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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Addio ai monti

Romano d'Ezzelino fuori dalla Comunità Montana: un recesso che non costerà nulla al Comune. Il sindaco Olivo: “La nostra, una scelta presa in armonia con gli altri sindaci”

Pubblicato il 05-07-2013
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“Nessuno strappo o contenzioso”, ma “semplicemente una separazione con cognizione di causa”.
Il Comune di Romano d'Ezzelino dice addio alla Comunità Montana del Brenta, l'ente sovracomunale in procinto di trasformarsi in Unione Montana.
Una decisione che risale ancora allo scorso febbraio. Ed è di oggi un documento ufficiale della costituenda Unione Montana che specifica quanto costerà alle casse pubbliche di Romano la fuoriuscita dal gruppo dei Comuni aderenti all'organismo amministrativo con sede a Carpanè di San Nazario: niente.

Il sindaco di Romano d'Ezzelino Rossella Olivo. Foto: archivio Bassanonet

Una presa di posizione, come afferma una nota stampa dell'Amministrazione Olivo, che “oltre a non essere costata alle casse comunali, a cinque mesi dalla scelta si conferma essere stata in piena linea e armonia con tutti gli altri sindaci della comunità.”
“Serve coraggio per fare delle scelte e abbracciare cambiamenti che spesso spaventano ma si dimostrano invece essere positivi e necessari - spiega il primo cittadino Rossella Olivo -. In una situazione come questa dove la crisi economica e sempre maggiori tagli mettono in seria difficoltà le amministrazioni, impegnare il Comune per finanziare l’esistenza dell’Unione Montana mi sembra ingiusto e sbagliato. Non abbiamo molto da condividere con le altre realtà che la compongono, anche molto diverse dalle nostre. Pagheremo i servizi che l’ex Comunità montana ci garantirà, il tutto nel massimo rispetto di colleghi sindaci e in piena armonia con l’ente stesso. Non ci sono costi per la fuoriuscita e non ne avremo in futuro.”
“La legge regionale del 28 settembre 2012 ha stabilito la trasformazione delle Comunità Montane in Unioni Montane - spiega il documento riprendendo la normativa della Regione -. In particolare la legge ha riservato ai comuni con popolazione superiore ai 5mila abitanti la facoltà di recedere dalla Comunità montana entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge. Il Comune di Romano, facente parte della Comunità montana del Brenta e con popolazione superiore a 5mila abitanti, il 9 febbraio ha deliberato il recesso. Ciò comporta quindi la necessità di definire i rapporti giuridici tra la Comunità montana del Brenta e il Comune stesso. (…) Il Comune di Romano con il suo recesso conclude ogni rapporto organizzativo e amministrativo, restando sollevato da ogni responsabilità organizzativa, civile, amministrativa e contabile presente e futura.”
L’analisi dei rapporti finanziari procede tenendo conto tre aspetti fondamentali: “la spesa del personale attualmente in servizio in Comunità Montana che ammonta a 150mila euro annui, le spese di funzionamento del nuovo ente che tra riscaldamento, tasse e imposte potrebbero ammontare a 100mila euro e le risorse che potranno essere attivate per il funzionamento dell’Unione Montana e che si stimano essere di 150mila euro tra pubblico e privato. Comuni ma anche la politica montana del territorio montano del quale continua a far parte il territorio montano del Comune di Romano. La politica montana rappresenterà il 25 per cento dell’intera attività.”
Nessun costo e nessuna responsabilità verranno dunque accollati al Comune.
“Tuttavia - conclude il sindaco - il Comune di Romano conserva la qualifica di Comune parzialmente montano e continuerà a fare riferimento all’ex comunità montana per gli interventi di politica montana. Va inoltre specificata la disponibilità della nuova unione a gestire eventuali servizi in forma associata interessanti il Comune, ad esempio la pulizia di neve nelle zone montane, la raccolta rifiuti ecc. mediante l’istituto della convenzione che stabilirà modalità e ripartizione delle spese.”

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