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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Robert De Niro

Folgorato sulla via della fiction. Roberto Astuni, referente di Vicenza Film Commission per “Di Padre in Figlia”, diventa attore. Protagonista di una scena della serie Tv, nel ruolo di un professore del '68, con Cristiana Capotondi

Pubblicato il 03-10-2015
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Robert De Niro: e chi sarà mai?
C'è un suo omonimo bassanese che sta apprendendo velocemente i segreti, mettendoli a frutto davanti alla cinepresa, della nobile arte della recitazione.
Ed è il presidente degli Albergatori di Bassano del Grappa - nonché presidente del Consorzio Regionale di Promozione Turistica Pedemontana e Colli e co-promotore del progetto per il marchio d'area Territori del Brenta - Roberto Astuni. Il quale, come noto, è impegnato ormai da mesi in una presenza di supporto alla logistica e all'organizzazione della fiction prodotta da Bibi Film per RaiUno “Di Padre in Figlia”, le cui riprese sono in corso in queste settimane a Bassano e in altre location del Veneto.

Cristiana Capotondi e Roberto Astuni con il "ciak" della scena girata assieme

Una collaborazione svolta dal poliedrico imprenditore alberghiero in qualità di referente, per il Consorzio Vicenzaè di cui è consigliere, di Vicenza Film Commission. Ma dall'attività dietro le quinte alla luce dei riflettori della storia televisiva diretta da Riccardo Milani, il passo è stato breve.
E così - folgorato sulla via della fiction - Robert, pardon Roberto Astuni si è trasformato in attore. Protagonista di una scena della serie Tv in quattro puntate, girata oggi, nel set allestito alla scuola elementare Mazzini in città, con Cristiana Capotondi.
Come racconta il diretto interessato, “tutto è nato per gioco” nel suo hotel a Sant'Eusebio, in una serata a tavola col regista Milani - che in breve tempo ha stretto un rapporto che si può ben dire di amicizia con il nostro eroe - e con altri componenti della produzione, in uno dei primi giorni di riprese.
Astuni non avrebbe nascosto il suo desiderio di poter fare la comparsa in qualche scena della fiction, come le altre circa 700 persone selezionate dal casting per “fare da contorno” agli attori protagonisti, e Milani, come ogni regista che si rispetti, nell'occasione lo avrebbe “inquadrato” già senza cinepresa.
“Il giorno dopo - riferisce mister “Alla Corte” - mi chiama il responsabile del casting, che si chiama Elvis, e mi dice: “Roberto, ho due notizie per te: una bella e una brutta. Quale vuoi per prima?” E io: “Dimmi prima quella brutta”. E lui: “Ha detto Milani che non puoi fare la comparsa”. In quell'attimo ci sono rimasto molto male.”
“Ma subito dopo - continua il nostro - è arrivata la notizia bella: “Devi fare un piccolo ruolo, che Milani ha pensato per te solo guardandoti”...”.
E quale ruolo può attagliarsi a uno dei nomi di spicco della promozione del territorio bassanese in chiave turistica, in una storia televisiva ambientata nei decenni passati? Un portiere di albergo degli anni '50? Una guida turistica degli anni '60? Un ristoratore degli anni '80? Nossignori: niente di tutto ciò.
“Il mio ruolo - rivela Astuni - è quello di un professore di scuola superiore, presidente della commissione d'esame che nel 1968 dà la maturità al personaggio interpretato dalla Capotondi. Mi è subito arrivata la sceneggiatura per la mia parte. Scena n. 167, inserita nella prima delle quattro puntate.”
“Io sono un professore che esamina la Capotondi, che in questo momento della storia ha 19 anni, e ascolta la sua relazione di chimica e fisica - mi confida -. Io le dico che con piacere le assegno la maturità, guardando prima i colleghi della commissione che annuiscono positivamente."
"Quindi - mi anticipa ancora - faccio il discorso di proclamazione, dicendole che è raro trovare studentesse che si impegnano come lei, stringendole calorosamente la mano. Anche se siamo nel '68, non sono un professore “contestatore”. Ho già più di 50 anni e sono nato nel 1915...”
Professor Astuni: chi lo avrebbe mai detto?
