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Politica

Grandi Magazzini

La giustizia di carta: intervento delle opposizioni sull’ipotesi di destinare il nuovo tribunale di Bassano a sede degli archivi del tribunale di Vicenza

Pubblicato il 03-05-2022
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Venghino siòri venghino, ai Grandi Magazzini di via Marinali.
La notizia di oggi è un intervento dei consiglieri di opposizione in merito ai destini - prospettati in un recente incontro tra il presidente del tribunale di Vicenza, il sindaco Elena Pavan e alcuni funzionari del Ministero della Giustizia - del nuovo tribunale di Bassano del Grappa, la scatola vuota più grande del mondo.
Nelle intenzioni dei vertici del palazzo di giustizia del capoluogo, la cosiddetta “Cittadella della Giustizia” dovrebbe ospitare gli archivi del tribunale di Vicenza, che riesce a malapena a contenere tutte le carte relative a migliaia di procedimenti civili e penali.

Foto Alessandro Tich

Rimarrebbe comunque qualche locale a disposizione dei giudici di pace, di un paio di organismi giudiziari e per la sede dell’Ordine degli avvocati.
Alla fine della fiera, se tale ipotesi sarà avallata dal Ministero, lo Stato avrà investito complessivamente circa 20 milioni di euro per realizzare niente di più che un enorme contenitore principalmente adibito all’immagazzinamento della montagna di scartoffie che attualmente sta congestionando i depositi del tribunale di Borgo Berga.
Una prospettiva che, tra le altre cose, getterebbe definitivamente alle ortiche il progetto del Tribunale della Pedemontana.
Tramite un comunicato stampa trasmesso in redazione, le opposizioni, pur comprendendo “le richieste del tribunale di Vicenza espresse per voce del suo presidente”, ritengono “incomprensibile e non condivisibile il fatto che la sindaca di Bassano le assecondi e le condivida” e “pericoloso inoltre che lo faccia alla presenza di funzionari del Ministero”, come dal testo che segue:

COMUNICATO

L’EDIFICIO DEL NUOVO TRIBUNALE OSPITI UN VERO TRIBUNALE DELLA PEDEMONTANA VENETA O DIVENTI PROPRIETÀ DEL COMUNE DI BASSANO DEL GRAPPA

Apprendiamo in questi giorni, dai media locali, che è avvenuto recentemente un incontro presso l’edificio del nuovo tribunale sito in via Marinali tra il presidente del tribunale di Vicenza, la sindaca di Bassano del Grappa e alcuni funzionari del Ministero della Giustizia. Secondo i resoconti degli organi di stampa l’obiettivo dell’incontro sarebbe consistito nel fare in modo che l’edificio entri in pieno possesso del ministero e in uso al tribunale di Vicenza. Nel progetto condiviso dai partecipanti all’incontro esso ospiterebbe gli archivi del tribunale di Vicenza che faticano ad essere collocati nella sede del capoluogo di provincia, i giudici di pace (che potrebbero aumentare di numero), lo sportello di prossimità, l’Organismo di composizione delle crisi, l’Organismo di mediazione, locali per l’Ordine degli avvocati.
Attualmente quasi tutte queste attività, tranne gli archivi di Vicenza, sono allocate presso il Palazzo Antonibon (il vecchio tribunale per intenderci) e siamo convinti che possano continuare a rimanere lì anche nel caso di un loro ampliamento, del resto quel palazzo una volta ospitava un intero tribunale.
In altre parole gli spazi dell’edificio “vecchio”, ossia palazzo Antonibon, sono più che sufficienti per ospitare le residuali attività di giustizia che sono oggi operative a Bassano ed anche per una loro ulteriore implementazione.
Quindi se da una parte comprendiamo le richieste del tribunale di Vicenza espresse per voce del suo presidente, dall’altra riteniamo incomprensibile e non condivisibile il fatto che la sindaca di Bassano le assecondi e le condivida, pericoloso inoltre che lo faccia alla presenza di funzionari del Ministero.
Riteniamo infatti che il messaggio che dovrebbe dare il sindaco, assieme a tutta la città, sia un altro: o si istituisce il tribunale della Pedemontana veneta (secondo il progetto elaborato e condiviso dalla quasi totalità dei comuni coinvolti, dalle tre province coinvolte, dalla regione, dagli ordini professionali e dalle categorie economiche ecc.) o in alternativa l’edificio deve essere dato in proprietà al comune di Bassano.
La ragioni che danno forza a questa visione sono più d’una. Innanzitutto il suolo su cui è costruito il nuovo edificio è comunale, l’ente che ha svolto la funzione di stazione appaltante e che ha seguito l’iter complicatissimo dei lavori è stato il comune di Bassano, anche se certamente larga parte dei finanziamenti sono arrivati dal ministero.
È altrettanto vero che nel 2016 il precedente sindaco, nel corso di un appuntamento avuto presso il ministero a Roma, finalizzato a condividere un’ipotesi di transazione con l’appaltatore per finire i lavori e chiudere il cantiere, pose la questione all’allora Direttore Generale delle Risorse Materiali e Tecnologiche del ministero della Giustizia, il quale verbalmente disse con chiarezza che al Ministero interessava solo Palazzo Antonibon, non palazzo Cerato (ex Procura in via Verci) e non il nuovo edificio che sarebbe potuto rimanere nelle disponibilità del Comune purché ospitasse servizi pubblici, tutto ciò senza pretendere il pagamento delle somme investite dal Ministero. Del resto è quanto è accaduto anche per altri tribunali chiusi in seguito alla riforma, in altre parti del Paese: la si può interpretare se si vuole come una forma di compensazione per il danno subito.
Chiediamo con forza che venga ripreso questo tipo di interlocuzioni, a difesa degli interessi della città e del suo comprensorio.
Proseguano presso palazzo Antonibon le funzioni di giustizia e se non si apre a breve la prospettiva del Tribunale della Pedemontana il nuovo edificio sia assegnato al comune e sia destinato, ad esempio, ad ospitare, unificati, tutti gli sportelli dei servizi comunali al cittadino: demografici, stato civile, elettorale, urbanistica privata, tributi ecc.

I consiglieri comunali di Bassano del Grappa:
Angelo Vernillo, Riccardo Poletto, Anna Taras (Bassano Passione Comune), Paola Bertoncello, Chiara Campana (Partito Democratico), Roberto Campagnolo, Giovanni Cunico (Gruppo Misto), Erica Fontana (Bassano per Tutti).

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