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Bassanonet.it
C'è chi dice no
Emergenza profughi: il Comune di Cassola si oppone all'accoglienza dei migranti e il sindaco Maroso scrive una lettera aperta al prefetto. “Una comunità locale non deve pagare per gli errori dei governi che non hanno saputo gestire il problema”
Pubblicato il 25-07-2015
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Emergenza profughi: lunedì scorso la Conferenza dei Sindaci del Bassanese ha incontrato sullo spinoso argomento il prefetto di Vicenza Eugenio Soldà, rimarcando nell'occasione la divisione tra i primi cittadini del comprensorio in merito all'accoglienza dei migranti, imposta dalla Prefettura, su disposizione del governo, quando e laddove necessario.
E' risultata infatti netta l'opposizione su qualsiasi forma di accoglienza agli stranieri arrivati da mare da parte di dieci sindaci dell'area politica della Lega Nord e di centrodestra - “capeggiati” dai primi cittadini di Tezze sul Brenta e di Romano d'Ezzelino, Valerio Lago e Rossella Olivo - che hanno formalizzato la loro posizione di assoluta contrarietà in un documento consegnato al prefetto.
Un fronte del “no”a cui si aggiunge anche il Comune di Cassola, che pure non ha firmato il documento elaborato dai dieci sindaci dissidenti.

Il sindaco di Cassola Aldo Maroso: "Un no fermo e risoluto all'ennesima imposizione calata dall'alto" (foto: archivio Bassanonet)
E che ad opporsi fermamente e decisamente a qualsiasi ipotesi di accoglienza nel proprio Comune dei fuggitivi dagli angoli sfortunati del mondo sia un sindaco moderato come Aldo Maroso - benché la sua giunta sia composta anche da esponenti della Lega Nord - fa certamente notizia.
Non solo: Maroso ha anche trasmesso una lettera aperta al prefetto Soldà, nella quale esprime con esplicita chiarezza le motivazioni della propria presa di posizione.
Lettera aperta che è stata inviata per conoscenza anche alla nostra redazione, e che pubblichiamo di seguito:
Lettera aperta al Sig. Prefetto della provincia di Vicenza
Cassola, 23 luglio 2015
Lunedì 20 luglio, nell'incontro tra Lei e i sindaci del Bassanese, si è discusso dei problemi connessi con gli arrivi dei migranti. Per l'occasione alcuni sindaci hanno elaborato un documento che evidenzia la ferma contrarietà ad ospitare nel proprio comune i migranti inviati dalla Prefettura, considerando tale scelta un'imposizione senza regole e senza alcun coordinamento da parte delle Istituzioni. Pur non essendone firmatario a causa di alcune parziali divergenze, ne condivido la sostanza. Ho già esposto personalmente ad alcuni colleghi sindaci le motivazioni del mio NO, pur senza la firma, e l'avrei fatto anche nell'assemblea, ma ho voluto evitare di accentuare le polemiche creatisi in quella sede, evidenti a Lei e anche ai giornalisti presenti.
Il NO di Cassola all'invio dei migranti da parte del Prefetto (talvolta senza nemmeno avvertire il primo cittadino o, comunque, senza condividerne la disponibilità o concordare le modalità) è un no fermo e risoluto all’ennesima imposizione calata dall’alto, pur essendo un no lontano da ogni posizione ideologica o partitica. Non può esserci un “obbligo all'accoglienza” perché una comunità locale non deve pagare per gli errori dei vari governi che non hanno saputo gestire il problema con una saggia politica estera e internazionale.
E' un NO perché i cittadini, già esasperati da situazioni di estrema difficoltà economica, e non solo, si sentono abbandonati dalle istituzioni. Il sindaco ha il dovere di tutelare e aiutare, prima di tutto, i propri cittadini recependone le opinioni e i sentimenti, ascoltandoli tutti i giorni, in municipio, per la strada, sul sagrato della chiesa dopo la messa, nelle sedi delle associazioni.
E' un NO perché noi sindaci e i nostri cittadini non sappiamo mai quanti sono e chi sono coloro che arrivano, se sono profughi o migranti “economici”, quanto tempo si fermano in una struttura, quanto tempo serve perché sia loro riconosciuto lo status di profugo, quanto costano allo stato e cioè a noi cittadini.
E' un NO motivato dall'assenza nel nostro territorio comunale di strutture idonee ad accogliere in modo dignitoso i migranti.
E' un NO alle forme e alle strutture di accoglienza che non esprimono solidarietà ma solo speculazione economica sui bisogni dei disperati. A questo riguardo solo i sindaci, nel proprio territorio, sanno verificare se esistono le condizioni per una sistemazione dignitosa, se ci sono associazioni di provata esperienza e serietà, con spazi disponibili adeguati e per quale numero di persone. Ancora una volta sono i sindaci che possono darLe questo aiuto. Ma vanno ascoltati. E' l'unico consiglio che mi permetto di darLe.
Abbiamo subito lo scempio di una superstrada a pagamento che devasta il nostro territorio. Abbiamo subito la miope decisione di sopprimere il Tribunale di Bassano del Grappa, della quale stiamo pagando conseguenze sempre più pesanti. Abbiamo subito tagli ai trasferimenti statali che quest’anno ammontano a 300 mila euro. Ora basta!
I sindaci potranno aiutare lo Stato nell'emergenza dei migranti solo quando lo Stato, in tutte le sue forme istituzionali, saprà aiutare i Sindaci e i suoi cittadini ad affrontare le loro emergenze quotidiane, e nella misura in cui non sarà sordo e cieco di fronte alle richieste di aiuto che arrivano dalla propria popolazione. Se non ci sarà questo rapporto di franca e reciproca collaborazione, lo Stato rischia di scaricare sui Comuni un fardello ben peggiore dei migranti: l’odio sociale e la lotta tra poveri, di cui già si cominciano ad avere le prime avvisaglie.
Il sindaco di Cassola
Aldo Maroso
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