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Carte false alla Motorizzazione
Eseguite dalla Polstrada di Vicenza misure cautelari nei confronti di tre dipendenti della Motorizzazione Civile di Vicenza, di cui uno di Pove, e di un complice. Dietro compenso, favorivano revisioni “fantasma” e rilascio di patenti contraffatte
Pubblicato il 09-03-2015
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Si è chiuso il cerchio dell’operazione “Samarcanda” della Polizia Stradale di Vicenza sul giro di false revisioni, patenti contraffatte rivendute e recupero punti sulla patente, messo in atto da dipendenti infedeli della Motorizzazione Civile di Vicenza che già lo scorso ottobre - a seguito di indagini scattate ancora nel novembre 2012 - aveva portato a una serie di perquisizioni, a 63 avvisi di garanzia e a quattro misure cautelari. Misure restrittive, disposte dalla Corte d'Appello di Venezia, che ieri - dopo che la Cassazione ha respinto i ricorsi degli indagati - sono state finalmente eseguite.
Destinatari delle misure cautelari, tre tecnici revisori della Motorizzazione berica: il funzionario Cristiano Timillero, 56 anni, residente a Pove del Grappa in via Romanelle; Michele Canale, 52 anni, di San Pietro in Gu e Rocco Salvatelli, 58 anni, di Vicenza. I primi due agli arresti domiciliari, il terzo con l’obbligo di firma. Arresti domiciliari anche per Francesco Palazzo, 55 anni, di San Pietro in Gu, maresciallo dei carabinieri in pensione, “mediatore” degli affari illeciti collegato soprattutto con Canale.
Scoperte dalla Polstrada una decina di patenti false, sottratte in bianco alla Motorizzazione, contraffatte, e consegnate, dietro pagamento, a soggetti ignari perché convinti di conseguirle regolarmente. Ma c'è stato anche chi, con la patente ritirata, ha pagato fino a 3000 euro per riavere il documento di guida. 500 euro era invece la tariffa per ricurerare i punti persi nella patente medesima.
Non erano in gran parte ignari invece gli autotrasportatori e privati cittadini che hanno beneficiato - sempre dietro compenso - della falsa revisione dei propri veicoli presso officine compiacenti.
Accertati 40 veicoli “fantasma”: mezzi mai andati in officina, eppure revisionati.
Altri 96 veicoli, che risultavano revisionati, sono stati invece solo in parte ispezionati: alcuni di questi, come emerso dalle intercettazioni telefoniche, erano mezzi scassati o, testualmente, “con un casino di rogne”.
I quali tuttavia, nella certificazione apposta sul libretto, risultavano regolari e senza problemi.
Per quanto riguarda in particolare i mezzi adibiti all'autotrasporto di merci, veniva fornita una falsa attestazione del superamento dell'annuale visita di revisione obbligatoria. In uno dei casi scoperti, un mezzo pesante risultava revisionato a Vicenza mentre si trovava sotto sequestro a Lucca.
Altri camion con rimorchio hanno ottenuto la revisione mentre si trovavano fisicamente in Marocco.
I reati contestati agli indagati destinatari delle misure restrittive vanno dalla ricettazione al furto e dal furto aggravato alla produzione di atti falsi.
I tre dipendenti infedeli della Motorizzazione Civile non agivano in concorso tra loro: ognuno, come appurato dagli investigatori, “lavorava” per sè e curava il proprio orticello. In più - come sottolinea il comandante della Polizia Stradale di Vicenza Antonio Macagnino -, barando sulla revisione di veicoli malridotti, e in particolare dei mezzi pesanti, è stata messa a repentaglio la sicurezza sulla strada.
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