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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

La G.I.S.P.oteca

Questa sera a Santa Croce il confronto elettorale del G.I.S.P. con sette candidati alle regionali. Prepondera il centrodestra e protestano gli esclusi. Corrado Poli (Veneto per le Autonomie): “A Bassano violata la par condicio”

Pubblicato il 16-09-2020
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No, non sono errori di battitura, non mi è andata in tilt la tastiera e Antonio Canova e Possagno non c'entrano. La G.I.S.P.oteca è la “collezione” di candidati alle elezioni regionali che questa sera alle ore 20.30 saliranno sul palco dell'Oratorio Frassati a Santa Croce, in città (ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria e mascherina d'obbligo per le misure anti-Covid), per il confronto elettorale organizzato dal G.I.S.P., Gruppo di Impegno Socio Politico.
I candidati saranno in sette, come i famosi samurai. Peccato che gli equilibri delle forze in campo siano nettamente a favore della coalizione di centrodestra che corre a sostegno del candidato presidente Luca Zaia. Dei sette invitati al pubblico dibattito, ben tre fanno infatti parte della coalizione pro-Zaia: Manuela Lanzarin (Lega Salvini Presidente), Pierpaolo Longo (Forza Italia) e Silvia Pasinato (Fratelli d'Italia). Ciascuno degli altri quattro posti a disposizione è invece appannaggio di un singolo rappresentante di un altro gruppo o lista: Antonio Guadagnini (candidato presidente del Partito dei Veneti), Chiara Luisetto (Partito Democratico, per il candidato presidente Arturo Lorenzoni), Enrico Cappelletti (candidato presidente del Movimento 5 Stelle) e Maria Stefania Bizzotto (Italia Viva-PRI-PSI-Civica per il Veneto, per il candidato presidente Daniela Sbrollini).
Va comunque detta subito una cosa, a scanso di equivoci. La tornata elettorale regionale, che chiamerà alle urne gli elettori domenica e lunedì prossimi, è incredibilmente affollata.

I candidati alla presidenza sono ben 9 e le liste in corsa, a sostegno dell'uno o dell'altro, addirittura una ventina. Impossibile far salire sul palco un esponente di ciascuna forza in campo: si rischierebbero assembramenti non consentiti dalle vigenti disposizioni. Tuttavia, un confronto pubblico elettorale richiederebbe una maggiore attenzione in materia di equilibri tra schieramenti. Ma tant'è: questo è quello che passa il convento. Anzi, l'Oratorio.
Il fatto è che questa disparità di rappresentanza non è passata inosservata da parte degli “esclusi”. È il caso di Corrado Poli, candidato nel Vicentino con la lista Veneto per le Autonomie, la quale candida alla presidenza della Regione Simonetta Rubinato.
In un comunicato stampa intitolato “Violazione a nostro danno della par condicio a Bassano”, Poli esprime in maniera alquanto esplicita il suo punto di vista sulla mancata partecipazione della sua lista al confronto. “Stasera a Bassano sono stati invitati rappresentati di varie liste e candidati presidenti alle elezioni della Regione Veneto - afferma il comunicato -. Nonostante noi avessimo fatto notare di non essere stati inseriti nel programma e nemmeno invitati, la nostra presenza è stata rifiutata violando così le norme della par condicio e quelle della correttezza istituzionale.” “L’esclusione non è casuale, visto che gli organizzatori sostengono palesemente liste che sono a noi specificamente concorrenti - sostiene e conclude Poli -. Si tratta quindi di un palese boicottaggio politico. Tanto più che ci è stata negata persino la possibilità di partecipare dal pubblico con l’evidente scusa che tutti i posti erano prenotati.”
“Sorpresa” per il mancato invito al confronto pubblico del G.I.S.P. è stata espressa al vostro umile cronista anche da parte di Renzo Masolo, candidato per la lista Europa Verde, che nel quartiere bassanese di Santa Croce persino abita. Secondo quanto riferito da Masolo, di fronte alla sua richiesta di motivazioni riguardo all'esclusione dall'incontro gli organizzatori avrebbero risposto “di non essere stati a conoscenza del fatto che lui era candidato”.
Insomma: è da ieri (si legga il mio articolo “La formaggiata”) che questa campagna elettorale così strana, per le restrizioni sanitarie in corso, e soprattutto così poco scoppiettante ha cominciato a tirare i primi veri botti e petardi. E - credetemi - non è finita qui...

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