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Da Platoon al Cartoon

Umoristi a Marostica. Ovvero la presenza di Russia, Ucraina e Bielorussia: quando il conflitto geopolitico lascia spazio al linguaggio comune e universale della grafica umoristica

Pubblicato il 16-05-2022
Visto 9.786 volte

Lo sostengo da sempre e oggi lo sottolineo.
Nella giungla di notizie e di situazioni inquietanti che si diffondono nel mondo, c’è un’oasi di respiro cosmopolita dove tutte le differenze di lingua, di cultura e di ideologia si stemperano in un grande incontro di libere intelligenze.
È Umoristi a Marostica, la rassegna internazionale di grafica umoristica che quest’anno festeggia la sua 50^ edizione, incentrata sul tema “Memoria”.

Umoristi a Marostica 2022. Tema: Memoria. L’opera in mostra e in catalogo di Kostantin Kazanchev (Ucraina)

Sabato scorso al Castello Inferiore di Marostica si è svolta la tradizionale cerimonia di premiazione dei vincitori e degli altri autori prescelti dalla giuria ed è stata inaugurata l’altrettanto immancabile mostra delle opere selezionate che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 19 giugno, abbinata al Salone d’Autore dedicato quest’anno alla illustratrice e cartoonist tedesco-argentina Marlene Pohle, presidente della giuria 2022.
E anche questa volta, come da mezzo secolo a questa parte, lo strumento per comprendere meglio la vastità della partecipazione alla rassegna è l’atlante geografico.
Solamente all’edizione in corso hanno partecipato, inviando le proprie opere all’organizzazione del Gruppo Grafico Marosticense, 432 autori da 60 Paesi.
Una Babele di provenienze, come ho già avuto modo di scrivere in un altro articolo.
È sempre stato così e l’elemento che contraddistingue sin dalle origini Umoristi a Marostica è l’ampia partecipazione di autori anche da Paesi, per così dire, insospettabili: laddove la situazione politica, sociale e della stessa libertà di espressione non è tale da far pensare alla presenza di un movimento grafico-artistico ispirato all’umorismo e anche alla satira sul sistema e sul potere.
Prova ne sia la grande e regolare partecipazione di disegnatori umoristici dall’URSS fino alla caduta dell’Unione Sovietica, poi proseguito con le opere inviate a ogni edizione dalle singole Repubbliche che dalle ceneri dell’URSS sono sorte. Accade anche nella rassegna di quest’anno, ma ci ritornerò più avanti.
Le opere inviate a concorso dai quattro angoli del mondo nella Città negli Scacchi sono figlie del proprio tempo e a modo loro testimoniano il clima storico della loro epoca.
Ricordo proprio i tanti cartoon che negli anni ‘70 e negli anni ‘80 - prima dell’era riformatrice della perestrojka di Gorbaciov - arrivavano a Marostica proprio dall’Unione Sovietica. Possiamo definirli come delle espressioni di umorismo tetro: nella maggior parte dei casi la grafica era resa con toni cupi, l’idea rappresentata era spesso un misto di inquietudine e di malinconia slava e il prodotto finale, più che far ridere o sorridere, faceva riflettere.
Era come se quelle opere riflettessero il clima di oppressione che alimentava il sistema sovietico. Il quale certamente soffocava la libertà di pensiero, tuttavia non proibiva agli autori sovietici di inviare i loro lavori all’estero né impediva agli stessi, in caso di premio vinto alla rassegna marosticense, di recarsi a Marostica alla cerimonia di premiazione.
Il tutto - analogamente agli artisti di tutti gli altri Paesi del blocco dell’Est - previa lettera ufficiale di invito all’autore da parte dell’organizzazione, senza la quale l’artista premiato non poteva espatriare.
Un altro fenomeno significativo che per lungo tempo ha mandato all’aria i pregiudizi che solitamente si annidano nelle nostre teste nei confronti degli “altri” è stata la clamorosa partecipazione, in particolare a partire dagli anni ‘90, degli umoristi grafici dall’Iran.
Già: proprio l’Iran, il Paese degli ayatollah, dell’integralismo sciita e delle ricorrenti chiusure all’Occidente. Ci sono state edizioni nelle quali l’Iran è stato il Paese più rappresentato, dopo l’Italia, per numero di opere inviate a Marostica.
Le varie giurie della rassegna hanno proclamato negli anni anche dei vincitori iraniani e in generale la grafica umoristica dei connazionali di Khomeini era figlia di uno stile creativo che oltre a stupire per qualità tecnica e per libertà espressiva può sintetizzarsi in un’unica parola: raffinatezza. Sorprese assolute sotto il velo.
Nel frattempo l’atlante geografico che idealmente accompagna gli Umoristi ha continuato a cambiare contenuti e connotati, ma lo spirito di incontro internazionale che rende questa rassegna così unica nel suo genere si è tramandato fino ad oggi, nel tempo di una nuova guerra in seno all’Europa.

