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Decolla da Treviso il progetto della Ciclabile Monaco-Venezia: dal Brennero alla Laguna escludendo l’asse Trento-Bassano. Il presidente degli Albergatori Astuni: “Le amministrazioni locali hanno una grandissima responsabilità in tutto questo”

Pubblicato il 18-11-2015
Visto 7.047 volte

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Elena Pavan

Che i trevigiani sappiano fare lobby, è cosa risaputa. Hanno sicuramente dalla loro parte la presenza di loro influenti conterranei nelle stanze dei bottoni della politica regionale (governatore Luca Zaia e assessore al Turismo Federico Caner in primis), ma non basta avere i referenti giusti nei Palazzi che contano se poi sul territorio le forze amministrative, economiche e sociali non fanno rete e non fanno squadra: termini abusati ma, nel caso della realtà di Treviso, concretamente efficaci.
I nostri “confinanti” lo hanno appena dimostrato nel settore della Cultura, con la nascita della Rete Musei Trevigiani: un sistema che da oggi mette insieme 58 realtà museali della Marca - unificandone l’offerta, la programmazione, la promozione e comunicazione e le interrelazioni reciproche - rivolgendosi a un potenziale bacino di utenza di oltre 300mila visitatori all’anno.
Ma questa volta le lobby della provincia gioiosa et amorosa hanno compiuto il capolavoro. Si chiama “Pista dell’Amicizia”: un unico percorso cicloturistico che unisce Monaco di Baviera con Venezia.

In rosso il percorso ciclabile Monaco-Venezia presentato a Treviso e in bianco quello "originale", comprendente la Ciclopista del Brenta

Presentata ieri in Provincia a Treviso, la nuova ciclovia internazionale sarà presto realtà. Basterà interconnettere le piste ciclabili già esistenti e sarà possibile coprire in bicicletta senza soluzione di continuità un itinerario tra la Baviera, il Brennero, la Val Pusteria, Dobbiaco e la Laguna lungo 560 chilometri, lungo l’asse Germania-Austria-Cortina d’Ampezzo-Belluno-Treviso-Venezia.
Con la prevista creazione di una vasta gamma di servizi che spaziano dalle strutture ricettive al trasporto su gomma o su ferro delle biciclette, fino ad una articolazione di iniziative di commercializzazione e promozione, affidate per ciascuna area a diversi Consorzi di promozione turistica finalizzati alla “conoscenza lenta dei luoghi lungo l'itinerario”.
Una notizia che, se da una parte rappresenta il nuovo asso nella manica per il turismo nell’arco alpino orientale - Dolomiti e Prealpi trevigiane comprese -, dall’altra costituisce il de profundis per le aspirazioni cicloturistiche del territorio bassanese, i cui “portatori di interesse” reclamano da anni il completamento della ciclopista del Brenta lungo l’asse ciclabile Trento-Bassano (originariamente parte integrante di un itinerario cicloturistico Monaco-Venezia Valsugana rimasto a tuttoggi un’incompiuta), che rimane di fatto escluso dalla prossima nuova via maestra ciclabile nel cuore dell’Europa.
Al punto che Roberto Astuni, presidente degli Albergatori di Bassano del Grappa e co-promotore dell’associazione per il Marchio d’Area “Territori del Brenta”, parla esplicitamente di “scippo” compiuto al territorio bassanese. Effettuato per merito di altri (tanto di cappello, NdR) e per demerito “degli amministratori del nostro territorio” che hanno “una grandissima responsabilità” in quella che ormai appare con l’ennesima occasione mancata per lo sviluppo dell’attrattività turistica del Bassanese, dimostrando che “questo è lo scotto che si paga quando la politica è sorda”. E’ quanto dichiara Astuni in un duro comunicato stampa trasmesso oggi in redazione, che pubblichiamo integralmente di seguito:

