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Rinascimento in bianco e nero

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Attualità

Il Mare di Nessuno

Quando la mediazione culturale fa spettacolo. “Culture in festa” a Palazzo Bonaguro a Bassano si chiude nel solco del progetto regionale ImProVe: immigrati e italiani protagonisti insieme nella costruzione del dialogo

Pubblicato il 10-06-2018
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È una professione ancora poco conosciuta e, soprattutto, riconosciuta: quella del mediatore culturale. Eppure è almeno dal 1998 che questa “figura” è presente nella nostra regione quale operatore strategico chiamato a facilitare i rapporti tra le istituzioni locali (Comuni, scuole, Ulss eccetera) e gli immigrati regolari per tutte le questioni riguardanti le incombenze, le necessità e le pratiche burocratiche della vita quotidiana.
Il punto della situazione della mediazione linguistico-culturale in Veneto è emerso venerdì mattina a Palazzo Bonaguro a Bassano, nella seconda delle prime due giornate di “Culture in festa”: la manifestazione organizzata dall'Associazione Il Quarto Ponte-Centro interculturale di Bassano del Grappa, patrocinata dall'Amministrazione comunale, inaugurata giovedì scorso e impegnata oggi nella sua ultima giornata.
Finanziata dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020 e inserita tra le iniziative del progetto regionale ImProVe-Immigrati Protagonisti in Veneto, la rassegna ha proposto una importante occasione di aggiornamento e di confronto con il seminario regionale “Trasformazioni sociali, identità culturali. Il ruolo dei mediatori e mediatrici linguistici culturali”, organizzato in collaborazione con Rete Reame, Associazione Mediatori e Mediatrici Culturali del Veneto, di cui fa parte anche l'Associazione Il Quarto Ponte, e con l'Associazione Terra dei Popoli di Verona. Moderato dalla mediatrice culturale Dinha Rodrigues, l'incontro si è avvalso dei contributi della presidente di Rete Reame Sanja Ilić e della psicologa Maria Riccio, del presidente Gianni Rasera per l'associazione I Care-Antenna Antidiscriminazioni di Treviso e del psicoterapeuta Gabriel Maria Sala del Centro formazione e ricerca etno-clinica Gauba di Sant’Anna d’Alfaedo.

Andrea Tich e Michela Gatto nella rappresentazione teatrale Pontos-Il Mare di Nessuno (foto: Alessandro Borsato)

All'inizio del seminario, la presidente di Rete Reame Sanja Ilić ha letto una lettera di saluto dell'assessore al Sociale della Regione Veneto Manuela Lanzarin, impossibilitata a presenziare per concomitanti impegni, che plaudendo all'iniziativa ha comunicato l'imminente riconferma del progetto regionale ImProve, finalizzato “a favorire la partecipazione attiva degli immigrati e delle loro associazioni alla vita sociale, economica e culturale della comunità”.
Il programma di “Culture in festa” si è svolto proprio lungo il binario degli obiettivi del progetto, ma con un forte contributo di idee e di proposte anche della parte italiana, nel segno di quel dialogo che, fatto saldo il rispetto delle regole della Nazione ospitante, dovrebbe sempre instaurarsi tra la popolazione maggioritaria e l'entità minoritaria genericamente definita come “stranieri”.
L'atmosfera cosmopolita della manifestazione non è stata fermata neppure dalla pioggia che ha bagnato il pomeriggio inaugurale di giovedì e che ha costretto alla cancellazione della “Passeggiata musicale con accompagnamento musicale” lungo le vie del centro storico. Katy Marcante della associazione “Il Benessere del Suono” ha comunque intrattenuto ai presenti, nel salone al piano nobile di Palazzo Bonaguro, con una esibizione di musica meditativa ed evocativa dal mondo.
Venerdì mattina, prima del seminario regionale, i locali della festa hanno dato spazio al nutrito gruppo dei danzatori di “Dance Well” - il progetto europeo di Operaestate Festival sorto sul solco del progetto “Dance for Parkinson” - impegnati in una delle due “classi” settimanali regolarmente e solitamente tenute al Museo Civico.
La classe di danza si è conclusa con la “Nelken Line”: la coreografia di Pina Bausch, già rappresentata con successo tra le sale della Pinacoteca del Museo, che fa procedere i partecipanti tutti in fila indiana portandoli, nell'occasione, a marciare anche “in esterno” lungo via Angarano.
Sempre venerdì, dopo la proiezione del film di animazione “Valzer con Bashir” di Ari Folman, dedicato ai conflitti nel Libano e al massacro di Sabra e Shatila del 1982, è stata proposta la prova generale aperta, seguita nella serata di sabato dalla applaudita rappresentazione vera e propria, dello spettacolo “Pontos - Il Mare di Nessuno”: performance teatrale scritta da Andrea Tich e interpretata da Andrea Tich e Michela Gatto, che affronta tra il dramma e la speranza, con occhio giovane e disincantato, la questione delle migrazioni verso l'Europa nella storia e nell'attualità.
Finale in stile orientale, per la seconda giornata, con lo spettacolo di danza del ventre delle danzatrici dell'Associazione “Sultana”, diretta dall'insegnante Samantha Toaldo.
Nella giornata di ieri, sabato, oltre alla rappresentazione serale dello spettacolo “Pontos”, è stato degno di nota l'incontro-conversazione pomeridiano con la poetessa albanese Etleva Petriti, autrice del libro di poesie “Il sogno del mio passato”. Presente tra il pubblico una folta delegazione di albanesi residenti nel Bassanese e a Valdobbiadene, dove l'autrice vive, ma provenienti anche da Genova e da Treviso.
In tarda serata, dopo la cena con pietanze del mondo curata dall'Associazione I.E.S.S., i riflettori si sono accesi sul “semiacustico live” di Andrea Tich & Le Strane Canzoni: cantautore e performer siciliano, ma mitteleuropeo di famiglia e milanese di adozione, autore di un album-culto della musica alternativa italiana di fine anni '70 (“Masturbati”), prossimo alla riedizione in vinile e in cd con tracce anche inedite, e protagonista di una seconda giovinezza artistica e discografica.
L'ultima giornata, quella di oggi, si è aperta con il doppio spettacolo dei bambini corsisti e degli adulti corsisti del corso di teatro tenuto a Bassano, nella sede del Consiglio di Quartiere Margnan-Conca d'Oro, dall'Associazione Culturale Architeatro di Genova.
Gran finale, questo pomeriggio, con la sfilata di moda etnica con “indossatrici” sia italiane che straniere (immancabile must della manifestazione), contraddistinta quest'anno da un mix di colorate stoffe ugandesi e di abbigliamento e accessori di artigianato italiano, e con lo spettacolo-bis di danza del ventre dell'Associazione “Sultana”.
È il melting pot che ha da sempre contraddistinto quella che fino alla scorsa edizione si chiamava “Festa delle Culture” - tradizionale fiore all'occhiello della Associazione Il Quarto Ponte di Bassano del Grappa, presieduta dalla mediatrice culturale Marinka Sirotnjak - e che da quest'anno si chiama “Culture in festa”.
Un nome nuovo, ma nel segno della tradizione: quella di un evento improntato al dialogo che trasforma il Mare di Nessuno in un incontro per tutti.

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