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Alessandro TichAlessandro Tich
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Che problemi AI?

L’etica dello sviluppo tecnologico e l’Intelligenza Artificiale. Il Premio Cultura Cattolica 2025 assegnato a Padre Paolo Benanti, teologo morale, l’unico italiano chiamato a far parte del Comitato sull'Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite

Pubblicato il 22-07-2025
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Anno del Signore 1954. Lo scrittore americano Fredric Brown pubblica un breve racconto, ambientato nel futuro e intitolato Answer (“La risposta”).
Nell’avveniristico racconto, scritto una decina di anni prima della comparsa dei primi computer da tavolo, un uomo collega tutti i computer di tutti i pianeti dell’universo, costruendo in questo modo un supercomputer in grado di capire tutte le domande e di dare tutte le risposte.
La prima domanda che l'uomo pone al supercomputer è: “Dio esiste?”. Risposta: “Adesso sì.”

Padre Paolo Benanti

Un affascinante e insieme inquietante - anche per il finale della storia, che non vi spoilero - esempio fantascientifico di “dialogo” tra uomo e macchina, comprensivo di status di onnipotenza della macchina stessa.
Che ha precorso di oltre 70 anni l’attuale era dell’AI (Artificial Intelligence) in cui milioni di persone “dialogano” ogni giorno con le Intelligenze Artificiali generative e non solo, incombenti anche nel normale uso quotidiano dei nostri smartphone.
Viviamo oggi l’inizio di una nuova epoca che non ci fa ancora intravvedere all’orizzonte gli scenari di evoluzione, non solo tecnologica, verso i quali ci porterà l’interazione con questi non più futuribili sistemi, perché già attivi nel nostro presente, invitati a “pensare” al posto nostro.
In linea di principio, l’AI presenta tutte le caratteristiche di uno strumento a servizio non solo del progresso ma anche del bene del genere umano, come già adesso diverse sue applicazioni nel campo della medicina, a cominciare dalla diagnostica, stanno dimostrando.
Ma è già altrettanto presente nella consapevolezza collettiva la percezione dei pericoli insiti in un uso improprio e volutamente fuorviante dell’AI, in grado di produrre illusorie realtà parallele, di orientare scelte e comportamenti della nostra vita e di influenzare lo stesso pensiero della nostra mente.
In altre parole, è una questione di etica: ovvero di una presa di coscienza generale e condivisa sugli usi legittimi, sostenibili e non dannosi dell’AI nelle sue implicazioni economiche (compreso l’impatto sui posti di lavoro), sociali, culturali e, in un senso allargato alla tutela della nostra coscienza, anche morali.
L’Intelligenza Artificiale è quindi la grande questione, filosofica e antropologica, di questo inizio di Terzo Millennio.
Perché ne scrivo su Bassanonet?
Perché l’argomento è direttamente collegato al Premio Cultura Cattolica, promosso e annualmente assegnato dalla Scuola di Cultura Cattolica di Bassano del Grappa.

Il Premio Cultura Cattolica 2025 è stato infatti assegnato al teologo morale Padre Paolo Benanti.
Classe 1973, Francescano del Terzo Ordine Regolare ed esperto di etica delle tecnologie, Padre Benanti è docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, all’Istituto Teologico di Assisi, al Pontificio Collegio Leoniano di Anagni e all’Università di Seattle.
È l’unico italiano chiamato a far parte del Comitato sull’Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite.
Oltre all’incarico ricoperto per l’ONU, nel 2018 è stato individuato dal Ministero dello Sviluppo Economico come membro del gruppo di trenta esperti che a livello nazionale hanno il compito di elaborare la strategia nazionale sull'Intelligenza Artificiale.
“Un Premio che metterà a tema la questione dell’etica nello sviluppo tecnologico, in particolare per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale.”
Così David Bozzetto, presidente della Scuola di Cultura Cattolica, nell’annunciare il nome di chi sarà il prossimo a ricevere il Premio Cultura Cattolica, che sarà insignito nella cerimonia in programma venerdì 28 novembre, con inizio alle 20.45, al Teatro Remondini alla Ss. Trinità.
“La necessità di una riflessione su come cambiano le relazioni, il lavoro, e la società a seguito dello sviluppo tecnologico - afferma un comunicato stampa della Scuola di Cultura Cattolica - è stata sollecitata anche dallo stesso Papa Leone XIV, che proprio per commentare la decisione sul suo nome ha parlato dell’Intelligenza Artificiale come di una nuova rivoluzione industriale.”
“Proprio sentendomi chiamato a proseguire in questa scia, ho pensato di prendere il nome di Leone XIV”, ha detto infatti il nuovo Pontefice incontrando i cardinali pochi giorni dopo la sua elezione.
“Diverse sono le ragioni - spiega Bozzetto -, però principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro.”
“Siamo felici che anche il Papa abbia voluto mettere a tema il contributo della Dottrina sociale della Chiesa nel nuovo contesto che si sta delineando con l’avvento dell’AI - commenta ancora il presidente della Scuola di Cultura cattolica -. Abbiamo voluto assegnare il Premio a Padre Benanti perché pone da esperto a livello internazionale il tema dell’etica nello sviluppo delle tecnologie, ricordandoci che uno strumento richiede che ci si interroghi sulla bontà o meno del suo utilizzo.”
Insomma, riferendoci all’eventualità che in un prossimo futuro l’AI possa diventare un ostacolo e non un supporto alla libera capacità dell’uomo di pensare, di agire e di decidere in autonomia:
“Il rischio esiste?”.
“Adesso sì.”

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