Non lo scrivo a caso. Perché ancora una volta gli Affari Esteri fanno parte integrante della cinquantennale storia della mostra-concorso marosticense.
Quest’anno, tra i 432 umoristi grafici partecipanti, sono infatti pervenute in concorso opere inviate da 19 autori dalla Russia e da 15 autori dall’Ucraina. Ha partecipato anche un disegnatore dalla Bielorussia, Vitaly Bondar, a cui la giuria ha assegnato uno dei dieci Premi Internazionali Umoristi a Marostica 2022.
Ma ancora - tanto per restare nelle zone calde o pericolosamente tiepide del pianeta - sono giunti per questa 50^ edizione a Marostica anche i lavori di 42 artisti grafici dall’Iran, di 3 dall’Iraq e di uno dall’Afghanistan.
Solo una minima parte di questi è stata selezionata per la mostra e per il catalogo, ma questo è un aspetto secondario. Ciò che conta è la massiccia adesione collettiva ad un concorso che invita i partecipanti da ogni dove a riunirsi virtualmente attorno a un tema, ciascuno in base alla propria sensibilità artistica e al proprio bagaglio culturale, a sua volta retaggio della cultura del Paese di provenienza.
È il contrasto che diventa dialogo, il conflitto che si fa condivisione.
Tra i dieci premiati oltre ai tre premi principali - selezionati tra le centinaia di partecipanti che nel corso dei lavori della giuria sono anonimi e pertanto immuni da qualsiasi decisione, per così dire, geograficamente orientata - c’è anche l’autore Oleksiy Kustovsky, dall’Ucraina.
A causa della guerra in corso, tuttavia, Kustovsky non solo non ha potuto minimamente pensare di recarsi in Italia per ricevere il premio, ma non è stato neppure in grado di organizzare la spedizione della sua opera originale: in mostra è quindi esposta una copia. Ancora una volta i momenti della storia e le loro ripercussioni sulla vita reale entrano direttamente nelle dinamiche del concorso internazionale, specchio riflettente del mondo che viviamo e cartina di tornasole della contemporaneità.
Russia, Ucraina, Bielorussia: leggere insieme questi nomi nell’elenco dei Paesi partecipanti, se fino alla penultima edizione poteva apparire come un dato scontato, oggi assume i caratteri dell’eccezionalità. Autori di due Paesi in guerra, e di un terzo che fiancheggia l’impresa bellica di uno dei due, che si confrontano con l’unica arma non convenzionale della grafica spiritosa e dell’ironia.
Umoristi a Marostica si conferma così, e per l’ennesima volta, uno straordinario campo neutro nel quale le contrapposizioni ideologiche - e in questo caso i conflitti geopolitici che hanno generato la guerra in Ucraina - lasciano spazio al linguaggio comune e universale della grafica umoristica. Insomma: da Platoon (per citare il titolo del celebre film di guerra di Oliver Stone) al Cartoon.
Qualche opera esposta in mostra e pubblicata in catalogo non risolve di certo la crisi internazionale, ma ci fa guardare lo scenario della conflittualità da una diversa e originale prospettiva. Il punto di vista di creativi del disegno che interpretano l’umorismo intelligente come un mezzo per superare i confini geografici contesi dalle bombe e per abbattere i confini mentali che giustificano le reciproche ostilità.
Una voglia di esserci e di partecipare che non ci parla di una difficile pace, ma di una possibile e auspicata convivenza.

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