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E gli operai si trasformano in operatori sanitari

Il progetto di “outplacement” (ricollocazione professionale) per i lavoratori della Siltal segnalato dalla Fim Cisl di Bassano, che però avverte: “Nel Bassanese, 300 posti di lavoro persi in soli due mesi”

Pubblicato il 15-06-2011
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L'occupazione nel Bassanese è ancora in perdita, ma esistono anche esempi e progetti positivi per la riqualificazione e ricollocazione professionale dei lavoratori che hanno perso il loro posto di lavoro. E' quanto segnala, con un comunicato trasmesso in redazione, il referente della FIM CISL di Bassano del Grappa Massimo Pantano, nella sua periodica analisi sull'andamento dell'economia e del mercato del lavoro nel nostro territorio.
“Dal primo di aprile al 30 Maggio - informa la nota del sindacato - la CISL di Bassano ha raccolto e inviato all’Inps 130 tra domande di disoccupazione e Mobilità. Il dato è riscontrabile esattamente perché dal 1 aprile le domande di disoccupazione possono essere inoltrate all’INPS solo in via telematica. Delle 130 domande elaborate dalla CISL, 15 sono state le domande di iscrizione alle liste di Mobilità con relativa indennità e 115 le domande di disoccupazione ordinaria.
Le domande di disoccupazione sono così ripartite per settori produttivi: il 25% meccanici/orafi, stessa percentuale per il settore legno/edilizia. Il 20% tessili/chimici e il 18% commercio/servizi. Il 12% ai restanti settori. Si riconferma quindi che sono i settori meccanico ed edile ad aver sofferto di più della crisi, insieme rappresentano il 50% dei posti di lavoro persi negli ultimi due mesi.”

La Siltal di Bassano, la grande azienda in crisi del settore metalmeccanico. In corso un progetto di "outplacement" per 60 lavoratori

“Si tratta - spiega Pantano - di tutte persone che lavoravano in imprese piccole o piccolissime che hanno deciso di adeguare i loro livelli occupazionali a volumi produttivi oramai stabilizzati verso il basso. Tutto sommato poche le mobilità, circa il 12% del totale ,ma qui si deve considerare che spesso le procedure di mobilità prevedono uscite diluite nel tempo. La Mobilità spetta solo alle imprese sopra i 15 dipendenti (quindi aziende più strutturate) anche se il dato dovrebbe essere più alto viste le procedure di riduzione aperte negli ultimi mesi. Una stima non è facile perché noi abbiamo solo i dati di coloro che si sono rivolti alla CISL. Stimiamo che anche gli altri due grandi sindacati (CGIL e UIL) abbiano numeri simili. Se il dato dovesse essere confermato staremo parlando di 300/350 posti di lavoro persi nei soli due mesi oggetto della osservazione.”
“È nostra opinione - prosegue il referente sindacale - che a questa situazione si può rispondere non con la protesta ma con le iniziative propositive e mettendo insieme tutti i soggetti che operano nel territorio. Istituzioni, sindacati, strutture formative, società che operano nel collocamento. Servirebbe anche una riforma del mercato del lavoro in chiave riformista, ma sembra non interessi a molti anche se si comincia a parlarne nelle stanze della politica.”
“Un esempio positivo - informa ancora la FIM CISL - viene dall’esperienza che si sta facendo in Siltal attraverso un progetto di “outplacement” (riqualificazione e accompagnamento alla ricollocazione professionale) che è entrato nella sua fase più operativa, e sta dando ottimi risultati, considerando che se fosse stato avviato nei primi anni di cassa dell’azienda oggi avremmo parzialmente risolto il problema occupazionale creato dalla crisi di questa ex grande impresa.
Ad oggi: su 60 lavoratori inseriti nel progetto, 48 hanno già frequentato corsi di formazione, 6 di questi faranno un corso per operatore sanitario di 480 ore più 520 di tirocinio, con occupazione pressoché certa vista la carenza di tale figura professionale. Altri 20 lavoratori inizieranno nuovi corsi nei prossimi giorni. Nel frattempo, uno è stato ricollocato in via definitiva, 9 sono a lavorare con contratti a termine e con buone possibilità di stabilizzazione mentre altri 13 hanno effettuato (o lo stanno effettuando) contratti temporanei. Possiamo dire che, a metà del progetto (partito ad ottobre 2010 finirà a dicembre 2011) i risultati cominciano a vedersi e ad essere apprezzabili.”
“Le politiche attive - conclude Massimo Pantano - permettono di risolvere i problemi. Negarli, esaltarli (o sminuirli) non aiuta. Anzi.”

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