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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

In principio era Silvio

Ritorno alle origini della tanto vituperata riforma della geografia giudiziaria che aveva soppresso il Tribunale di Bassano, decisa da un decreto convertito in legge del Governo Berlusconi IV, con Giorgia Meloni nella compagine dei ministri

Pubblicato il 24-07-2025
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Il mio nome è Incoerenza.
Non è il titolo di un western all’italiana.
Ma è il richiamo ad una pagina di storia politica che il centrodestra continua a “dimenticare” in merito alla questione della riforma della geografia giudiziaria: il tanto vituperato provvedimento legislativo che aveva soppresso i Tribunali periferici, compreso quello di Bassano del Grappa, e che l’attuale Governo Meloni ha revisionato in parte col disegno di legge che prevede la riapertura di alcune sedi di giustizia, tra cui proprio Bassano, cancellate all’epoca ed accorpate ai Tribunali dei rispettivi capoluoghi di Provincia.

Fonte immagine: audible.it/blog

Perché è vero che la riforma è stata messa in atto nel 2012 dal Governo Monti nella figura del suo ministro della Giustizia, la severa Paola Severino.
Ma è altrettanto vero che l’Esecutivo Monti non ha fatto altro che applicare la legge delega approvata dalla maggioranza parlamentare di centrodestra del Governo precedente, il Berlusconi IV, che aveva convertito in legge un decreto in materia di revisione della spesa pubblica, con conseguente taglio dei Tribunali, approvato dal Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi IV medesimo.
L’ho scritto più volte, negli anni, su questo portale.
Ma lo ripeto a maggior ragione anche adesso, nel momento in cui quella riforma di tredici anni fa è oggetto della massima impopolarità da parte dello stesso Governo in carica.
Lo aveva attestato lo scorso gennaio l’intervento al Senato, in risposta a un’interrogazione del senatore Pierantonio Zanettin, del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, il quale aveva preannunciato lo schema di disegno di legge del Governo “che prevede una revisione di quella che riteniamo politicamente essere stata l’infausta stagione della revisione della geografia giudiziaria”.
Sarà stata anche una “infausta stagione”, per carità.
Ma chi le ha dato l’avvio è stato il Consiglio dei Ministri dell’ultimo Governo Berlusconi, di cui faceva parte anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’epoca ministro della Gioventù.
È stata ministro fino alla fine di quel Governo, il 16 novembre 2011, giorno dell’insediamento del successivo Governo Monti.
E il decreto-legge del Governo Berlusconi IV, recante “Ulteriori misure per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo” e poi convertito in legge dal Parlamento, è del 13 agosto 2011.
Quindi la Meloni c’era.
Ed è opportuno ricordarlo come antidoto alla memoria corta che contraddistingue questo Paese e chi lo governa, di qualunque colore politico esso sia.

Erano ovviamente altri tempi, conseguenti anche alla crisi finanziaria globale del 2008, che necessitavano di opportune politiche di forte contenimento della spesa pubblica.
Tuttavia, la “Spending Review”, che è rimasta appiccicata come un’etichetta a Mario Monti col suo Governo improntato ai tagli e ai risparmi, non l’ha inventata lui: l’ha ereditata dal suo predecessore.
In principio era Silvio, dunque.
Ne fa fede per l’appunto il già citato decreto-legge governativo 13 agosto 2011, n. 138 che dispone tutta una serie di misure di “revisione integrale della spesa pubblica”, tra le quali “la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria”.
E ne fa fede soprattutto la legge 14 settembre 2011, n. 148 che ha convertito il sopra citato decreto-legge in legge delega, col voto favorevole della maggioranza parlamentare di centrodestra, sulle misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, con “delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari”.
La legge ha delegato il Governo “ad adottare, entro dodici mesi dall’entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza”.
Nel testo sono indicate tutte le disposizioni di legge che saranno poi messe in atto dalla riforma della geografia giudiziaria del 2012.
Tra queste, per citare testualmente solo quella che riguarda direttamente Bassano del Grappa, quella di “ridurre gli uffici giudiziari di primo grado, ferma restando la necessità di garantire la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011”.
Ricapitolando: il Governo Berlusconi IV emana un decreto-legge sulla revisione integrale della spesa pubblica che viene poi convertito in legge, come stabilito dall’articolo 77 della Costituzione, dal Parlamento che a sua volta delega il Governo ad eseguire una delle “misure urgenti” più importanti e cioè il taglio dei Tribunali.
Ma, Houston, abbiamo un problema.

E il problema è che l’ultimo Governo di Silvio Berlusconi, il secondo più longevo della storia della Repubblica dopo il Berlusconi II, formato da una coalizione trainata dall’asse PdL - Lega Nord, entra in crisi dopo aver perduto la maggioranza assoluta alla Camera sul voto sul rendiconto generale dello Stato e il 12 novembre 2011 rimette il mandato nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dopo quattro giorni, il 16 novembre 2011, gli subentra il Governo di Mario Monti.
Il quale, entro i dodici mesi di tempo imposti dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, il 6 luglio 2012 emana il decreto legislativo della riforma della geografia giudiziaria che sopprime 31 Tribunali ordinari periferici con le relative Procure della Repubblica, tra cui Bassano del Grappa che viene accorpato a Vicenza, e 220 sezioni distaccate di Tribunale.
Possiamo discuterne fino a esaurimento scorte, ma questa è la cronaca e la storia dei fatti.
Una storia scritta dal centrodestra e firmata dal centrodestra, Lega compresa, oggetto della cronica amnesia del centrodestra medesimo ogni qual volta, su pressione dei territori, la questione dei Tribunali eliminati dalla geografia giudiziaria è stata al centro di proteste dei “soppressi” o è ritornata di attualità.
È accaduto dal 2011 al 2014, quando alle manifestazioni per salvare il Tribunale di Bassano del Grappa i parlamentari e gli esponenti regionali della Lega, allora Lega Nord, erano sempre in prima linea, vicino ai sindaci e assieme al governatore Zaia, scordandosi o facendo in modo che non si ricordasse che il loro partito è stato tra i responsabili della soppressione del palazzo di giustizia di via Marinali.
E accade nuovamente anche adesso, in questa dichiarazione di verginità rispetto al passato di un Governo che emette un disegno di legge correttivo “dell’infausta stagione della revisione della geografia giudiziaria”, originata dal decreto-legge di un Consiglio dei Ministri di cui faceva parte anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il mio nome è Incoerenza, dunque.
Non è il titolo di un western all’italiana ma è il tratto distintivo della politica italiana.

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