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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Conca d'Oro, un modello per la Regione

L'assessore regionale Sernagiotto visita la fattoria sociale bassanese quale “caso di studio” per la riforma del sistema delle risorse a sostegno della disabilità. Presentato anche il progetto di Casa Rubbi, ormai in fase di avvio

Pubblicato il 15-07-2011
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“La coltivazione della terra richiede un ordine che dà la possibilità di ordinare la mente”. E' l'idea di fondo - ribadita dal presidente di Conca d'Oro onlus Fabio Comunello - attorno alla quale ruotano tutte le attività della fattoria sociale ubicata nella splendida conca a nord di Bassano del Grappa, all'imbocco della Valsugana.
Ed è il principio ispiratore anche dei nuovi e futuri progetti per l'inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità psichica promossi dalla Fondazione Pirani Cremona, di cui il progetto Conca d'Oro è una felice e ormai consolidata emanazione.
L'assessore regionale ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto ascolta con attenzione, replica e commenta, chiede alla segretaria di prendere appunti.

Foto di gruppo dei partecipanti con l'assessore regionale ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto

Quella dell'amministratore regionale non è la solita visita istituzionale o di cortesia: Sernagiotto è qui per studiare il funzionamento della fattoria sociale e avere gli spunti decisivi per la “grande riforma” che ha in mente di fare, entro la fine del suo mandato, nella distribuzione delle risorse per la disabilità.
Un nuovo sistema che “permetta di far uscire i ragazzi di Ceod” e favorisca lo sviluppo nel territorio veneto di strutture aperte, come Conca d'Oro, “dove il disabile - sottolinea Sernagiotto - può lavorare o, nei casi più gravi, semplicemente guardare gli altri che lavorano invece di star seduto su una sedia tutto il giorno a guardare un muro.”
Per l'incontro con l'assessore si mobilitano gli stati generali della Fondazione Pirani Cremona, con la presidente Maria Paola Gallo in testa, e di un'associazione da sempre in prima linea nel nostro territorio come l'Anffas.
Ma ci sono anche, tra gli altri, il sindaco Stefano Cimatti e l'assessore bassanese al sociale Lorenza Breda, il direttore generale dell'Ulss Valerio Alberti, il vicepresidente della Provincia Dino Secco e la collega di giunta dell'atteso ospite Elena Donazzan.
Il presidente Comunello, che fa gli onori di casa, presenta la nuova proposta del “Progetto integrato di biofattorie sociali e comunità agricole”, che si propone di trasformare alcune proprietà della Fondazione Pirani Cremona in aree residenziali e produttive a sostegno dei progetti di vita di persone con disabilità leggera e medio-grave.
La prima parte del progetto, già realizzata, è appunto la Fattoria Sociale Conca d'Oro, che ospita attualmente 7 ragazzi nella comunità alloggio più un'altra quindicina di giovani che vi trascorrono la giornata, coltivando la terra e partecipando alle altre attività, tra cui la vendita al pubblico dei prodotti agricoli trasformati.
“Il nostro è un esempio di impresa sociale - spiega il presidente -. Bisogna fare impresa e non servizi assistenziali, e dare un senso evolutivo e formativo al lavoro. Dobbiamo cercare l'etica del profitto facendo impresa, attraverso l'acquisto dei prodotti responsabile e informato e far sì che il sociale non sia sempre considerato un'“idrovora” di denaro pubblico. Il profitto della fattoria viene quindi investito in progetti non redditivi, ad esempio per i ragazzi autistici.”
Sernagiotto annuisce e approva: si capisce che sta ascoltando proprio quello che voleva sentire. “Noi spendiamo 145 milioni all'anno per i Ceod - dichiara - e in base ai calcoli dei miei uffici, almeno 20 milioni vengono buttati via. Sono risorse che vanno meglio distribuite, ad esempio per dare anche uno stipendio minimo agli ospiti che lavorano in strutture come questa, e che fanno parte della collettività.”
Ma lo step decisivo del progetto integrato delle biofattorie sociali - oltre alla Biofattoria Vittorelli, ancora in fase progettuale, su un terreno di 10 ettari a Romano d'Ezzelino - è rappresentato da Casa Rubbi. Per il grande complesso per la disabilità atteso da anni, su una superficie di oltre 35mila metri quadri di proprietà della Fondazione a ridosso dell'ospedale San Bassiano, siamo ormai alla fase decisiva.
Come anticipato a Bassanonet dall'assessore Lorenza Breda, il cambio di destinazione d'uso dell'area da “agricola” a “servizi” approderà finalmente in consiglio comunale il prossimo 26 luglio, mentre in autunno partirà tutto l'iter per il piano attuativo. L'insediamento di Casa Rubbi, che sarà realizzato a stralci, prevede oltre 4mila metri quadri di fabbricati e oltre 28mila metri quadri di superficie agricola. “Un progetto partecipato con le famiglie - spiega il progettista, arch. Carmine Abate - che avrà l'autosufficienza energetica e potrà persino vendere l'energia prodotta in eccesso al proprio fabbisogno.”
Un annesso rustico per la lavorazione dei prodotti, serre per coltivazioni agricole, un centro terapeutico con ostello per famiglie e bed and breakfast, un secondo centro terapeutico con sala polifunzionale: Casa Rubbi avrà questo e altro.
E intanto l'assessore Sernagiotto chiede di aver una copia dei resoconti di attività e del business plan della fattoria sociale Conca d'Oro per conoscerne “cifre, lavori, tempi e metodi.”
“Vogliamo costruire un modello - ci dice - per la ridistribuzione delle risorse. E' ora di riformare il sistema, tenendo comunque conto di quello che già abbiamo. Non è giusto che un Ceod prenda 100 euro di risorse pubbliche per un ospite, e una struttura come questa, che offre un progetto di lavoro e di vita a persone in difficoltà, ne prenda zero. Le fattorie sociali sono una priorità. Sono le “zone industriali” per i nostri ragazzi meno fortunati”.

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