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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

W la squola

Due librai, due presidi, un esponente delle categorie economiche, un amministratore comunale e un politico regionale. Alla libreria La Bassanese, confronto a sette voci sul mondo della scuola

Pubblicato il 18-10-2019
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Se permettete, parliamo di squola.
L'errore di ortografia è voluto, a simbolica rappresentazione del fatto che sul mondo della scuola - soprattutto da chi ne è fuori per motivi anagrafici, famigliari o professionali - spesso si alimentano erronee convinzioni o idee non corrette generate da diffusi luoghi comuni. Del tipo: la scuola oggi non è in grado di formare i ragazzi a un vero futuro, è scollegata col mondo del lavoro, col liceo “non si mangia” eccetera.
È pur vero che si tratta della scuola di un Paese, come il nostro, dove oggi abbiamo ben oltre due milioni di NEET (Neither in Employment not in Education and Training), cioè ragazzi che non studiano e non lavorano. La qual cosa, per quanto ci riguarda, è un poco invidiabile record europeo. Ed è altrettanto vero che è la scuola di un Paese dove solo l'anno scorso se ne sono andati via 285.000 cittadini, in gran parte giovani e per un terzo laureati, per trovare lavoro o maggiore gratificazione economica all'estero. Il che ci pone (dati Ocse) all'ottavo posto nella classifica mondiale dell'emigrazione, davanti persino al Vietnam e all'Afghanistan. Tuttavia queste cose fanno parte di una crisi di sistema che trascende dalla capacità di recitare a memoria una poesia di Carducci, di coniugare un verbo in inglese o di calcolare la radice cubica del tale numero.

Foto di gruppo dei ragazzi premiati

Parlare comunque di scuola, ma in modo non scolastico, non è una cosa scontata.
Ma è stata proprio questa la pazza idea di Marco Bernardi, il libraio “senza censura” di Bassano del Grappa, che ha voluto affrontare l'argomento da par suo.
L'occasione viene data dalla cerimonia di consegna, alla libreria La Bassanese, delle borse di studio per un totale di 5000 euro messe a disposizione dalla libreria stessa per i propri giovani clienti e per le loro famiglie. Prima iniziativa del genere per una libreria privata in Italia, l'operazione consente a una cinquantina di ragazzi frequentanti le scuole cittadine di ricevere ciascuno un assegno di 100 euro in “buoni cultura” per l'acquisto di libri e di testi scolastici.
Non solo money, però: le premiazioni sono infatti intervallate da interviste di 5 minuti ciascuna, condotte da Bernardi, a rappresentanti del mondo della scuola e dell'imprenditoria locale per creare un mini-dibattito sullo status quo della scuola bassanese, sull'importanza della lettura nelle scuole e su cosa si può migliorare per avere un orientamento scolastico calato sulle esigenze del territorio.

L'assessore comunale bassanese all'Istruzione Mariano Scotton, reduce fresco fresco da un incontro col provveditore agli studi, diffonde i dati aggiornati della popolazione scolastica nella nostra città, esclusi gli istituti professionali. A Bassano frequentano la scuola circa 12.000 ragazzi, provenienti da tutto il territorio e oltre, di cui 8.255 studenti nelle scuole superiori. Di questi, oltre il 38% - e cioè 3156 studenti - frequentano i due licei. In altre parole, più di uno studente su tre opta per il Classico o per lo Scientifico a scapito di altri istituti a maggiore specializzazione didattica. “Promuoveremo un tavolo delle categorie con i genitori - anticipa Scotton -. Le indicazioni delle scuole spesso non vengono ottemperate dalle famiglie in quanto a orientamento scolastico, serve un cambiamento culturale per favorire maggiore attenzione anche alle altre scuole.”
“Un territorio dovrebbe essere in grado di orientare - osserva Elena Scotton, vicepresidente vicario mandamentale e presidente della Commissione Turismo della Confcommercio -. L'esempio è dato proprio dalla Commissione Turismo di Confcommercio. Due anni fa abbiamo compiuto tre itinerari di Bassano col liceo Brocchi, con gli studenti a fare da accompagnatori. Un esperienza importante anche per i commercianti, perché gli studenti sono il nostro ossigeno.” “Nell'alternanza scuola-lavoro - aggiunge Scotton - i ragazzi partecipano attivamente, non solo ricevono ma anche danno. Dopo la crisi nel nostro territorio c'è stata la riscoperta del valore del turismo, ci sono antenne che si stanno alzando. Diamo fiducia ai ragazzi.”
Alberto Galla, libraio storico (la Libreria Galla di Vicenza, oggi Galla+Libraccio, l'anno prossimo compirà 140 anni), viene stimolato da Marco Bernardi su una richiesta portata avanti da anni dalla categoria delle librerie indipendenti e lanciata alla politica: quella di scalare dalle tasse l'acquisto dei libri di scuola. “La detrazione fiscale sulle spese della formazione è un nostro cavallo di battaglia di cui la Regione Veneto è stata un alfiere - dice Galla -. Purtroppo la legge di iniziativa regionale si è poi “persa” a Roma. È una percentuale di detrazione bassa che con la volontà politica si potrebbe realizzare. La spesa per i libri di testo è la più odiosa per le famiglie, invece di avvicinare allontana.”
Comunque sia, sottolinea Galla, “il libraio è la figura cardine dell'iniziazione e continuazione della lettura, non esiste digitale che tenga”.

