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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Gigi ed Eva
Luigi D’Agrò in Tv: “Il peccato di Finco è stato scegliere la Pavan”. Il coordinatore provinciale di FdI Silvio Giovine lo interpreta in senso biblico, cita Adamo e il paradiso terrestre e suggerisce un sacerdote per la redenzione di Finco
Pubblicato il 16-05-2024
Visto 18.505 volte
Ma dai: anche Adamo e il paradiso terrestre.
Ormai non posso neanche più dire “Ho visto cose…”, siamo ben oltre i bastioni di Orione delle cose mai viste e mai sentite prima.
La nuova scaramuccia che sta facendo rumore in queste ore a Bassano riguarda un’intervista rilasciata a una Tv locale (Reteveneta) dall’onorevole Luigi D’Agrò, commissario regionale della Democrazia Cristiana, e la reazione a distanza postata via social dal coordinatore provinciale di Vicenza di Fratelli d’Italia, onorevole Silvio Giovine. Una querelle che potrebbe ispirare una tesi di laurea in Linguistica Generale sul rapporto semantico tra parole dichiarate e parole interpretate.
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Luigi D’Agrò (foto Alessandro Tich)
Ordunque: parlando al microfono dell’emittente televisiva, D’Agrò ha definito “un peccato” di Nicola Finco, candidato sindaco della coalizione di cui fa parte la DC, il fatto di aver scelto cinque anni fa Elena Pavan come candidato sindaco del centrodestra in città.
La Pavan non viene mai nominata, ma il riferimento è evidente e il servizio del Tg ci mette del suo affinché non ci sia alcun dubbio al riguardo.
“Il peccato di Finco è stato scegliere Pavan, ma c’è rimedio e lo dimostreremo”, era la scritta in sovraimpressione durante la messa in onda del servizio del telegiornale.
L’intervista con l’esarca bizantino della Pedemontana è stata rilasciata in occasione della presentazione della lista della DC pro Nicola Finco ai Giardini Parolini, di cui al mio articolo “DC-Nove”.
“Credo che la sua discesa in campo sia anche una testimonianza di responsabilità”, dichiara D’Agrò alla Tv riferendosi a Finco.
Poi continua come se fosse Finco a parlare in prima persona:
“In altri termini, mi prendo la cura di fare in modo e fare sì che quello che è stato un peccato che ho commesso venga ribaltato con una capacità di offrire ai cittadini bassanesi una replica nuova.”
Mentre il commissario regionale della Democrazia Cristiana pronuncia le parole “quello che è stato un peccato che ho commesso” si vedono le immagini in “insert” di Elena Pavan.
“È una sfida per lui - conclude D’Agrò riguardo al candidato sindaco leghista - ma è anche una sfida per la coalizione che lo ha accolto ed è esclusivamente un centro omogeneo, in questo caso, distinto e distante dagli oltranzismi di destra e di sinistra.”
Non ho visto l’intervista alla Tv. L’ho recuperata nel post pubblicato ieri su Facebook da Silvio Giovine.
E qui si apre il vaso di Pandora.
Da sempre, una caratteristica invariabile delle interviste e degli interventi pubblici di Luigi D’Agrò è il suo linguaggio aulico, allusivo e indiretto.
D’Agrò, parlando di politica e di temi amministrativi, non dice mai “pane al pane”.
Dice: “ho la netta sensazione che il prodotto del fornaio del confronto democratico possa corrispondere a ciò che richiediamo per il nostro desco quotidiano, in altri termini, sostanzialmente, la crosta del consenso e la mollica della partecipazione.”
In altri termini (lo dico anch’io), le sue enunciazioni non hanno mai un significato esplicito e immediato, vanno sempre interpretate.
E non fa distinzione l’interpretazione data alle sue dichiarazioni televisive dall’onorevole Giovine.
In quale, traendo spunto dalla parola “peccato” messa metaforicamente in bocca a Finco da D’Agrò, spalanca nientemeno che uno scenario biblico, riferito al peccato originale, all’inedito personaggio di Finco-Adamo e al suo anelito di redenzione per ritornare in quel paradiso terrestre (Bassano) dove la mela, scegliendo cinque anni fa Elena Pavan, l’ha colta lui.
“Non rientra nel mio stile occuparmi degli “avversari”, ma quando autorevoli esponenti bassanesi della inedita coalizione di CENTRO attingono a citazioni bibliche, non riesco ad esentarmi - scrive Silvio Giovine nel suo post su Facebook -. Per D’Agrò il suo candidato Finco sarebbe un novello Adamo che 5 anni fa avrebbe raccolto la mela per Elena Pavan candidandola a Sindaco di Bassano.”
“IL PECCATO ORIGINALE, una leggerezza da 61,4% di consensi, una svista che ha fatto eleggere il primo sindaco bassanese impostosi al primo turno - aggiunge il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia -. Ora il peccatore sta tentando il ritorno nel paradiso terrestre (Bassano), ma stando agli alti ragionamenti di D’Agrò serve un passaggio fondamentale: la redenzione che solo un prete può indicare.”
“Allora noi che estremisti lo siamo solo nella testa di D’Agrò, ci offriamo per suggerire un sacerdote che lo aiuti - conclude il post di Giovine -. Non vorremmo avere il vantaggio di un avversario appartenente al grande centro bassanese afflitto dal senso di colpa e dal peso del peccato originale.”
Sì, questa volta abbiamo davvero superato i bastioni di Orione e la sfida alla capacità di analisi del cronista politico sta viaggiando verso l’infinito e oltre.
Una sola cosa è certa: una campagna elettorale così, a Bassano del Grappa, non si vedeva dai tempi di Gigi ed Eva.
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