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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Brindo al Brand

Presentato in un “talk” alla CMP F.lli Campagnolo di Romano d'Ezzelino il primo prodotto tangibile del Tavolo di Marketing Territoriale dei Territori del Brenta: il Brand Manual per il Marchio d'Area

Pubblicato il 23-11-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Brindo al Brand. E stappo idealmente assieme a tutti voi una bottiglia magnum di spumante. Motivo per festeggiare ce n'è: dopo oltre cinque anni di incubazione, è infatti pronto il primo prodotto tangibile del Tavolo di Marketing Territoriale dei Territori del Brenta: il Brand Manual per il Marchio d'Area. “Tangibile” per modo di dire, visto che - diversamente da quello delle Giovani Marmotte - sarà un manuale consultabile esclusivamente online. Ma è comunque il primo prodotto tecnico che, come sottolineano i promotori del progetto, è “liberamente fruibile dai diversi attori pubblici e privati fattivamente impegnati ad elevare l'attrattività del Marchio d'Area Territori del Brenta nel mercato internazionale”. Il Brand Manual altro non è che un manuale con le linee guida per l'uso del marchio “Territori del Brenta”, contenuto nel sito www.territoridelbrenta.info, online da ieri sera. Si tratta di un sito ad uso “interno”, rivolto cioè ai cosiddetti portatori di interesse, interessati (per l'appunto) a utilizzare il logo del progetto di valorizzazione turistica del territorio sul materiale delle rispettive attività: siti internet istituzionali o aziendali, manifesti, carte intestate, cartelline, magliette, confezioni gastronomiche e quant'altro. Per il momento l'opportunità di scaricare il marchio è aperta a tutti, in un prossimo futuro sarà invece riservata - come accade per tutti gli altri Marchi d'Area - ad eventi, manifestazioni, prodotti eccetera selezionati e realmente rappresentativi del territorio. Marchio (simbolo e logotipo); matrice del logo base; opzioni di colore; area di rispetto; FAQ (domande frequenti); format e infine una gallery con esempi di utilizzo del marchio. Sono le aree del Brand Manual che specificano lo standard grafico che chiunque sia interessato all'uso del logo “Territori del Brenta” dovrà rispettare, per garantire l'uniformità della comunicazione verso l'esterno.
Va ribadito che territoridelbrenta.info è un sito tecnico di istruzioni per l'uso: nulla a che vedere con quello che in futuro sarà il portale istituzionale del Marchio d'Area, rivolto all'esterno e specificamente dedicato alla promozione del territorio coinvolto.
In più va chiarito, come spiegano sempre i promotori, che il marchio scaricabile dal sito TdB non è il Marchio d'Area: il primo è infatti un logo o se preferite una “marca”, che rappresenta il simbolo unificato del progetto, mentre il secondo è una realtà ancora in divenire, costituita da enti pubblici e operatori privati impegnati a costruire la “governance” (ebbene sì, prima o poi questa parola doveva venire fuori) della cosiddetta attrattività d'area, alla base dell'auspicata evoluzione dei Territori del Brenta in consolidata destinazione turistica. Tutto chiaro, fin qui? Probabilmente no.

Un momento del 'Talk' alla CMP F.lli Campagnolo (foto Alessandro Tich)

Ma ecco che, come per miracolo, accade l'evento che cerca di spiegarci tutto.

