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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Mavì rendete conto?
Il quarto d'ora di celebrità dell'assessore Mavì Zanata. La sua gaffe sui nomadi diventa un caso di risonanza nazionale mentre il video che immortala la sua topica diventa un compendio sul linguaggio del corpo nella politica
Pubblicato il 16-12-2020
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Aveva proprio ragione il grande Andy Warhol: prima o poi tutti hanno il loro quarto d'ora di celebrità. Questa volta tocca a Mavì Zanata, assessore al Sociale e alle Politiche per l'Integrazione del Comune di Bassano del Grappa. Praticamente sempre defilata ed impalpabile in questo primo anno e mezzo di amministrazione Pavan, al punto da apparire la più “inesistente” fra i membri della giunta comunale, la Zanata si trova adesso improvvisamente al centro dell'attenzione del circo mediatico. Per farlo, durante la commissione consiliare in streaming di lunedì scorso, le è bastato un secondo netto.
E cioè il tempo necessario e sufficiente per pronunciare quella frase in dialetto (“De soito 'i fa i ladri”) riferita ai nomadi che sono stanziati regolarmente a Bassano per svolgere prevalentemente l'attività di giostrai.
Nella giornata di ieri, tramite un telegrafico comunicato stampa trasmesso alle redazioni, l'assessore Zanata - a cui le opposizioni hanno chiesto di dare le dimissioni - ha ribadito le proprie scuse per quella che lei stessa ha definito “un'inopportuna battuta”. Me ne sono occupato nell'articolo precedente, dove ho riportato il comunicato-flash della diretta interessata senza aggiungere ulteriori miei commenti e considerazioni, come invece è il mio solito.
Uno screenshot della commissione in streaming. L'assessore Zanata, in alto a sinistra, ha appena pronunciato la frase sui nomadi: le espressioni del vicesindaco Marin e del consigliere Mazzocchin parlano da sole
Ma diciamo che quando ho pubblicato il pezzo era giunta un'ora nella quale, per così dire, non avevo più voglia di infierire. Torno tuttavia anche oggi ad occuparmene perché nel frattempo lo scivolone dell'assessore bassanese è diventato un caso di risonanza nazionale.
La notizia è stata ripresa dal quotidiano La Stampa, che nella sua edizione online ha pubblicato lo spezzone del video della commissione che immortala il momento della gaffe, intitolando così: “L'assessora leghista alle Politiche per l'Integrazione di Bassano del Grappa: «I nomadi di solito fanno i ladri, ma potranno anche loro richiedere i contributi»”. Non è proprio l'esatto ordine delle parole pronunciate, ma il senso è quello e basta per provocare il polverone. Il video stesso dell'attimo fuggente dell'assessora, diffuso urbi et orbi dalle minoranze di centrosinistra, è degno di una serie di Netflix.
Una particolare curiosità viene suscitata dalle reazioni immediate alla frase sui nomadi degli altri consiglieri-commissari, visibili in contemporanea all'interno dei loro riquadri nella piattaforma Zoom. Si vedono i consiglieri di opposizione Riccardo Poletto e soprattutto Oscar Mazzocchin scattare di colpo sulle loro sedie, con Mazzocchin che rivela un'espressione del volto fra il truce e l'interdetto, mentre la consigliera di maggioranza Marina Bizzotto non nasconde una certa divertita sorpresa e il vicesindaco Roberto Marin, dopo avere sgranato gli occhi, abbassa la testa e si mette desolatamente una mano sulla fronte. Quasi una roba da tesi di laurea sul linguaggio del corpo nella politica.
Il tutto mentre in quello stesso momento la Zanata, accortasi della frittata appena cotta e servita in diretta web, si gira verso la presidente di commissione Lucia Fincato, seduta vicino a lei, e candidamente e sottovoce le chiede una cosa del tipo: “Posso dirlo?”. Domanda inutile, come avrebbe cantato Lucio Battisti: ormai era detto.
La presidente Fincato tenta subito di stemperare l'imbarazzo del momento dando spazio “alle altre domande dei consiglieri”: ci pensa un minuto dopo il consigliere Oscar Mazzocchin a ritornare sul punto chiedendo di mettere a verbale l'ultima frase dell'assessore, “visto che è stata detta pubblicamente”. È questa dunque la genesi del caso politico bassanese di questo Natale 2020. Sull'inatteso e sorprendente episodio si registra fino a questo momento l'assordante silenzio del sindaco Elena Pavan, che sembra avere abbandonato il suo assessore da solo in mezzo al guado del turbinoso fiume delle polemiche.
Ho appreso intanto da un articolo pubblicato oggi sulla vicenda dal Giornale di Vicenza che la “difesa d'ufficio” della Zanata è stata affidata al Santone di giunta Nicola Finco, con tanto di dichiarazione pervenuta da Venezia. Ho controllato le mail trasmesse a Bassanonet negli ultimi due giorni: di comunicazioni di Finco non c'è traccia. Amen. Se volete sapere che cosa afferma il vicepresidente del consiglio regionale sulla Zanata e sul caso-nomadi, leggetevi dunque il quotidiano locale.
Al netto del fatto di essere d'accordo o meno con il Zanata-pensiero, tutto quanto sopra scritto mi porta ad esprimere una considerazione finale. La topica dell'assessore bassanese al Sociale e alle Politiche per l'Integrazione è stata davvero un'uscita infelice per il semplice motivo che, a microfoni aperti, ha fatto risuonare una battuta da bar in un contesto istituzionale. Sbagliato il luogo, sbagliato il momento e sbagliata la persona che si è permessa di tirare fuori una perla del genere. Non è però la prima volta, e non sarà l'ultima, che qualche estemporanea cavolata interrompe la routine e soprattutto la sacralità delle riunioni amministrative. Colpisce quindi la grande ripercussione mediatica dell'episodio, al di là degli articoli scritti su questo portale. Ciò rappresenta la cartina di tornasole di una constatazione oggettiva: talmente poco c'è da scrivere sulla reale e concreta azione di cambiamento di questa amministrazione comunale, che basta una gaffe di un esponente di giunta per coprire gli spazi notiziabili sull'attività del Comune, rimandando ad altri momenti le notizie sulle decisioni o iniziative del Palazzo che fino adesso non sono andate oltre l'ordinaria amministrazione. Mavì rendete conto?
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