Tra i momenti clou dell'appuntamento, il saggio di filosofia Zen. Gianni Zen, preside del Liceo Brocchi, alla domanda “Ma si mangia col liceo?” risponde: “Questa domanda ha un senso?”. “Una volta - riferisce - ho avuto un colloquio con la mamma di una studentessa che mi ha detto “quanti schei me costa sta tosa”. Io le ho replicato con una battuta che mi è venuta spontanea: “Signora, quanto investe sul corpo e quanto investe invece sulla testa di sua figlia?” E lei: “Non ci avevo mai pensato...”.” “Il problema - continua il preside - non è quale indirizzo scegliere, ma quali sono i talenti e le attitudini. La grande fatica che la scuola media dovrebbe fare è quella di scoprire i talenti e le attitudini dei suoi studenti.”
“Il liceo - rimarca Zen - vuol dire formazione universitaria. E il 38% di liceali a Bassano è una percentuale più bassa rispetto alla media del Paese. Chi frequenta oggi la prima superiore si laureerà nel 2030. Il problema è quindi chiedersi: “Come sarà il mondo nel 2030?”. Ogni famiglia, ogni ragazzo è chiamato a pensare quello che dalla vita lo può rendere felice. La cultura è la finestra che si apre al mondo che c'è e che ci potrà essere.”
Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione, sottolinea che nel Veneto “non c'è il fenomeno della liceizzazione” e si assiste a “una vera riduzione della dispersione scolastica”. “Un'altra nostra battaglia - prosegue - è che le politiche dei libri di testo dovrebbero essere riviste, con libertà di scelta da parte del docente.”
E prendendo spunto da un “problema interno” reso noto dal preside Zen che solo adesso è riuscito a coprire una supplenza a più di un mese dall'avvio dell'anno scolastico, afferma: “Il problema nelle scuole è la mancanza di programmazione a tot anni, c'è difficoltà a trovare supplenti e insegnanti di sostegno.” Eppure, ad esempio, “noi sappiamo quanti bambini sono nati nel 2019 e quindi sappiamo quanti alunni si iscriveranno in prima elementare fra sei anni”. “La scuola - dichiara l'assessore regionale - è la più complessa da gestire, ma dovrebbe essere la più facile da programmare. Non c'è più “chiamata”. Il preside Zen dovrebbe essere libero di chiamare un docente per coprire un ruolo vacante.”

Infine Loris Giuriatti, preside della scuola di formazione professionale Enaip di Bassano, nonché scrittore e divulgatore storico, risponde con stile alla provocazione di Marco Bernardi: “Esistono dunque scuole di serie A o di Serie B?”. “Forse siamo di serie B - replica -, ma siamo primi in classifica.” Scherzi a parte, Giuriatti integra i dati sulla frequentazione scolastica a Bassano informando che agli istituti professionali sono iscritti circa 600 ragazzi, di cui 230 all'Enaip. “Noi studiamo un percorso apposta per questi ragazzi - spiega il preside -, siamo una scuola del fare.” Ma attenzione alla lente deformante dei luoghi comuni: c'è cultura anche in una scuola di formazione professionale. “Da noi è in programma anche il libro di lettura - rivela Giuriatti -. Io pretendo che i ragazzi leggano, perché la passione per la lettura avviene leggendo.”
Cuesta e non solo cuesta, egregi lettori, è la squola.

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