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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Special report

Cronaca

Bandiere ammainate

Ore 17: la Procura della Repubblica di Bassano, cancellata dal governo, chiude i battenti. Il commiato del procuratore Carmelo Ruberto, presenti in blocco le Forze dell'Ordine: “E' nostro dovere obbedire con fedeltà alle leggi della Repubblica”

Pubblicato il 13-09-2013
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Sono tutti schierati, in due file, nell'androne di ingresso di Palazzo Cerato, sede della Procura della Repubblica di Bassano del Grappa.
Magistrati, carabinieri (coi comandanti del Comando Compagnia di Bassano e di tutte le stazioni), Polizia di Stato, Polizia Giudiziaria, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Corpo Forestale dello Stato.
Di fronte a loro, sta parlando il dott. Carmelo Ruberto, da cinque anni procuratore della Repubblica di Bassano e investito nell'incarico per l'ultimo giorno, prima di trasferirsi provvisoriamente alla Procura di Vicenza.

Le due bandiere della Procura di Bassano vengono tolte e ammainate: si chiude (foto Alessandro Tich)

Un discorso di commiato, nel giorno della chiusura definitiva della Procura di Bassano - cancellata, come il Tribunale, dalla nuova geografia giudiziaria decretata dal governo e in vigore da domani -, e di ringraziamento ai collaboratori e agli investigatori che hanno condiviso in tutti questi anni la quotidiana attività della magistratura inquirente.
Un ultimo saluto che, nonostante il “nervo scoperto” rappresentato dalla perdita dei presìdi di giustizia in città, si distingue per il tono pacato e per il rispetto e la fedeltà alle istituzioni dello Stato.
“La nuova Cittadella della Giustizia, con i suoi 11.500 metri quadri - afferma il dott. Ruberto -, avrebbe avuto posto per 20 magistrati, più le relative segreterie e cancellerie. Uno studio dell'Ordine degli Avvocati di Bassano ha evidenziato che usufruendo dei nuovi spazi il Tribunale avrebbe potuto aumentare il Circondario, alleviando il lavoro dei Tribunali limitrofi che sono sicuramente in affanno. L'organico della magistratura nel Veneto è inadeguato rispetto alle esigenze del servizio giustizia. Sarebbe stata un'occasione storica per alleviare il lavoro degli altri Circondari.”
“Il progetto è fallito per ragioni che non conosco - continua il capo della Procura -, ma sono certo che queste ragioni non sono addebitabili alla realtà bassanese. Mi appello tuttavia all'articolo 54 della Costituzione, che parla della fedeltà che i cittadini devono avere alla Repubblica. Si tratta di diritti e doveri di fedeltà inviolabili, e tra questi c'è il rispetto delle leggi. E sottolineo il secondo comma dell'articolo 54 che si rivolge ai cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, che hanno il dovere di adempiere “con disciplina ed onore”. Mettendo da parte le nostre emozioni, dobbiamo credere nella trascendenza dei nostri comportamenti e della nostra fedeltà, e quindi della nostra onestà e dignità. Questo nostro obbedire alle leggi della Repubblica, per quanto non possiamo condividerle, produce del buono che forse vedremo un domani. Lasciamo comunque un esempio per chi ci guarda.”
“Questa Procura - prosegue il procuratore - è stata estremamente attenta alle istanze dei cittadini, innanzitutto di quelli colpiti da un reato, perché l'amministrazione della giustizia è servizio. Ma ha avuto anche estrema attenzione a salvaguardia totale dei cittadini sottoposti a indagini preliminari e quindi a giudizio. Sono sempre state rispettate le loro garanzie, con estrema e ferma convinzione. L'ho riscontrato nell'opera quotidiana dei miei collaboratori, i magistrati e il personale amministrativo: quest'ultimo, con 13 persone, sempre inadeguato per numero rispetto al fabbisogno. Le Forze di Polizia sono stati i fratelli con i quali abbiamo camminato assieme, uniti dal comune fine della tutela dei valori e dei diritti dei nostri concittadini. Sono contento di sapere che Bassano era e rimarrà affidata a persone competenti e generose.”
“Un grazie agli avvocati - conclude il dott. Ruberto -. Senza la loro presenza il processo si ridurrebbe a un simulacro, a mera ipocrisia. E un grazie al sindaco di Bassano del Grappa per la vicinanza e per l'impegno.”
“Non sono stato un sindaco fortunato - replica nel suo intervento il sindaco Cimatti -. Quattro anni e mezzo fa ho iniziato il mandato con l'esplosione della crisi, che ancora oggi non sembra essere risolta. La vicenda del Tribunale e della Procura è stato il colpo di grazia. Sul Tribunale sono stati detti fiumi di parole, e non voglio aggiungerne. Constato solo che molto spesso la politica non è solo interesse della comunità. Non c'è più questione di merito, ma di visibilità e salvataggio. Non mi faccio illusioni, anche dopo le ultime notizie sul ministro Cancellieri che si è detta disposta a un decreto correttivo e a salvare 8 tribunali se arriverà il parere unanime di Camera e Senato. Ma voglio vedere se il voto di approvazione arriverà da un parlamentare che rappresenta il territorio del nono tribunale.” “Riguardo all'articolo 54 della Costituzione - conclude il sindaco -, ci sono tanti politici che non si comportano con disciplina ed onore.”
Al termine dell'incontro, per gli avvocati, interviene l'avv. Luca Milano che parla a nome del presidente dell'Ordine forense cittadino Francesco Savio, di rientro dall'ennesima trasferta a Roma. Il rappresentante delle toghe bassanesi sottolinea “la massima lealtà dei magistrati, nei rapporti personali e anche in udienza.”
Sono le 17: i partecipanti all'ultimo incontro della Procura della Repubblica di Bassano del Grappa escono quindi in via Verci, chiusa per l'occasione al traffico e piena di automezzi delle Forze dell'Ordine parcheggiati nelle due file.
Tutti fuori, davanti a Palazzo Cerato, per assistere all'atto finale.
Dal balcone della Procura le due bandiere, italiana ed europea, che hanno simboleggiato il presidio di giustizia vengono tolte e ammainate.
Game Over.

Il 29 aprile

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