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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Il broccolo del sindaco

A Bassano un incontro sui prodotti a Denominazione Comunale, presente il guru enogastronomico Paolo Massobrio. Nasce intanto l'associazione “Amici delle De.Co.” Obiettivo dichiarato: la partecipazione delle De.Co. all'Expo 2015

Pubblicato il 20-01-2014
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Rinascimento in bianco e nero

Altro che acqua del sindaco. Ci sono tanti altri prodotti che possono fregiarsi di una carta di identità rilasciata dai rispettivi primi cittadini.
E' il caso - solo per citare qualche esempio - del sedano di Rubbio di Conco, delle ciliegie di Castegnero, della sopressa di Valli del Pasubio, delle trote di Altissimo o del mandorlato di Lonigo. Alcuni di questi sono specialità rinomate in cucina: come il broccolo fiolaro di Creazzo (reso famoso dai riflettori mediatici di sua maestà Carlo Cracco), il riso di Grumolo delle Abbadesse, i bisi di Lumignano, il mais di Marano Vicentino o il classicissimo bacalà alla vicentina di Sandrigo.
Altri sono invece degli autentici pezzi rari, erroneamente considerati - dal punto di vista agroalimentare - figli di un Dio minore: come le patate di Posina, il capretto bianco di Gambellara, la “cincionela co' la rava” (salsiccia con polpa di rapa) di Chiampo e persino “el formajo nel pignato” di Caltrano.

La tavola rotonda sulle De.Co., al ristorante "Alla Corte" a Bassano (foto Alessandro Tich)