Promosso da possibile comparsa ad attore del cosiddetto “cast secondario”, il presidente degli Albergatori di Bassano del Grappa - come un autentico De Niro de noantri - si è totalmente immedesimato nella parte. Ha recuperato dall'armadio un suo vecchio vestito con giacca e cravatta risalente agli anni '60, che i costumisti hanno dovuto solo parzialmente riadattare. Ha aggiunto al suo “kit del personaggio” un paio di occhiali originale del 1967, messogli a disposizione da un Museo dell'Occhiale privato di Pederobba.
E poi il coup de théâtre: per essere ancora più credibile nelle vesti di un commissario d'esame di fine anni '60, il novello “prof” televisivo si è procurato una penna Montegrappa originale del 1965, proveniente dal museo personale del suo amico Gianfranco Aquila, patron dell'azienda bassanese produttrice di “strumenti da scrittura”. “Questa sì che è professionalità”, ha commentato in un messaggino al cellulare l'amico regista.
Ma ricostruirsi il look in stile '68 (capelli e basette compresi) non è sufficiente: bisogna anche imparare a memoria le battute.
“Lo studio della parte è stato veramente molto difficile - confessa il co-promotore del marchio d'area Territori del Brenta -. Me la sono ripetuta e ripetuta mille volte. L'altro giorno sono stato assieme tutta la mattina a Alessio Boni, che è uno degli attori protagonisti, e gli ho chiesto: “ma come fate voi a ricordarvi tutte le battute?”. Alessio ha letto la mia parte, ha girato il foglio e l'ha ripetuta tale e quale. Mi sono “arrabbiato” con lui: “E' da settimane che io non dormo la notte per studiare la parte, e tu la fai in un secondo!” Ho capito quanto è grande la capacità degli attori di memorizzare le scene. Lui comunque mi ha insegnato qualche trucco del mestiere.”
E oggi finalmente, per Astuni, è stato il D-Day.
“Appuntamento a mezzogiorno alla scuola Mazzini, per la prova di trucco e parrucco - mi racconta -. C'era da aspettare, e sono andato a bere un caffè al Trevisani con Stefania Rocca, che nella fiction fa la madre della Capotondi. Anche a lei ho espresso il mio timore di non ricordarmi la parte. Lei ha preso il foglio con la mia scena e davanti al caffè mi ha insegnato una tecnica di apprendimento veloce delle battute. Anche Alessio Boni è stato nuovamente gentilissimo: mi ha messo a disposizione il suo camerino.”
A suo agio fra le star, verso le due del pomeriggio il “prescelto” per il ruolo di presidente di commissione è entrato finalmente in scena nell'aula del ricostruito esame di maturità: l'unico truccato e microfonato, tra i partecipanti alla scena medesima, assieme a Cristiana Capotondi.
“Non è andata bene, è andata benissimo” - commenta riguardo alla sua performance davanti alla cinepresa, al centro di una scrivania trasformata in cattedra. La scena - di fronte a un regista perfezionista come Riccardo Milani - è stata girata infatti solamente tre volte: le prime due fatte rifare non per battute “dimenticate” ma per altri dettagli, buona la terza.
“E' stata una grande emozione - si lascia andare il signor “marketing territoriale” dopo la fatica televisiva -. Quello che è stato davvero carino è stata la disponibilità e la passione dimostrata nei miei confronti da tutto il cast e da tutta la troupe. Mi hanno tutti incoraggiato, anche la Capotondi è stata carinissima. E alla fine Milani ha detto: “Stop! Un bell'applauso a Roberto Astuni!”...”
A futura memoria del suo giorno di gloria, il buon Robert si è fatto immortalare con Cristiana Capotondi con il “ciak” della scena girata assieme.
Foto subito postata nel suo profilo facebook assieme ad altre, tra cui l'immagine del foglio di scena in cui, alla voce “Secondary Cast” è indicato il nome: “Roberto Astuni - Attore”.
E' la nuova qualifica che si aggiunge alle altre che costellano le sue già plurime attività. Ora che si è lasciato lo schiocco del ciak alle spalle, l'albergatore in quel di Sant'Eusebio potrà tornare a dedicarsi alla gestione della sua impresa, alla promozione del territorio e al supporto all'organizzazione logistica della fiction di RaiUno, fintanto che la produzione rimarrà a Bassano.
Sono queste, adesso, le cose a cui pensare.
Per la nomination all'Oscar, c'è sempre tempo.

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