COMUNICATO

Ancora una volta il nostro territorio viene scippato. Stavolta però è davvero grossa, parliamo infatti della Ciclabile Monaco Venezia che proprio ieri è stata ufficialmente presentata a Treviso. ll progetto prevede la promozione di un percorso ciclabile che da Monaco conduce a Venezia, seguendo l’itinerario Brennero - Val Pusteria - Dobbiaco - Cortina d’Ampezzo - Belluno - Treviso fino a Venezia (escludendo pertanto la Trento/Bassano). L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto comunitario transfrontaliero Interreg IV Italia-Austria 2007/2013, nel quale sono coinvolti le province di Venezia, Belluno e Treviso, la Comunità Comprensoriale Valle Isarco di Bressanone, il Consorzio turistico Achensee, il Consorzio turistico Munchen Oberbayern e il GECT Euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino e porterà, come ha dichiarato il Presidente Muraro, milioni di ciclisti nel giro di pochi anni.
Un servizio completo di supporto informativo e tecnico viene offerto in loco dagli operatori turistici bike friendly, che s'incontrano strada facendo. Attualmente si sta sviluppando una segnaletica uniforme per questo progetto promosso dalla UE nell'ambito del Fondo Europeo per lo sviluppo regionale. Inoltre saranno disponibili una mappa in scala ridotta, una guida ciclistica in scala 1:75.000 ed un navigatore satellitare con GPS per la programmazione personalizzata delle escursioni, con tanto di sito internet già attivo: www.muenchen-venezia.info.
Ritengo che le amministrazioni locali abbiano una grandissima responsabilità in tutto questo. E’ nota ormai la incapacità di fare squadra e rete sul territorio, attività professate da chiunque ma mai prese in considerazione da nessuno!
Già da cinque anni denuncio la mancanza di tratti che potrebbero completare i vari percorsi sulla Trento/Bassano, da anni denuncio la tabellazione della ciclabile, da anni denuncio il fatto che non riusciamo a trovare un nome comune con gli “amici trentini” (ciclabile del Brenta, ciclabile Valsugana) ed ecco che mentre i nostri amministratori litigavano con tutta la vallata tra Sindaci, Comunità Montane, Assessori, Dirigenti (senza MAI aver interpellato un portatore di interessi) per portarsi a casa un pezzetto di ciclabile e andare destra o sinistra Brenta, i loro colleghi trevigiani, dialogando con il territorio (Consorzi turistici, albergatori, Ass. categoria ecc.), in due anni hanno realizzato questo progetto finanziato dalla C.E. chiamandolo “Ciclopista dell’Amicizia”!!
Questo è lo scotto che si paga quando la politica è sorda, quando il territorio chiama da tempo incontri tra stakeholders, la politica anziché favorire questi incontri (dovrebbe farlo per legge), ignora la situazione. Io personalmente da cinque anni e da due con Territori del Brenta, abbiamo messo in evidenza i tre assi principali per cercare di elevare l’attrattività del territorio.
Questi erano il Polo Museale Santa Chiara (nota vicenda esplosa proprio in questi giorni), la ciclopista del Brenta e la rete di mobilità dolce.
Solo lo scorso anno avevo fatto questa dichiarazione: “La Valle del Brenta è sempre stata punto di passaggio dalla Germania e per chi arriva da Nord Bassano è l'ultima città prima della pianura e di Venezia. La Ciclabile è una realtà non da reinventare ma da estendere, siamo nell'ombelico del cicloturismo. Tutti parlano del suo completamento, ma nell'incontro a Venezia, con i colleghi di Territori del Brenta, abbiamo appreso dai tecnici dell'assessorato che in Regione non è mai stata presentata una richiesta specifica da nessuno. La Regione Veneto ha finanziato in 4 anni 1100 km di ciclopiste e ciclovie. E' ora che qualcuno si svegli.”
E infatti si son svegliati i trevigiani!

Roberto Astuni
Presidente Albergatori Bassanesi

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