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Alessandro TichAlessandro Tich
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Gioventù Premiata

Studenti modello e sportivi di successo: riflettori accesi sul Premio Profitto e Sport “Bruno Camolese” riservato ai giovani dal Panathlon di Bassano. Lo spirito dell’iniziativa nell’intervista al prof. Ernesto Toso, del direttivo del Club

Pubblicato il 14-03-2024
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Studente modello e, tanto per fare rima, sportivo di cartello.
È la doppia eccellenza che identifica i destinatari del Premio Profitto e Sport “Bruno Camolese” istituito dal Panathlon Club di Bassano del Grappa e giunto alla 41° edizione.
Un riconoscimento che ogni anno accende i riflettori su un bel plotone di ragazzi e di ragazze del nostro territorio, delle scuole medie e delle scuole superiori per usare le denominazioni di una volta, che vantano nel loro palmares personale ottimi voti a scuola - e per ottimi si intende dalla media dell’8 in su - e lusinghieri risultati nello sport.

Foto di gruppo con i ragazzi premiati

Anche quest’anno i giovani studiosi agonisti o se preferite i giovani agonisti studiosi sono stati al centro della cerimonia di premiazione tenutasi all’hotel Belvedere in città, sotto la regia del presidente del Panathlon Club bassanese Andrea Minchio, che a gennaio ha raccolto il testimone dal past president Alberto Calsamiglia, e del suo direttivo.
Sono state ben 56 le segnalazioni di studenti sportivi pervenute dagli istituti scolastici, di cui 27 dalle scuole medie e 29 dalle scuole superiori.
Lo so, lo so: bisognerebbe dire “scuole secondarie di primo grado” e “scuole secondarie di secondo grado”, ma consentitemi di eliminare da questo articolo le terminologie troppo burocratiche.
Tutti i segnalati hanno ricevuto un attestato di partecipazione e dalla rosa di nomi proposti la commissione interna del Panathlon ha selezionato i più meritevoli, 18 tra ragazzi e ragazze in tutto, a ciascuno dei quali è stato consegnato un buono fino a 500 euro per l’acquisto di abbigliamento sportivo.
Il Premio Profitto e Sport è il service più importante del Club Service cittadino ed è intitolato a Bruno Camolese, che fu anch’egli studente modello e poi sportivo di cartello (calciatore del Lanerossi e della Lazio in Serie A), fondatore e primo presidente del Panathlon bassanese nonché manager delle Smalterie.
A ricordarne la figura, alla cerimonia di premiazione che ha visto anche l’intervento del sindaco Elena Pavan e dell’assessore comunale allo Sport Mariano Scotton, è stata la nipote Cristina Smiderle.
Ma al di là del resoconto di cronaca, si impone all’attenzione la sempreverde attualità di un riconoscimento che da oltre 40 anni a questa parte vuole conferire il giusto tributo alla capacità dei giovani di impegnarsi con successo nei due maggiori cimenti della loro età: la scuola e, per chi le pratica, le discipline sportive.
E allora cerchiamo di capire qual è lo spirito che anima l’iniziativa dietro le quinte, chiedendo lumi al riguardo al professor Ernesto Toso, insegnante di educazione fisica e componente del direttivo del Club bassanese che viene a trovarci in redazione assieme al collega, sia come docente che come panathleta, Gianfranco Gottardi.

Professor Toso, qual è la “molla” che ha fatto nascere il Premio Profitto e Sport?
Il Premio Profitto e Sport parte dal 1981 e all’inizio era riservato solamente alle classi delle scuole medie superiori. Consisteva nel fare un sondaggio, favorito dagli insegnanti di educazione fisica che presentavano gli studenti e le studentesse con risultati scolastici buoni, dall’8 al 10, e con risultati sportivi, alla stessa maniera, di un certo livello. A quel tempo il presidente del Panathlon era Sergio Campana e credo che uno dei promotori di questa iniziativa sia stato il professor Mario Rigoni. Poi nel 1994 il Premio è stato esteso anche alle scuole medie inferiori.

In sostanza, si vuole premiare chi fa bene lo sport ma ha anche una buona, anzi ottima pagella. È questo l’obiettivo?
Sì, l’obiettivo è sempre stato quello di premiare chi aveva buoni voti e anche dei risultati sportivi che non erano del tipo “primo in parrocchia” o “primo alla sagra”. Quindi risultati di un certo livello. Anche quest’anno abbiamo avuto dei bravi ragazzi, sicuramente come profitto e anche come attività sportiva.

Che risposta avete dalle scuole? Collaborano, sono propositive?
Noi abbiamo i nostri colleghi professori, c’è un momento in cui si distribuiscono dei formulari per completarli con i dati anagrafici dei ragazzi, con la classe di appartenenza e con i risultati scolastici e poi tutto l’elenco delle gare e attività sportive che hanno svolto.

Il messaggio quindi è che applicarsi nello studio non ruba tempo allo sport e viceversa?
È così. Effettivamente anche quest’anno abbiamo avuto, e parlo delle scuole medie inferiori, dei risultati ad esempio con un ragazzo di Marostica, Andrea Endrizzi, che fa le gare di ciclismo. Il che comporta, per conto mio, parecchie ore di allenamento per arrivare a certi livelli agonistici come il campionato italiano e compagnia bella. Abbiamo avuto dei nuotatori e lei sa bene che nel nuoto, per arrivare a un certo livello, devi assolutamente andare in piscina alla mattina presto e al pomeriggio e sopportare vasche avanti e indietro. Sicuramente anche questi giovani che fanno parte della scuola media inferiore dimostrano già un certo bel carattere, una passione e uno spirito di sacrificio da apprezzare.

E questo spirito può aiutare poi anche da adulti?
Io come insegnante ne ho visti… Sono stato un ex sportivo anch’io, ho fatto un’attività che mi piaceva e ho continuato poi a proporla per i ragazzi. È ormai risaputo che ci sono anche casi non positivi di atleti che non sono un esempio da seguire, ma nella maggior parte dei casi mi sembra che anche a livello superiore gli atleti siano delle brave persone. Un bell’esempio per i nostri ragazzi, anche recente, può essere quello del buon Jannik Sinner.

Al di là del Premio Profitto e Sport, i giovani possono costituire una risorsa anche per il Panathlon?
Sì, certo. Con il presidente Andrea Minchio e come consiglio direttivo ci proponiamo di promuovere delle iniziative, a livello locale e intercomunale, per riuscire anche ad aggregare e ad affiliare qualche giovane e non solamente rimanere noi di una certa età. Quindi con queste manifestazioni speriamo di poter attrarre anche qualche giovane in più.

Ma un giovane cosa può trovare in un Club come il Panathlon?
Beh, bella domanda! Credo che un giovane possa proporre delle idee anche nuove. Noi siamo un gruppo di personaggi ormai “navigati”. Un giovane potrebbe portar dentro qualche iniziativa, uno spirito anche diverso e coinvolgere anche noi, che non ci consideriamo ancora anziani ma abbiamo ancora un certo spirito sportivo. Potrebbe essere uno stimolo anche per noi.

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