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Alessandro TichAlessandro Tich
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Vade vetro

Via lo “scatolone di vetro” e vai con l’interrato: spunta un possibile “ripensamento” dell’amministrazione comunale sul progetto di ampliamento del Caffè Italia

Pubblicato il 03-11-2021
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“Per deontologia professionale preferisco non rispondere. Senta l’assessore.”
Dall’altro capo del telefono l’architetto Giorgio Strappazzon, della VS Associati Srl di Marostica, progettista dell’intervento di ampliamento del Caffè Italia, interloquisce come sempre gentilmente ma mi risponde così. Dandomi, a suo modo, già una risposta. Gli avevo infatti chiesto a quanto corrispondano al vero le voci, che il vostro umile cronista ha raccolto in città, circa un improvviso “ripensamento” dell’amministrazione comunale a riguardo dell’intervento di ampliamento stesso, tale addirittura da sacrificare il famoso “scatolone di vetro” previsto sul lato esterno nord dello storico locale allo scopo di aumentarne i coperti e rendere così più appetibile la gestione economica del pubblico esercizio (per un rinfresco della memoria sull’argomento: www.bassanonet.it/news/29260-vetrocamera_caf_.html).
Un rumor non di poco conto in merito al quale la parte tecnica mi dice di rivolgermi alla parte politica: cosa che avrei fatto comunque e che ovviamente faccio.

Il noto rendering del padiglione di vetro previsto per l’ampliamento del Caffè Italia

E colto di sorpresa dalla mia richiesta sempre al telefono, l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta non si sottrae dal darmi una spiegazione che di fatto conferma - anche se in modo, per così dire, “generico” - le voci che avevo raccolto.
“Fermo restando che il progetto di ampliamento del Caffè Italia è sempre quello noto - dichiara Zonta a Bassanonet -, ci sono dei pensieri di sviluppo diversi, che probabilmente non so se abbiano un futuro.”
E i “pensieri di sviluppo diversi” quali sono? “Cosi com’è - è la premessa di Zonta - quel locale può fare alcune cose e non ne può fare altre.”
Tradotto dal zontese in italiano: così com’è, quel locale può essere solamente un bar.
Per questo, visto l’angusto spazio interno di cui dispone, per renderlo economicamente meglio gestibile è stato progettato l’ampliamento - per lavori dal costo complessivo di 440mila euro - con la veranda vetrata fissa a nord in grado di garantire 40 sedute stabili complessive sia d’estate che d’inverno.
“L’attuale soluzione - prosegue l’assessore - va bene se il locale ha un suo utilizzo come bar. L’altro pensiero è quello di realizzare un interrato al posto del padiglione di vetro, che verrebbe incontro ad altre esigenze e che però presenta altre problematiche.”
E le “altre esigenze” quali sarebbero? “L’interrato - spiega Zonta - è un pensiero di sviluppo diverso, con il quale il Caffè Italia viene inteso non solamente come bar ma anche come un luogo per la piccola ristorazione. Era una soluzione già pensata a suo tempo, ma che deve affrontare varie problematiche, a cominciare dall’archeologia, e deve risolvere il nodo dell’accessibilità.”
E come mai questa soluzione “già pensata a suo tempo” ritorna al centro di questo suo ancora ipotetico revival? “È un pensiero nato da alcune riflessioni con chi fa quel tipo di lavoro - replica l’esponente di giunta -. E se qualcuno del settore bar e ristorazione propone questo tipo di soluzione ed è magari disposto anche a darci una mano, possiamo anche pensarci.”
Poi però Zonta “limita” la concreta prospettiva di ciò che sta affermando e specifica: “Il cubo di vetro è vicino, è un elemento moderno che dà fiato all’attività del locale. L’interrato è invece un intervento più importante, ma presenta diversi problemi. Qualche pensiero lo stiamo facendo, ma senza velleità.”
Nel frattempo l’iter effettivo dell’ampliamento del Caffè Italia è formalmente collocato allo stadio di progetto definitivo, quello con lo “scatolone di vetro” ancora compreso.
L’amministrazione comunale sta valutando con la Sovrintendenza la soluzione di alcuni aspetti tecnici conseguenti a due osservazioni pervenute dagli uffici di Verona.
Dopodiché non resta che passare alla redazione e approvazione del progetto esecutivo, “sigla d’inizio” dei lavori di ampliamento veri e propri. Sempre che dal cappello a cilindro del Comune non spuntino delle novità correlate ai “pensieri di sviluppo diversi” attualmente al vaglio di via Matteotti.
In questo caso il Caffè più lungo del mondo - per le tempistiche, conseguenti anche a varie vicissitudini, che hanno contraddistinto tutta questa storia attraverso le varie amministrazioni - diventerebbe ancora più lungo, annacquato all’eccesso, imbevibile persino per gli americani.

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