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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

L'inossidabile

Riecco Mauro Beraldin, highlander del PD di Bassano, candidato nella lista pro-Variati alle elezioni per la nuova Provincia. Correndo in lista assieme a candidati di Forza Italia. "Nessun problema, l'accordo tra varie forze è previsto dalla legge"

Pubblicato il 27-09-2014
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Rieccolo qua, il pluriBeraldin: pluricandidato (anche alle elezioni politiche e regionali), pluriconsigliere comunale e provinciale, imprevedibile assessore comunale all'Urbanistica nella giunta Cimatti. L'highlander tra gli highlander del Partito Democratico di Bassano del Grappa, con un curriculum politico e di amministratore di lunghissimo corso.
Da qualche tempo - e cioè dalla sua esclusione alle candidature delle ultime elezioni amministrative di Bassano - era ufficialmente scomparso dalla scena politica locale. Ma in realtà, come da lui stesso sottolineato in campagna elettorale, ha continuato sempre “a lavorare per il partito”. E ora il partito lo ha ripagato, candidandolo nella lista “Progetto per Vicenza”, circoscrizione nord est, alle prossime elezioni per la “nuova” Provincia di Vicenza, dopo i due anni di commissariamento dell'ente, col sindaco di Vicenza Achille Variati candidato di lista come presidente. E così l'inossidabile Mauro Beraldin, davvero un uomo per tutte le stagioni, si ritrova a correre di nuovo.
Per carità: niente a che vedere con le vere campagne elettorali e con le effettive elezioni politiche e amministrative, che chiamano il popolo ad esprimere il proprio voto alle urne. Alle elezioni provinciali di Vicenza, in programma domenica 12 ottobre, potranno votare infatti solo i sindaci e i consiglieri comunali in carica delle Amministrazioni comunali in territorio vicentino.

Mauro Beraldin (foto: archivio Bassanonet)

Si chiama, tecnicamente, “voto di secondo livello”: ad esprimersi non saranno i cittadini, ma appunto i loro rappresentanti eletti nei Comuni.
Non potranno votare nemmeno gli assessori comunali, a meno che - contemporaneamente - non abbiano anche lo status di consiglieri. E possono candidarsi al consiglio della nuova Provincia sempre e solo i sindaci e i consiglieri comunali in carica, oltre ai consiglieri provinciali uscenti. E Beraldin, proprio in quanto consigliere provinciale uscente, ha i requisiti di legge per fare parte della competizione.
“Il Partito Democratico di Bassano - ci conferma il diretto interessato - ha chiesto la mia disponibilità, visto che ho già fatto esperienza. Il partito ha ritenuto di appoggiare la candidatura di qualcuno che già è stato in Provincia.”
Il già consigliere provinciale ed ex assessore comunale dell'Amministrazione Cimatti sarà comunque in buona compagnia. La formazione pro-Variati - suddivisa in due liste per il nordest e per il sud ovest vicentino - è infatti politicamente “trasversale e unitaria”, frutto di larghe intese tra varie componenti civiche e partitiche: oltre ai sindaci senza tessera, sono candidati esponenti iscritti o vicini al Partito Democratico, a Forza Italia e al Nuovo Centrodestra, con l'appoggio esterno di Udc e Psi.
Un melting pot centrosinistra-centrodestra che si contrappone alla lista unica “Provincia di Vicenza - Un Patto fra Comuni”, in cui sono candidati in gran parte sindaci e consiglieri di area Lega Nord (tra cui Valerio Lago, sindaco di Tezze sul Brenta e pure consigliere provinciale uscente) e che candida alla presidenza della Provincia il sindaco leghista di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto.
Beraldin, dal canto suo, si è rimesso invece in gioco per la singolare consultazione ritrovandosi candidato nella squadra di Variati for president non solo assieme ad alcuni amministratori della sua parte politica, come il sindaco di Nove Chiara Luisetto, ma anche assieme ai vecchi “nemici” di area Forza Italia e dintorni: tra questi, il sindaco di Rossano Veneto Morena Martini, il sindaco di Pove del Grappa Orio Mocellin e il consigliere comunale di Bassano del Grappa Alessio Savona.
Riverberi locali delle tendenze politiche in atto sul piano nazionale, ovvero del “Patto del Nazareno” che stabilisce di fatto la non belligeranza di Forza Italia, sul tema delle riforme, nei confronti del governo PD-Nuovo Centrodestra del premier Renzi? Beraldin, da esperto politico qual è, a una nostra precisa domanda al riguardo (“Come si sente a ritrovarsi candidato in lista con esponenti di Forza Italia?”) non cade nel tranello dell'intervistatore ed esclude ogni interpretazione di natura politico-partitica, deviando la questione sul piano “tecnico-legislativo”.
“Nessun problema - ci risponde infatti il maggiorente bassanese del Partito Democratico -. E' un'elezione di secondo livello e la legge dice: “mettetevi d'accordo prima”. La legge dà le indicazioni per l'accordo tra varie forze, allo scopo di garantire la governabilità dell'amministrazione. Non è una battaglia politica. Chi sarà eletto certamente difenderà le proprie istanze, ma non è questo l'aspetto prioritario.”
Serve dunque un ampio accordo a monte per garantire la governabilità dell'ente. Già: ma su che cosa? A cosa servirà concretamente, cioè, la nuova Provincia che per l'uomo della strada resta ancora un oggetto misterioso?
“La nuova Provincia avrà più o meno le stesse competenze di prima - ci risponde il candidato dem -. Ci saranno molte meno risorse, ma i temi come la viabilità, l'urbanistica, la scuola, l'ambiente resteranno di competenza provinciale. C'è poi l'Assemblea dei Sindaci, che ha un suo ruolo. Si tratta comunque di una fase di passaggio, in attesa che con le riforme le province vengano abolite.”
Un'altra abile risposta: Beraldin 2 - giornalista 0, e palla al centro.
Di tutto si potrà dire sull'esponente sempreverde del PD, ma non che sia uno sprovveduto o un impreparato. Il quale, rispetto all'imminente appuntamento elettorale di secondo livello, sembra anche prendersela sportivamente:
“Votano gli amministratori comunali - ribadisce -. Se mi votano, bene, se no amici come prima.”
Sono parole di puro acciaio inox: resistente all'usura del tempo e conformabile, pur nella continua evoluzione degli scenari politici, a tutte le situazioni.

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