Nella bellissima showroom (ma “room” è un termine riduttivo) dell'azienda CMP F.lli Campagnolo Spa a Romano d'Ezzelino, a pochi metri dal confine comunale con Bassano del Grappa, va in scena un incontro ad invito che vede, nell'occasione, la sala affollata. L'incontro si intitola “Talk: un fiume di opportunità per tutti” ed è promosso dal Direttivo del Marchio d'Area in collaborazione con le categorie economiche del territorio.
Variegato il pubblico che vi partecipa: associati al progetto, pubblici amministratori, referenti delle categorie economiche, imprenditori, sindacalisti, professionisti, operatori turistici e infiltrati speciali. Lo scopo dell'evento è proprio quello di presentare la nascita del Brand Manual per il Marchio d'Area, spiegando prima i capisaldi del progetto e del lungo percorso fin qui intrapreso, messi in connessione - come vedremo - anche con analoghe esperienze di “aggregazione” territoriale in un comprensorio, ma anche in una regione, dove “fare squadra” è molto spesso una Mission: Impossible.
A tenere le redini della serata, in veste di conduttore-moderatore, è il sempre brillante Sebastiano Zanolli, motivatore di professione, chiamato a fare in modo che l'incontro, pardon il “Talk”, non produca il controproducente effetto-sbadiglio.
Chi uno alla volta e chi invece in salottini da tre, i vari testimonial della serata si alternano a turno sul palco dei relatori.
C'è il presidente del Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar e co-fondatore del Tavolo di Marketing Territoriale Massimo Vallotto che rompe il ghiaccio ripercorrendo velocemente la cronistoria del progetto che rivolge a “un territorio di potenziale espressione turistica formidabile”. Il sindaco di Cismon del Grappa Luca Ferazzoli, presidente dell'Unione Montana Valbrenta e amministratore pubblico totalmente dedicato al Marchio d'Area, ricostruisce invece le fasi del coinvolgimento nel progetto degli enti pubblici attraverso l'IPA (Intesa Programmatica d'Area), con la costituzione di un direttivo che è l'espressione mista della collaborazione tra Pubblico e Privato.
Il padrone di casa Fabio Campagnolo, fresco presidente della neonata società calcistica FC Bassano 1903, racconta come la cordata di 63 imprenditori che ha reso possibile la rinascita della squadra giallorossa possa fare da esempio per altri raggruppamenti di imprese e di persone accomunati da uno scopo comune, come può essere quello dello sviluppo dell'attrattività turistica della nostra area. Giorgio Strappazzon, promotore del progetto “Smart City Pedemontana”, trova un'analogia tra la sua iniziativa e quella dei Territori nel Brenta nel fatto di “non guardare più alla crescita economica, ma alla crescita sostenibile del territorio”, invitando la classe amministrativa pubblica dei Comuni aderenti ad avere “la capacità di fare politiche comuni di area vasta”. “Avere visione oltre il mandato - gli fa eco Massimo Vallotto - è quello che chiediamo agli amministratori di turno, per guardare al bene comune.”
Sara Pizzolato, Master in Design dell'Offerta Turistica dell'Università di Padova, spiega invece quale è stata l'evoluzione del Marchio d'Area “Valle Agredo”, voluto e realizzato dalla Federazione dei Comuni del Camposampierese nell'Alta Padovana, che è stato anche l'argomento della sua tesi di Master. Mentre Valentina Tognoni, laureata in Progettazione e Gestione del Turismo Culturale all'Università di Padova con una tesi su “Bassano del Grappa ed i Territori del Brenta: proposte per un Marchio d'Area”, stimolata anche da Zanolli lancia alcune idee pratiche per la valorizzazione concreta di itinerari, prodotti e altre eccellenze del territorio. All'altro co-fondatore del progetto Andrea Cunico Jegary spetta invece il compito di spiegare brevemente che cos'è il Brand Manual e a cosa serve.
Due interventi su tutti, tuttavia, richiamano in particolare l'attenzione del vostro umile cronista.

