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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il taglio dei tribunali e le amnesie della Lega
Leghisti in prima linea contro la soppressione del Tribunale di Bassano. Ma si dimenticano che il taglio dei tribunali è stato sancito dalla legge delega approvata dalla maggioranza del governo Berlusconi
Pubblicato il 11-09-2013
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Il governatore del Veneto Luca Zaia lo aveva affermato nel corso della manifestazione sul Ponte di Bassano e lo ha ribadito nei giorni scorsi: “Il Tribunale di Bassano è la nostra linea del Piave”.
L'europarlamentare Mara Bizzotto, solitamente abituata al colore verde, questa volta vede rosso: “Cancellare il Tribunale di Bassano sarebbe una schifezza in piena regola”. Aggiungendo, con tono sprezzante verso Roma ladrona: “Ancora una volta lo Stato decide di tagliare le cose che funzionano e che servono ai cittadini, mentre lascia in vita i veri sprechi e i parassitismi che stanno portando alla rovina il nostro Paese”.
L'ex deputata Manuela Lanzarin invita a una “mobilitazione ancora più forte e compatta” e sottolinea che “il Nord non può piegare sempre la testa alle decisioni di uno Stato centralista che con una visione miope taglia servizi efficienti alla cittadinanza e soprattutto, nel caso di Bassano, spreca denaro pubblico.”

Foto: archivio Bassanonet
E non poteva mancare, in questa tempesta di dichiarazioni, il consigliere regionale Nicola Finco, da noi ribattezzato Full Metal Finco per il piglio bellicoso delle sue ultime esternazioni alla stampa: “Questo dev’essere l’inizio di una guerra, che ci trovi tutti in prima linea.”
Non c'è che dire: per i dignitari della Lega Nord di casa nostra la questione della soppressione del Tribunale di Bassano del Grappa (con proroga di due anni per il solo smaltimento delle vecchie cause civili) corrisponde, almeno a parole, a una vera e propria chiamata alle armi. E ne hanno ben donde, visto che il de profundis per il palazzo di giustizia e per la Procura della Repubblica della nostra città è stato decretato dal governo Monti e confermato dal governo Letta, entrambi Esecutivi invisi al Carroccio.
Va anche detto - collocazione politica a parte - che non ci vuole molto a prendere posizione contro la legge di riforma della geografia giudiziaria.
Sfido chiunque tra i nostri rappresentanti pubblici, a meno di un anno dalle elezioni comunali bassanesi, a dichiarare che “la soppressione del Tribunale di Bassano del Grappa è una cosa giusta” e “in linea con le esigenze di risparmio dello Stato”.
Anche perché tutto questo risparmio non si sa ancora da dove arriverà, e il comunicato dell'Unione Sindacale di Base di Vicenza - da noi riportato in un precedente articolo - la dice lunga sul grande caos che si prospetta all'orizzonte una volta che le cause legali bassanesi saranno trasferite nella sovraccarica e sottodimensionata (in termini di personale) sede del capoluogo berico.
Tant'è: le vibrate proteste elevate dal Brenta a sostegno del presidio di giustizia bassanese non hanno raggiunto il Tevere né minimamente scalfito le decisioni dell'Esecutivo. Una condanna a morte, per la vecchia e soprattutto per la nuova sede del Tribunale di via Marinali, firmata dalle due “ministre” della Giustizia che si sono succedute nell'incarico: al punto che la Cittadella della Giustizia di Bassano, ormai di prossima inaugurazione, potrebbe essere tranquillamente rinominata Palazzo Severino-Cancellieri.
Ce n'è quanto basta per trasformare il “caso Bassano” in un clamoroso esempio “della miopia e degli sprechi” dello Stato centralista.
Ecco perché, per restare sempre in tema di fiumi, la battaglia contro la cancellazione del Tribunale di Bassano rappresenta per la Lega Nord la “nuova linea del Piave”.
Peccato che gli esponenti del Carroccio, nel levare gli scudi contro il taglio del nostro palazzo di giustizia, soffrano di amnesia. Perché la tanto contestata riforma della geografia giudiziaria non è nata dal nulla, né è stata frutto di un'improvvisa folgorazione del professor Mario Monti.
L'inizio della fine
Tutto è iniziato, infatti, esattamente due anni fa: ed era in carica il IV° governo Berlusconi. La maggioranza dell'epoca - con la legge n. 148 del 14 settembre 2011 (“Manovra bis”) approvata dalla Camera e dal Senato - stabiliva “la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”. E tra le misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria, spicca “la riduzione degli uffici giudiziari sul territorio”.
Il provvedimento legislativo del 2011, al comma 2 dell'art. 1, dispone infatti che “Il Governo (...) è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza.”
E al primo posto, tra i “criteri direttivi” non derogabili delle legge delega 148/2011 troviamo la seguente disposizione: “ridurre gli uffici giudiziari di primo grado, ferma la necessità di garantire la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011”.
Tra le altre regole da seguire: “garantire che ciascun distretto di corte d'appello, incluse le sue sezioni distaccate, comprenda non meno di tre degli attuali tribunali con relative procure della Repubblica”.
Tenetevi bene a mente le due disposizioni di cui sopra, perché ai fini della successiva soppressione del Tribunale di Bassano risulteranno fondamentali.
Ebbene: la legge di delega al governo per le misure urgenti di stabilizzazione finanziaria e quindi per la riduzione degli uffici giudiziari sul territorio è stata approvata dalla coalizione di maggioranza del governo Berlusconi IV, di cui faceva parte anche la Lega Nord. E tra i banchi di quel parlamento che ha approvato la legge medesima sedeva anche l'allora onorevole del Carroccio Manuela Lanzarin.
Quello che è successo dopo, lo ricordiamo tutti: le dimissioni di Berlusconi nel novembre 2011 e l'immediato passaggio di consegne al nuovo presidente del consiglio Mario Monti. Il cui Esecutivo - in fatto di ridistribuzione degli uffici giudiziari, e nel nome di una spending review diventata in quel momento l'obiettivo prioritario - altro non ha fatto che mettere in atto la delega del parlamento.
E' stato il governo Monti, come ben sappiamo, a includere il Tribunale di Bassano del Grappa tra i palazzi di giustizia da sopprimere.
Ma l'elenco delle sedi giudiziarie di primo grado “condannate” dal ministero della Giustizia è risultato dalla concomitanza delle due regole inderogabili della legge delega sopra menzionate, che hanno ristretto l'ambito di intervento - sul totale dei 165 tribunali italiani - ai 37 tribunali da tagliare.
Tra i quali anche quello di Bassano, che ha scontato inevitabilmente il fatto di essere l'unico tribunale di primo grado in provincia oltre a quello del circondario della città capoluogo.
Dunque i governi Monti e Letta hanno messo in atto la riforma della geografia giudiziaria sulla base della legge delega, ma è stato il governo Berlusconi, con relativa maggioranza parlamentare, che ne ha preparato il terreno.
E allora: nel nome delle ultime, residue e fievoli speranze di recuperare uno straccio di tribunale in città, ben vengano le dichiarazioni degli esponenti della Lega Nord disposti a trasformare la difesa del Tribunale di Bassano nella nuova linea del Piave. Ma in riva al Tevere le cose sono andate diversamente.
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