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L'ultimo volo
Originale, genuino, popolare, imprevedibile. È morto Don Giovanni Bellò, il “prete volante”, per molti anni parroco di Semonzo, padre spirituale del volo libero sul Grappa. Celebrando un matrimonio in parapendio entrò nel Guinness dei Primati
Pubblicato il 18-03-2021
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Don Giovanni Bellò, 84 anni, è salito in cielo. Ma lui in cielo, in un certo senso, era già di casa. Uomo libero anche se ligio alle sacre regole dell'abito talare, è stato il padre spirituale del volo libero a Semonzo di Borso del Grappa. A Semonzo ha fatto il parroco per buona parte dei suoi 59 anni di sacerdozio, qui ha diffuso il culto della “Madonna del Buon Volo”, protettrice dei fedeli che affrontano le correnti ascensionali del Grappa, e sempre qui è passato alla storia celebrando il primo matrimonio in parapendio. Era il 1997, i due sposi che pronunciarono in volo il fatidico “sì” si chiamavano Diego e Cosetta e sospesi nell'aria erano anche i testimoni di nozze nonché l'ardito sacerdote officiante. Da allora Don Bellò è stato soprannominato “Il prete volante”, entrando persino nel Guinness dei Primati.
Volante e piacevolmente sferzante. Originale, spiritoso, schietto, ironico, autentico, fuori dagli schemi. A suo modo anche controcorrente, come quella volta che “assolse” Silvio Berlusconi per l'affaire Ruby davanti alle telecamere di una trasmissione nazionale con parole “religiosamente scorrette” che gli valsero una tirata di orecchie dalla Diocesi e, soprattutto, un seguito mediatico clamoroso.
Io lo conoscevo bene: negli anni in cui ho diretto quella che allora si chiamava Bassano TV, Don Bellò è stato uno dei miei più indimenticabili compagni di viaggio. Curava una sua rubrica televisiva religiosa, nella quale la sacralità della Parola si abbinava ad uno stile di comunicazione diretto, avvincente, popolare, anche nella simpatia che irradiava dal tono della voce. Nessuna finzione, nessuna concessione artefatta al gradimento del pubblico: perché era lui, semplicemente, ad essere fatto così. Aveva in mente di fare una nuova rubrica, che spiegasse in pillole il messaggio di Cristo, che avrebbe voluto chiamare “Vangelo a bruciapelo”. Poi mi aveva proposto anche un titolo alternativo: “Vangelo e contropelo”. Tanto per farvi capire di che pasta era fatto.
Don Giovanni Bellò (fonte immagine: YouTube)
Quando poi mi salutava per tornare a Semonzo, più di una volta tirava fuori dalla tasca un santino con la preghiera della Madonna del Buon Volo e me lo regalava, facendomi sentire parapendista ad honorem. Lo faceva con me, come lo faceva con tantissime altre persone. Poi le nostre strade si sono divise, ma è rimasta una figura indelebile delle mie memorie degli studi Tv in via Melchiorazzo.
Da due anni Don Bellò era andato in pensione, su disposizione del vescovo di Padova, dopo il lungo e appassionato servizio dedicato ai suoi parrocchiani di Semonzo. Da poco tempo era ritornato nella casa di famiglia a Solagna, il paese dov'era nato il 3 novembre 1936. Da un mese era ricoverato in geriatria all'Ospedale di Bassano, dove è spirato alle 5 di questa mattina per le complicanze di un'infezione. A Solagna e a Semonzo del Grappa, le due comunità che hanno contraddistinto la sua vita, la triste notizia si è diffusa in un baleno, tramite il veloce tam-tam dei social, provocando un profondo e sincero cordoglio.
I funerali sono stati già fissati: si svolgeranno sabato 20 marzo alle ore 10 nella Chiesa Arcipretale di Solagna. Ma anche sulla mesta cerimonia l'imprevedibile Don Bellò, con largo anticipo, ha voluto seminare curiosità. Nel 2007 il parroco di Semonzo aveva infatti nuovamente conquistato l'interesse dei media, e non solo locali, per una delle sue tante iniziative originali, probabilmente la più originale di tutte. Ha preso un audioregistratore e ha registrato con la sua stessa voce l'orazione funebre da far ascoltare ai fedeli nel giorno delle sue esequie. Tre colpi al microfono a imitare il bussare sulla cassa e poi il racconto della propria vita, introdotto da un “Spero di parlarvi dal Paradiso e non dall'Inferno”.
Credetemi: potrà anche essere un'iniziativa estrosa, ma avendolo conosciuto di persona la cosa non mi sorprende. Solo al rito funebre, tuttavia, si vedrà se il suo desiderio di far sentire la sua voce nella triste celebrazione sarà esaudito.
Predicatore genuino e provocatore a fin di bene, Don Giovanni Bellò ha saputo essere uomo di chiesa in tutto e per tutto, svolgendo pienamente e fino all'ultimo la sua missione.
Ora è partito per il suo ultimo volo.
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