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Su la testa

Al Museo Civico parte il “cantiere aperto” del restauro integrativo del gesso della Ebe. E intanto viene rivelato l'evento bassanese per il Bicentenario Canoviano del 2022

Pubblicato il 26-02-2021
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Elena Pavan

Sarà stata anche la coppiera degli Dei, ma non le è bastato ad evitare i danni della guerra. La Ebe di Antonio Canova, come tutti gli altri gessi canoviani conservati al Museo Civico di Bassano del Grappa, versa in stato di mutilazione da 76 anni, priva della testa, delle braccia e di altre parti della sua delicata figura a causa del bombardamento sul Museo del 24 aprile 1945. A partire dal 1993, quando la direzione del Museo Civico fu presa da Mario Guderzo, iniziò l'opera di ricomposizione dei gessi danneggiati che erano depositati all'interno di casse. Una restituzione parziale laddove le parti mancanti delle opere, polverizzate dalle bombe, erano irrecuperabili. Da quasi vent'anni a questa parte - e cioè dall'allora avveniristico restauro del 2003 della Paolina Borghese a Possagno - i gessi di Canova rimasti monchi o mutilati possono invece ritornare integralmente alla loro forma originaria grazie alla tecnologia del reverse engineering.
Funziona, in poche parole, così: si fa una scansione 3D della statua di marmo di cui il gesso danneggiato è stato il modello, si crea un modello virtuale e da questo vengono prodotte le “protesi” che vengono aggiunte a ciò che resta dell'opera, ripristinandola nel suo insieme e nei minimi dettagli. Reverse engineering, e cioè “ingegneria inversa”, perchè si parte dall'opera ultima, e cioè il marmo, per ricostruire il suo modello, ovvero il gesso.
Cosa che con Canova si può fare, grazie alla perfetta corrispondenza dei suoi gessi con i marmi che ne sono conseguiti.

Foto Alessandro Tich


Adesso la Ebe bassanese - giunta in città grazie alla generosa donazione al nostro Museo del fratellastro dell'artista Giovanni Battista Sartori Canova - si trova nella sala del '6-'700 della pinacoteca al primo piano, vicino a due tavoli sopra i quali sono collocati i vari pezzi da mettere al posto di quelli mancanti, realizzati con la metodologia tecnologica digitale della UnoCad di Altavilla Vicentina, l'azienda dell'imprenditore Ivano Ambrosini, pioniere nei servizi per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale.
Per produrre le “parti di Ebe” da restituire al gesso, Ambrosini e il suo staff hanno eseguito una scansione 3D alla stessa opera in marmo conservata oggi al Museo di San Domenico di Forlì. La scansione del marmo e il “guscio” realizzato da UnoCad per il trasporto del marmo stesso (poi non più autorizzato) all'Expo di Milano hanno costituito i modelli per la realizzazione delle protesi. Adesso Ambrosini e il restauratore Giordano Passarella, con oltre quarant'anni di esperienza nel settore e nel restauro delle opere canoviane, effettueranno il restauro integrativo delle parti mancanti. A sovrintendere all'operazione sarà Mario Guderzo, già direttore dei musei di Bassano e di Possagno, che coordina dal punto di vista scientifico il percorso di restituzione dell'opera. Contestualmente alle operazioni di integrazione, grazie alla collaborazione della Soprintendenza Belle Arti di Verona, saranno condotte delle indagini radiografiche sulla scultura di Ebe e, con l'occasione, anche su altri importanti gessi della collezione canoviana bassanese.
Sarà un restauro “open”: chi verrà in visita al Museo Civico potrà assistere in diretta ai lavori in corso. Ma potrà farlo anche il pubblico a distanza, attraverso i profili social ufficiali dei Musei Civici (Facebook e Instagram) che proporranno dei video e anche delle speciali dirette di approfondimento del percorso di restauro.

L'avvio del “cantiere aperto” del restauro del gesso della Ebe viene annunciato in conferenza stampa al Museo Civico con gli interventi del sindaco Elena Pavan, della direttrice Barbara Guidi, del presidente del Rotary Club Bassano del Grappa Marco Guazzo nonché - sempre per il Rotary - del giornalista Giandomenico Cortese, del funzionario restauratore della Soprintendenza Anna Volpe e di Mario Guderzo.
Presente, nel chiostro del Museo, una folta rappresentanza di soci rotariani: il restauro integrativo viene infatti eseguito grazie al sostegno del Rotary Club Bassano del Grappa, in collaborazione con il Rotary Club Asolo e Pedemontana del Grappa.
L'intervento sul gesso mutilato viene presentato come il primo atto del percorso verso il Bicentenario Canoviano del 2022. A conclusione dei lavori l'opera restituita sarà protagonista di una mostra, allestita nello stesso salone del Museo Civico, che ripercorrerà la storia di Ebe approfondendo le tecniche di lavoro canoviane e documentando tutte le fasi di scansione e di restauro del modello in gesso bassanese. Contestualmente sarà pubblicato un libro dedicato al mito, alla storia e al restauro dell'opera canoviana, con testi di Mario Guderzo, Antonio Pinelli, Silvia Romani, Sergey Androsov, Volker Khran, Charles Nolbe e Thomas Lochman.
Ma la vera notizia della conferenza stampa - il restauro della Ebe era già stato infatti presentato lo scorso autunno - è un'altra. E cioè l'annuncio di quello che sarà il vero e proprio “evento bassanese” per il Bicentenario dell'anno prossimo. Sarà una grande mostra al Museo Civico prevista in autunno e dedicata al rapporto tra Canova e l'Europa, che sarà curata ancora e sempre da Mario Guderzo assieme a Giuseppe Pavanello.
A precederla sarà un calendario di iniziative, ancora in via di definizione, che saranno poste sotto la guida di un comitato scientifico ad hoc composto da Paola Marini (già direttrice del Museo di Bassano e delle Gallerie dell'Accademia di Venezia e membro del Comitato per l'Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova); Fernando Mazzocca (già professore all'Università Statale di Milano e tra i massimi esperti dello scultore); Xavier F. Solomon (Deputy Director della Frick Collection di New York) e Anne-Lise Desmas (Senior Curator e responsabile del Dipartimento di Scultura e Arti Decorative del Getty Museum di Los Angeles).

Dunque, a partire dal restauro della Ebe, Bassano del Grappa salpa finalmente le ancore sulla rotta verso l'importante ricorrenza del 2022, secondo un taglio chiaramente e fortemente guderziano.
A proposito: ma Bassano e Possagno non dovevano partecipare alle celebrazioni del Bicentenario Canoviano “insieme”?

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