Sono in tutto 85 i prodotti De.Co., ovvero a Denominazione Comunale, della provincia di Vicenza. Un numero notevole, sulla media nazionale, che annovera i prodotti della terra, le ricette, le specialità e le produzioni alimentari riconosciuti come tali da apposite delibere dei Comuni di appartenenza: attualmente ben 55 in tutta la provincia.
Manca ancora all'appello il Comune di Bassano del Grappa: l'iter del riconoscimento della Denominazione Comunale per il broccolo di Bassano - richiesto dal Tavolo di coordinamento delle De.Co. vicentine ancora tre anni fa - è tuttora fermo in qualche cassetto degli uffici di via Matteotti. Ma mai dire mai: e l'auspicio degli addetti ai lavori - Tavolo di coordinamento De.Co., Consorzio Vicenzaé, Magnifica Confraternita dei Ristoratori De.Co., Unione delle Pro Loco, Coldiretti - è che il sospirato riconoscimento comunale del prodotto orticolo made in Bassano possa finalmente vedere la luce entro la vicina fine dell'attuale mandato amministrativo.
Non a caso, il sindaco di Bassano del Grappa Stefano Cimatti è stato attento spettatore, ieri sera al ristorante “Alla Corte” in città, della tavola rotonda “De.Co., un popolo in cammino”, promossa dal presidente della Magnifica Confraternita dei Ristoratori De.Co. Roberto Astuni in collaborazione con Gabriele Crescioli, delegato del Club di Papillon di Marostica/Bassano: un breve ma esauriente confronto sullo stato dell'arte delle Denominazioni Comunali con l'intervento del giornalista e guru enogastronomico Paolo Massobrio, continuatore della missione di Luigi Veronelli - “inventore” delle De.Co. -, a Bassano anche per presentare l'edizione 2014 del suo noto libro-agenda per la famiglia “Adesso - 365 giorni da vivere con gusto”.
“La De.Co. è “acqua fresca” sotto il profilo della tutela del prodotto - ha spiegato Massobrio -. La De.Co. non è un marchio e non tutela niente, ma è un atto politico incredibile: è un sindaco che con una delibera dà un flatus vocis ad un valore. E' un atto politico romantico che accende la luce attorno a un bene che identifica una comunità.”
Romantico, sì, ma con indubbi risvolti economici per il territorio.
“La De.Co. è uno strumento di marketing e di promozione turistica - ha sottolineato il presidente della Magnifica Confraternita Roberto Astuni -. Da quando abbiamo inserito i prodotti De.Co. nei nostri menù abbiamo incontrato la soddisfazione dei turisti, perché il turista ha fame di territorio.”
Paola Franco - esponente del Tavolo di Coordinamento, già presidente del consiglio comunale di Marano Vicentino e first lady del mais Marano - ha ribadito “la valenza delle De.Co.” citando un esempio significativo: “A Selva di Trissino - ha riferito - hanno una patata che non era neanche più coltivata. Grazie al Comune di Trissino l'hanno ripresa a coltivare. Hanno disboscato delle aree di “selva” per dare terreno agli agricoltori. Ora c'è un gruppo di 30 produttori che si è dato un proprio disciplinare di produzione e che sta facendo una grande economia.”
Insomma: piccole De.Co. crescono, e il movimento dei Comuni De.Co. sta puntando a nuovi e fino a qualche tempo fa impensabili orizzonti.
A partire dalla grande novità annunciata a Bassano: la nascita dell'associazione “Amici delle De.Co.”, il cui scopo sarà quello di costruire “una Rete nazionale ed internazionale fra persone che hanno a cuore la realtà dei prodotti tipici e caratteristici italiani” e di sostenere “la tutela, la promozione e valorizzazione dei prodotti a Denominazione Comunale regolarmente riconosciuti dalle Amministrazioni comunali italiane e di tutto il loro territorio di appartenenza”.
Portando avanti, parallelamente, la costituzione della Federazione delle De.Co.: una vera e propria Rete istituzionale tra i Comuni De.Co. del Belpaese.
Fino ad aspirare all'ambizioso traguardo dichiarato: la partecipazione delle De.Co. italiane all'Expo 2015 di Milano, la grande vetrina mondiale che sarà incentrata sul tema “Nutrire il Pianeta - Energia per la Vita”.
Un messaggio diretto per Paolo Massobrio, che di Expo 2015 è stato membro del Comitato per la Candidatura ed è attualmente componente del Comitato “Grandi Firme” chiamato a definire il calendario degli eventi e degli spettacoli dell'Esposizione Universale.
“Un'Amministrazione comunale che deliberi su un prodotto o ricetta della tradizione è un atto tra i più importanti, perché lascia un segno. E' un atto comunale che resta nel futuro e che non è soggetto a variazioni, come ad esempio un piano urbanistico” - ha rilevato Davide Cadore, giovane assessore al Commercio e Attività Produttive del Comune di Sandrigo e presidente del Tavolo di coordinamento dei Comuni De.Co. della provincia di Vicenza.
“Il nostro Tavolo - ha aggiunto Cadore - sta lavorando su due filoni: il primo è raccogliere l'eredità degli amministratori comunali, dei ristoratori e dei produttori che hanno creduto nei prodotti De.Co. in una associazione, gli “Amici delle De.Co.”, che li raggruppa assieme: una realtà da cui il Tavolo vuole farsi affiancare. Il secondo è il concetto della “De.Co. Italia” per esserci domani a Expo 2015. Tutti insieme possiamo rappresentare un'identità forte per l'Italia con uno sbocco in Expo 2015, e cioè l'Italia dei Comuni.”
“Per l'Expo - ha replicato Paolo Massobrio - ho presentato tre progetti: uno riguarda il vino, uno l'olio e il terzo gli itinerari delle strade dei Santi, uno dei principali motivi per cui i turisti arrivano in Italia. Qui vicino a voi c'è un grande santo di devozione mondiale, che è S. Antonio, uno degli otto santi per i quali intendiamo promuovere gli itinerari turistici, di cui fanno parte le tipicità gastronomiche. Se andiamo tutti all'Expo rischiamo la polverizzazione dell'Italia. Ma i turisti che verranno all'Expo non penso che si vogliano fermare a Rho-Pero e noi abbiamo un allestimento naturale: i territori. E' una grande occasione per i Comuni De.Co. per proporre ai visitatori dell'Esposizione in giro per l'Italia le loro tipicità. Ma perché questo accada a Vicenza e provincia ci vuole un regista, che ragioni su qual è la sintesi da comunicare sulle cose che i turisti troveranno in quei sei mesi.”
Morale della tavola (rotonda): se le De.Co. non andranno all'Expo - cosa, comunque, tutta ancora da definire - sarà comunque l'Expo ad andare alle De.Co.: tramite i percorsi tematici e gli itinerari del gusto che inviteranno i frequentatori dell'Esposizione Universale provenienti da tutto il mondo a non limitarsi alla cartolina della grigia periferia milanese, sede dell'evento, per andare alla scoperta dell'Italia più autentica, quella dei borghi e delle campagne, che sulle buone pratiche per “Nutrire il Pianeta” - sotto il profilo della qualità, della tradizione e della sicurezza alimentare - nel suo piccolo ha molte cose da insegnare. Una vetrina diffusa del made in Italy enogastronomico che potrebbe trovare la quadratura del cerchio nei prodotti e nelle pietanze a Denominazione Comunale.
Ci sarà tra questi anche il broccolo del sindaco, nella fattispecie Stefano Cimatti? Ai posteri - ma il tempo a disposizione per salire sul treno è davvero poco - l'ardua sentenza.

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