesione alla causa bassanese in quel primo incontro col sottosegretario Ostellari.
Con la sola esclusione del Comune di Caltrano, che aveva espresso le proprie riserve sin dall'inizio.
Ma dal 2023 ad oggi sono successe due cose importanti.
La prima è stata il cambio della guardia in vari Comuni dell’Alto Vicentino a seguito delle elezioni amministrative del 2024.
E nuovi sindaci sono stati eletti in ben 11 dei 13 Comuni del teorico circondario giudiziario pedemontano, compresi tra i 28 firmatari della lettera al ministro Nordio: Breganze, Caltrano, Carrè, Chiuppano, Fara Vicentino, Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino, Salcedo, Sarcedo, Valdastico e Zanè.
Col rinnovo delle amministrazioni comunali, è evidentemente mutata anche la sensibilità nei confronti del progetto del Tribunale della Pedemontana, alla luce anche del secondo importante elemento entrato in gioco dal 2023 ad oggi.
Vale a dire una progressiva e generale presa di coscienza critica sull’effettiva fattibilità del progetto giudiziario pedemontano, per le note vicissitudini che lo hanno riguardato, diversamente dai tempi dei tre incontri bassanesi col sottosegretario Ostellari, quando tutto sembrava essere una corsa senza ostacoli.
Insomma, per riesumare lo slogan elettorale del sindaco Pavan: #SiCambia, perlomeno nell’Alto Vicentino.
E poco importa il fatto che ben 7 dei 28 Comuni firmatari della lettera al ministro della Giustizia - vale a dire, in ordine alfabetico: Breganze, Malo, San Vito di Leguzzano, Sarcedo, Schio, Thiene e Valdagno - facciano parte di quell’Area Urbana Pedemontana, comprendente 13 Comuni, di cui Bassano del Grappa è il Comune capofila.
Finché ci sono da intercettare finanziamenti europei, qual è lo scopo dell’Area Urbana Pedemontana, si può andare d'amore e d’accordo da Mussolente a Valdagno.
Ma quando entra in gioco la geografia giudiziaria, è un’alleanza che non Thiene.

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