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Mozione Ramelli in consiglio comunale a Bassano. La segretaria PD Di Pino: “Inaccettabile e ambiguo tentativo di revisionismo storico. Strumentalizzare a tale scopo la morte di un ragazzo come Ramelli è come ucciderlo una seconda volta”

Pubblicato il 16-05-2025
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“La donna che visse due volte” è il titolo in italiano di un celebre film di Alfred Hitchcock.
Ma per il Partito Democratico di Bassano del Grappa c’è anche “il ragazzo ucciso due volte”.
Si tratta di Sergio Ramelli, su cui sto scrivendo ormai l’ennesimo articolo, a cui sarà intitolato un luogo pubblico a Bassano del Grappa dopo la mozione di Fratelli d’Italia approvata ieri sera dal consiglio comunale.

La segretaria del Partito Democratico di Bassano del Grappa Maria Di Pino (archivio Bassanonet)

In un comunicato trasmesso oggi in redazione dal Circolo di Bassano del Grappa del PD, la segretaria Maria Di Pino parla senza mezzi termini di una mozione che non è stata “il ricordo di una vittima, ma la riabilitazione del neofascismo di allora”.
Mentre la consigliera comunale Paola Tessarolo interviene sul dato politico di una “maggioranza che si è spaccata, di nuovo, su una mozione proposta dagli stessi membri della maggioranza”.
Come dal testo che segue.

COMUNICATO

Ramelli: il ragazzo ucciso due volte.

Ieri il Consiglio Comunale, dopo una lunga e sofferta discussione e nonostante il chiaro imbarazzo di una parte della maggioranza, ha approvato una mozione per intitolare un luogo pubblico a Sergio Ramelli.
“La storia di Ramelli è tristemente nota: uno studente aderente al Fronte della Gioventù, massacrato di botte a Milano 50 anni fa. Gli assassini, appartenenti a formazioni di sinistra estremiste, illiberali ed antidemocratiche furono fortunatamente identificati e condannati - interviene Maria Di Pino, segretaria dem di Bassano -. In quei tempi, gli anni di piombo, molti furono gli omicidi di matrice politica oltranzista ed antidemocratica, che percorsero il nostro Paese come un virus. Un virus che la nostra Democrazia costituzionale seppe debellare.”
“Il giovane Ramelli però non solo non ha nulla a che fare con la nostra città, e questo è il meno, ma aderiva alla formazione giovanile del MSI, partito che fu erede più o meno dichiarato della RSI, quindi un partito neofascista, ed è proprio per questa sua appartenenza che oggi viene ricordato dalla destra che ci governa - continua Di Pino -. Ci piaccia o no ammetterlo, ma questa è la realtà.”
“Un consigliere di FdI - prosegue - ha affermato che la richiesta di intitolazione di un luogo pubblico allo studente Sergio Ramelli “è una questione identitaria", il che smentisce il presunto intento della mozione: ricordare insieme a quel ragazzo l'importanza della democrazia e condannare ogni forma di violenza, cose naturalmente pienamente condivisibili da tutti.”
“Dopo gli interventi dei consiglieri di Fratelli d’Italia la cosa si è rivelata per quel che è: non il ricordo di una vittima, ma la riabilitazione anche qui, anche nella Bassano del 26 settembre, del neofascismo di allora conclude - conclude Di Pino -. Lo scopo evidente è legittimare attraverso una vittima il neofascismo di allora per legittimarlo ancora oggi.”

“Va evidenziato un dettaglio non di secondo piano: la maggioranza si è spaccata, di nuovo, su una mozione proposta dagli stessi membri della maggioranza”, interviene Paola Tessarolo, consigliera comunale del Partito Democratico di Bassano.
Che prosegue:
“Abbiamo visto un consiglio comunale bloccato per oltre due ore, molto più di quello che è servito per discutere di Case di riposo, Pfas e di Bilancio. Eppure ad un certo punto, durante la sospensione, pareva essere arrivati all’accordo così da chiedere di ritirare la mozione per portare la discussione in commissione al fine di ricordare tutte le vittime delle violenze politiche, del terrorismo e delle stragi che hanno insanguinato l’Italia di quegli anni in cui parole d’odio avevano trasformato l’avversario in nemico da abbattere.”
“Quando siamo tornati in aula però qualcosa è cambiato, la maggioranza che si è attardata ha cambiato idea - aggiunge -. A questo punto è parso evidente che Fratelli d’Italia ha imposto il riconoscimento della “sua” vittima strumentalizzando a fini identitari un tema che poteva essere invece l’occasione per costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche.”
“Poteva essere, per il Consiglio della nostra città, un’occasione di unità e di elevazione morale in un tempo in cui valori come tolleranza, rispetto e confronto con l’altro chiedono di essere riaffermati, invece ieri abbiamo assistito solo a una rivendicazione di parte - conclude Tessarolo -. Stiamo per celebrare la ricorrenza del 2 giugno, la festa della nostra Repubblica fondata sulla Carta che è nata dal contributo delle diverse anime ideali che avevano posto fine agli anni della dittatura e della violenza nazi-fascista. Questa unità di intenti va tutt’oggi testimoniata.”

Quanto deciso ieri non ha per oggetto davvero la sola condanna di una morte assurda, inaccettabile, mostruosa di un ragazzo massacrato perché “fascista", purtroppo il tema continua ad essere il fascismo e l'antifascismo, ridotto a tifoseria, come se, tra l’altro, l’antifascismo possa essere un tema solo “di sinistra” anziché ciò che è: la spina dorsale della Costituzione e quindi della Repubblica, la sua base giuridica, ideale, culturale e morale.
“Si tratta - aggiunge la segretaria Dem - di un inaccettabile, al contempo ambiguo e scoperto tentativo di revisionismo storico dissimulato da amore per la democrazia: strumentalizzare a tale scopo la morte di un ragazzo come Ramelli è come ucciderlo una seconda volta.”

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