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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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A Bassano sono circa 70 gli esercizi pubblici in cui si gioca d'azzardo e 24 i giocatori patologici in cura nelle strutture sanitarie. Il M5S di Bassano lancia una campagna per arginare il fenomeno e una petizione rivolta al sindaco

Pubblicato il 15-06-2013
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Rinascimento in bianco e nero

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato, trasmesso in redazione dal Movimento 5 Stelle di Bassano del Grappa:

COMUNICATO


MoVimento 5 Stelle Bassano del Grappa contro il gioco d’azzardo.

Il gioco è la terza industria in Italia, dopo Eni e Fiat. E’ un settore che non conosce crisi e aumenta ogni anno il suo giro di affari che è stimato in 76,1 miliardi di euro, ossia il 4% del Pil nazionale, a cui vanno aggiunti almeno altri 10 miliardi per quello illegale, in mano alle organizzazioni criminali.
Una cifra impressionante, in base alla quale ogni italiano, compresi nel computo statistico anche i neonati, spende ogni anno 1.260 euro per i giochi, ovvero 100 euro al mese, collocando il nostro Paese al primo posto in Europa e al terzo nel mondo tra i paesi che giocano di più. Sono dati importanti che confermano la propensione al gioco e alle scommesse di milioni di italiani Ma il gioco d’azzardo non era vietato? In effetti, lo era fino al 2001, poi, il secondo governo Berlusconi, con la “Legge dei cento giorni” per il rilancio dell’economia nazionale, ha “aperto la diga”. Nel giro di pochi anni, esecutivi di Destra e di Sinistra hanno praticato la cosiddetta “deregulation”, cancellando ogni residuo tabù nei confronti del gioco d’azzardo. Prima sono state aperte sale bingo e sale per le scommesse, poi, nel 2004 i Monopoli di Stato hanno affidato la gestione delle macchinette elettroniche (new slot e videolottery) ad alcune società private (Lottomatica, Snai….), dando così inizio al boom del gioco online.
Nel 2009 l’esecutivo, guidato ancora da Berlusconi, ha legalizzato perfino il poker, in nome dell’emergenza, ossia per finanziare la ricostruzione dell’Abruzzo devastato dal terremoto. Slot machine e videopoker hanno invaso i bar, sono comparse ricevitorie in ogni strada e sono
nati siti online che regalano promesse di ricchezza ventiquattr’ore su ventiquattro. Radio, tv, Internet reclamizzano continuamente il miraggio della fortuna che può cambiare il destino, che cancella miseria e preoccupazioni. Il Ministero dell'Economia ha fino ad oggi incrementato l'offerta dei giochi, prevedendo su questo fronte un aumento delle entrate erariali.
Ma c’è l’altra faccia della medaglia. Il denaro incamerato tanto rapidamente dallo Stato ha creato un nuovo problema sociale: il “mal di gioco”, ossia una forma di dipendenza, definita anche ludopatia e riconosciuta come malattia nel 2012 dal ex ministro della sanità Renato Balduzzi.
Una ricerca del 2012 del Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo) stima che in Italia vi siano 15 milioni di giocatori abituali e che tra questi 3 milioni siano a rischio ludopatia, mentre 800 mila risultano già i malati patologici in cura. A questi occorre sommare l’11 per cento dei giocatori minorenni (oltre 1 milione, secondo una ricerca Cnr), definibili patologici o a rischio. Questo è uno dei dati più allarmanti contenuti anche nel dossier “Azzardopoli”, presentato nel 2011 da Libera, l’associazione presieduta da Don Ciotti. Nonostante i divieti previsti per chi non ha compiuto 18 anni, avvertono i ricercatori, “è sempre maggiore il numero degli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni che spendono 30-50 euro al mese in 'gratta e vinci', scommesse, lotto, superenalotto e slot machine”.
E il problema è che in alcuni casi i baby scommettitori “finiscono con il diventare giocatori accaniti e patologici. Il gioco diventa una droga, per cui sono pronti a rubare in casa o anche fuori”. Nell'arco di pochi mesi, la percentuale degli under 19 che ha giocato in denaro almeno una volta in un anno è salita dal 40 al 47%, e a segnare l'aumento maggiore sono le ragazze, dal 29 al 36%, mentre i maschi passano dal 53 al 57%.
Il gioco, inoltre, coinvolge maggiormente le fasce più deboli e disagiate. Secondo i dati Eurispes, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati.
Le vittime del gioco d'azzardo, quindi, sono soprattutto anziani, che non riescono a stare senza schedine e si giocano la pensione appena riscossa, giovani che perdono la testa per il poker e disoccupati o operai in cassa integrazione che si giocano gli spiccioli dei lavori saltuari o i pochi soldi della disoccupazione, ma soprattutto si giocano la famiglia, gli affetti, il futuro, la speranza. Stroncati dalla crisi, affascinati dalle false promesse pubblicitarie, cercano un riscatto sociale che non troveranno.
Si è generata una sorta di follia collettiva che dilaga passo passo con la crisi del paese e inghiotte risorse smisurate. I costi sociali causati dai giocatori d’azzardo patologici comprendono anche i costi sanitari diretti per un ricorso al medico di base più alto (+ 48 %) rispetto ai non giocatori, i costi indiretti per la perdita di performance lavorative e di reddito (-28 %) e i costi per un peggioramento della qualità della vita: in totale si stima ammontino dai 5,5 miliardi ai 6,6 miliardi di euro.
Anche a Bassano del Grappa la tendenza è in linea con i dati nazionali, infatti, vi sono circa 70 esercizi pubblici dove si gioca d'azzardo e, in base ai dati raccolti nel 2012, è emerso che ogni giorno si giocano 140 mila euro, 940 mila euro al mese, 50,96 milioni di euro all'anno.
Ci sono, poi, già 24 giocatori patologici in cura presso strutture mediche per la disintossicazione. Questo vuol dire che nella nostra città ci sono 24 famiglie distrutte dal gioco. I giocatori in questione, infatti, hanno perso ogni cosa: terreni, case, aziende, risparmi e, ovviamente, l’armonia familiare. E’ necessario, quindi, informare la cittadinanza sui rischi derivanti dal gioco e soprattutto sulle iniziative che si possono attuare in un’ottica di prevenzione.
A tale scopo il Movimento 5 Stelle nazionale ha già presentato una proposta di legge in Parlamento che preveda:

- DIVIETO DI PROPAGANDA E PUBBLICITÀ per il gioco d’azzardo sotto qualsiasi forma.

- DIVIETO DELLA PARTECIPAZIONE DI MINORI ai giochi con vincite in denaro.

- DISTANZA MINIMA DI 300 METRI DEI GIOCHI da istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi,centri giovanili ecc.

Il 14 gennaio di quest’anno, inoltre, per contrastare questa “piaga sociale” è stato presentato a Milano il MANIFESTO DEI SINDACI per la legalità contro il gioco d'azzardo. Il Manifesto nello specifico prevede:
A- Una nuova legge nazionale fondata sulle riduzione dell' offerta del gioco.
B-Che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire gli ORARI di APERTURA delle sale da gioco.
C- La possibilità di dare parere preventivo e vincolante per l'installazione dei giochi d'azzardo.
D- L’impegno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili di contrasto al gioco d'azzardo.
Il Movimento 5 Stelle di Bassano del Grappa si attiverà, a partire da questa settimana, con una CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE su questo fenomeno, avviando una petizione per chiedere l’ADESIONE del SINDACO a questo manifesto.

Ufficio Stampa MoVimento 5 Stelle Bassano del Grappa

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