Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 10-09-2010
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A Pove del Grappa, ogni cinque anni, i venditori di rasoi vanno in rovina.
Gli uomini del paese, per interpretare i personaggi della Bibbia e del Vangelo alla processione delle Feste Quinquennali in Onore del Divin Crocifisso, devono calarsi completamente nel ruolo e per meglio raffigurare i protagonisti delle Sacre Scritture si fanno crescere, obbligatoriamente, la barba.
Non fa eccezione l'ing. Valerio Bresolin, noto imprenditore bassanese che a Pove del Grappa risiede da 23 anni e che nel Quarto Quadro della grande sfilata in costume delle Feste Quinquennali 2010 interpreta “il profeta Ezechiele con le ossa aride”.
Valerio Bresolin, "profeta Ezechiele" alle Feste del Divin Crocifisso
Titolare della Hydor - azienda di spicco a livello internazionale nel settore dei componenti tecnici per acquari - Bresolin deve far convivere la sua attività di impresa con l'insolito aspetto biblico richiesto dalla rappresentazione povese, alla quale partecipa per la quarta volta.
Valerio Bresolin, come funziona questa storia della barba alle Feste del Divin Crocifisso di Pove?
“In occasione delle Feste Quinquennali, i partecipanti maschi che interpretano i personaggi dell'Antico Testamento devono farsi crescere la barba lunga. Barba naturale e capelli naturali. Io la barba ce l'ho sempre, ma è una normale “barbetta”. Per interpretare il profeta Ezechiele, che è dell'Antico Testamento, l'ho dovuta far crescere di sei mesi. Pensi che chi interpreta il Mosè deve farsi crescere una barba di un anno e mezzo, e deve avere barba bianca e capelli bianchi. Per i personaggi del Nuovo Testamento, invece, basta anche la barba di un mese.”
Ma come reagiscono i clienti e fornitori in azienda quando la vedono con questo look?
“La prima reazione è quella di sorpresa. I clienti vedono subito che c'è qualcosa di strano, ma non mi chiedono il perché ed è certo che non pensano che mi sia andato di volta il cervello. Poi quando gli vai a spiegare il perché della barba lunga, la ragione piace.”
Come si gestisce il lavoro, impegni di rappresentanza compresi, con una barba così “ingombrante”?
“Non vado alle fiere. Non potrei. Per parteciparvi dovrei essere un figurante del Nuovo Testamento, con la barbetta di un mese. L'ultima fiera a cui sono sono andato è quella di Norimberga, lo scorso maggio. Stavo già facendo crescere la barba, ma era ancora entro limiti accettabili.”
Oltre alla barba obbligatoria, ci sono altri impegni per i figuranti delle Feste di Pove?
“C'è sempre qualcosa da fare nei mesi precedenti alla manifestazione, ci sono gli archi e le strutture da realizzare, gli addobbi e le luci, e poi arrivano le prove. Nell'anno delle Feste, praticamente, non si fanno ferie. Quest'estate sono andato in vacanza solo per pochi giorni.”
Quindi la sfilata delle Feste, barbe da far crescere comprese, vi tiene occupati per circa mezzo anno...
“Praticamente sì, ma non c'è solo la sfilata tra le cose a cui pensare. Proprio domani mattina alle 10, con i vecchi paesani, organizziamo in Piazza a Pove un concerto didattico per i bambini. Nel mio paese di origine, che è Pederobba, la cultura musicale è molto sviluppata e sarebbe bello poterla sviluppare anche a Pove. Ci sarà l'orchestra che suona e i ragazzini delle elementari e delle medie potranno provare gli strumenti e muoversi in mezzo ai concertisti durante l'esecuzione. Anche così si può fare educazione.”
Domenica è l'ultima giornata delle Feste Quinquennali. Dopodiché, andrà subito dal barbiere?
“Ho già l'appuntamento per martedì mattina. Lunedì sera a Pove c'è la “Messa e cena delle barbe”, a cui partecipano tutti i figuranti uomini e che è stata istituita cinque anni fa. Poi la barba ce la tagliamo tutti da martedì in poi.”