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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

¡Hola Argentina!

Il giorno dopo l'elezione di Papa Francesco, un gruppo di giovani aspiranti imprenditori argentini visita Bassano. “Il Vaticano è sempre stato per noi qualcosa di lontano. Adesso, viceversa, lo sentiremo più vicino”

Pubblicato il 14-03-2013
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Brassaï. L’occhio di Parigi

I connazionali di Papa Francesco entrano nella Grapperia Nardini sul Ponte di Bassano poco prima delle 18. Un momento di pausa e di relax, con inevitabile mezo e mezo, dopo l'ennesima tappa del loro giro conoscitivo del Veneto che poco prima li aveva portati a visitare lo stabilimento e le “Bolle” della celebre distilleria bassanese.
Sono tutti giovani e - come una consistente parte della popolazione del loro Paese - portano cognomi di origine veneta. Argentini di belle speranze che provengono in gran parte dalle città di Rio Cuarto (provincia di Córdoba) e di Rosario (provincia di Santa Fe).
Sei di loro fanno parte di una delegazione giunta dalle nostre parti per studiare e scoprire i segreti dell'economia del Nordest grazie a un progetto italo-argentino rivolto ai giovani aspiranti imprenditori. Il settimo fa invece parte di un secondo gruppo, che ha seguito un corso di formazione sulla cultura e l'economia del Veneto promosso dalla Regione per il tramite del CPV-Centro Produttività Veneto e dell'Ente Vicentini del Mondo: 150 ore di full immersion nella ex locomotiva d'Italia coordinate dal tutor Saverio Mirijello.

La delegazione argentina alla Grapperia Nardini di Bassano. Al centro, con gli occhiali, Marco Targhetta (foto Alessandro Tich)

A questo secondo gruppo appartengono anche nove ragazzi brasiliani, che come i loro coetanei argentini stanno sperimentando, a diretto contatto con le aziende del nostro territorio, le prove tecniche del loro futuro. In mezzo a loro c'è anche Camila Baggio, giovane giornalista da Flores da Cunha (stato del Rio Grande do Sul) che sta effettuando un reportage sull'intensa trasferta dei due gruppi sudamericani in terra veneta. Il brindisi da Nardini è quasi una piccola festa per la conclusione della loro avventura: domani infatti, dopo un mese di studio e di incontri, ripartiranno tutti a casa.
Per gli argentini, ovviamente, non è un giorno qualsiasi: travolti da improvvisa notorietà dopo l'elezione al Soglio di Pietro dell'arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. “Non ci spettavamo un risultato del genere. Ieri sera ci trovavamo tutti in albergo a Vicenza. Quando in televisione abbiamo visto la fumada blanca abbiamo pensato che, visti i pochi giorni di durata del Conclave, fosse stato eletto un Papa italiano.”
Chi parla è Marco Targhetta, da Rio Cuarto, cognome di origini trevigiane, rappresentante del C.A.V.A. (Comitato Associazioni Venete dell'Argentina) che assieme all'Università di Rio Cuarto e alla Federazione Giovani Imprenditori Argentini ha promosso e organizzato il viaggio di studio e di formazione del primo gruppo di giovani ospiti.
“L'iniziativa - ci spiega Targhetta, in perfetto italiano - nasce da un corso per giovani imprenditori in Argentina, in cui i ragazzi sono stati invitati a presentare un loro business plan. Tre di loro sono stati selezionati e sono stati con noi in giro per il Veneto, per scoprire il tessuto produttivo ed economico.”
Chiediamo agli argentinos di mettersi in gruppo per scattare la foto a corredo di questo articolo. Su un tavolo della Grapperia siede una coppia che sta sorseggiando l'aperitivo: appena capisce da dove arriva quel gruppetto sorridente fa partire, spontaneo, un applauso. Altre persone, più tardi, vanno a stringere le mani: “Complimenti per il Papa”. E' proprio vero: più grande e planetario è l'evento - come è l'elezione di un Papa -, e più piccolo è il mondo.
“Anche per noi argentini - continua Marco - non è facile ancora capire quello che l'elezione di questo Papa significa. Il Papa ha detto che viene da lontano. E il Vaticano per noi è sempre stato qualcosa di lontano. Adesso, viceversa, lo sentiremo più vicino. I primi pensieri espressi dal Pontefice ce lo fanno sperare.”
Ma cosa si aspetta un giovane argentino da un Papa argentino?
“Mi auguro - risponde il nostro giovane interlocutore - che possa trovare il modo di avvicinare i popoli. Servono più dialogo, una risposta più unita e soluzioni congiunte in questo momento di crisi.”
Ed è inevitabile, parlando di crisi, fare un raffronto con la drammatica situazione argentina di una dozzina di anni fa.
“Oggi l'Argentina, dopo la grande crisi del 2001, va tanto meglio - testimonia Marco Targhetta -. Ricordo, in quell'epoca, tutti i consolati italiani nel mio Paese: c'erano code di centinaia di persone che volevano andare via, tornare in Europa, in Italia. Adesso stiamo riemergendo e le code sono più corte. Sono ritornati i giovani che una volta sono andati via. In questa crisi di adesso in Italia sta accadendo la stessa cosa: molti giovani se ne vanno in Australia, in Canada, in Gran Bretagna. Mi auguro che si riprenda anche l'Italia, dove tutti continuano ad andare avanti. Il Veneto è il miglior esempio della grinta delle persone che non mollano mai, e che portano avanti l'Italia col lavoro.”
¡Hola Argentina! E muchas gracias per le parole di speranza.

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