Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 27-02-2012
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Si facevano chiamare, esplicitamente, “Numero Verde”. Una telefonata, ed eccoli che erano pronti a intervenire per “spedizioni punitive” su richiesta.
Due fratelli bosniaci, Amel e Amer Halilovic, 23 e 20 anni, residenti a Cartigliano e due albanesi, Klodian Hallushaj, 27 anni e Mark Bibaj, 21, residenti a Bassano, sono stati arrestati dai carabinieri di Bassano del Grappa.
Sono accusati di essere stati gli autori del violento pestaggio che lo scorso 9 ottobre, durante una festa di compleanno agli impianti sportivi di Quartiere Prè, aveva portato all'ospedale - in gravi condizioni e con una prognosi di 40 giorni - un ragazzo 19enne di Marostica.
Secondo le evidenze investigative, in quella occasione la vittima dell'aggressione avrebbe fatto un apprezzamento nei confronti di una ragazza 16enne e il fidanzato di quest'ultima, un 17enne bassanese, avrebbe telefonato alla “squadra di pronto pestaggio” per fargliela pagare.
I quattro picchiatori erano quindi giunti nel luogo del “misfatto”, a bordo di un'auto scura e a volto scoperto, armati di una spranga ricavata dal palo di un cartello stradale divelto poco prima e di bottiglie di vetro. Avevano bastonato a sangue il malcapitato, che a seguito dell'aggressione ha riportato seri traumi e inutile era stato il tentativo di sottrarlo alla furia “vendicatrice” del commando da parte di altri tre ragazzi, che avevano riportato a loro volta delle ferite lievi.
Sul violento quartetto, dopo mesi di indagini, si è quindi stretto il cerchio del Nucleo operativo e radiomobile dell'Arma di Bassano.
I quattro si trovano attualmente agli arresti domiciliari, con l'accusa di lesioni personali aggravate e anche di rapina aggravata: non contenti della brutale "punizione", avevano infatti sottratto e distrutto il cellulare di un testimone, nel timore che venissero avvisate le forze dell'ordine.
Denunciato per i medesimi reati anche il 17enne, autore della telefonata di “pronto intervento”.
La vicenda, tuttavia, non si esaurisce qui. Secondo gli investigatori, il grave episodio non sarebbe un fatto isolato e il “Numero verde” si sarebbe reso protagonista di altri pestaggi su richiesta nel territorio.
Chiunque poteva chiamare, in qualsiasi momento e per qualsiasi “necessità", i quattro giovani energumeni, pronti a menare le mani e a minacciare per conto terzi.
I carabinieri stanno inoltre accertando se dietro alle azioni punitive ci fossero anche dei pagamenti.