Di solito, quando parla un docente della scuola pubblica, la realtà delle cose vissuta davanti alla lavagna viene sempre a galla. Non fa eccezione la professoressa Maria Grazia Panini, responsabile dell'Indirizzo Turistico dell'Istituto d'Istruzione Superiore “Remondini” di Bassano. La docente racconta che lo sbocco nel mondo del lavoro è il punto dolente per gli studenti diplomati in Turismo. “Con difficoltà - riferisce -, il 30% trova lavoro nel primo anno nel settore turistico, anche spostandosi di molto.”
Ne è conseguenza il calo delle iscrizioni. “Va bene così - commenta -, non vogliamo creare false illusioni.” La prof lancia quindi un monito agli imprenditori presenti: “Abbiate maggiore disponibilità ad accogliere i nostri ragazzi per lo stage di quarta. Molti fanno ancora fatica a trovare accoglienza dagli imprenditori.” E per quando, come tutti i presenti auspicano, il Marchio d'Area diventerà realtà? “Pretenderei - risponde la prof.ssa Panini - di essere presente con qualche ragazzo dentro il direttivo. Vorrei che il territorio mi dicesse quali figure professionali il territorio richiede in quel momento.”
Della serie: più chiaro di così.
Molto efficace anche l'intervento di Giovanni Cinel, componente del direttivo Marchio d'Area e operatore turistico: uno che per lavoro (è un manager della Bonotto Hotels) gira il mondo tra le fiere di settore. “Se io in fiera - spiega Cinel - ho davanti un tour operator e gli dico come mi chiamo e che vengo da Bassano del Grappa, ho già perso trenta secondi per niente. Se il collega vicino a me viene invece da Vernazza, non dirà che viene da Vernazza ma dalle Cinque Terre. Ed ecco che al tour operator si aprirà un mondo.” Della serie: come spiegare che cos'è un Marchio d'Area in pochi secondi. Poi ancora Cinel tira fuori un pacco di opuscoli e dépliant presi all'Ufficio IAT, uno diverso dall'altro. “Sono tutte nostre eccellenze - afferma -, ma non vengono unificate e comunicate in modo corretto. Senza unitarietà e identità è come se non esistessimo nel mondo del turismo.”
Sono solo alcuni dei momenti di una serata in cui la parola “stakeholders” viene pronunciata solamente due volte: e già questo è sicuramente un passo in avanti.

C'è anche il momento delle domande dal pubblico, scritte su una scheda e lette dal conduttore. Una persona chiede: “Quanto tempo ci vorrà per realizzare il Marchio d'Area?”. Risponde Vallotto: “Da adesso. Questo di oggi è il giro di boa.”
Altra (inevitabile) domanda: “Quanto costa il progetto?” “Fino adesso niente, perché è frutto del volontariato e della condivisione disinteressata di molte persone” - replica ancora Vallotto. Ora però una parte degli introiti dell'imposta comunale di soggiorno che i turisti pagano negli hotel del comprensorio sarà destinata al progetto Marchio d'Area, che si propone quale ulteriore passo concreto l'istituzione di una Agenzia per l'Attrattività del Territorio, in cui opereranno professionisti del settore per rendere il Brand, ovvero il territorio che rappresenta, di giorno in giorno sempre più attrattivo. In più, grazie alla partnership Pubblico/Privato il progetto potrà regolarmente accedere ai bandi di finanziamento per il turismo regionali ed europei.
Ma c'è anche, tra le schede del pubblico, chi esprime la propria perplessità: “Il logo è la ciliegina sulla torta, prima però bisogna fare la torta.” Ovvero: abbiamo il Brand “Territori del Brenta” e un manuale online che spiega come usarlo, ma un vero e proprio territorio contraddistinto da un Marchio d'Area istituzionalizzato ancora non ce lo abbiamo.
Ma è proprio quello che ribadiscono di continuo i promotori: si tratta di un processo in divenire, che riguarda un percorso partecipativo che prevede un coinvolgimento sempre più marcato dei “diversi attori pubblici e privati fattivamente impegnati ad elevare l'attrattività del Marchio d'Area Territori del Brenta nel mercato internazionale”.
Sempre dalla platea del pubblico, arriva però anche la classica domanda da 100 milioni che in molti, in realtà, pensano: “Il Marchio d'Area è già esistente o bisogna ancora crearlo?”. Rilancia Sebastiano Zanolli: “Esistono i Territori del Brenta?”.
Risponde Andrea Cunico Jegary: “Esiste il Mulino Bianco?”.
Ecco: questo è il passo centrale dell'intera serata.
Brindo al Brand, dunque. Che per il momento rimane solamente un Brand e cioè un marchio, ma non un Marchio d'Area. Tutto il resto è ancora da costruire e da perfezionare, in questo territorio che abbisogna di una massiccia dose di marketing e che da oggi assume la forma di un'enorme Macina o di un gigantesco Taralluccio.

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