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Pedemontana, il governo annulla l'emergenza

Il Decreto sul riordino della Protezione Civile abolisce i commissari straordinari per le emergenze. La SPV passa così al regime “ordinario”. I presidenti di Veneto e FVG esprimono preoccupazione e l'on. Lanzarin presenta un emendamento

Pubblicato il 04-06-2012
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Ma cosa c'entra la Protezione Civile con la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta? C'entra, eccome: e anzi ha un ruolo fondamentale.
Tutto parte dalla famosa “Dichiarazione di stato di emergenza nel settore della mobilità del traffico e della mobilità nei territori delle province di Treviso e Vicenza” firmata il 31 luglio 2009 dall'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi: l'atto di governo che diede il colpo definitivo di acceleratore all'iter progettuale della SPV, inserendola tra le opere di emergenza richieste dal Paese e nominando commissario straordinario delegato per l'emergenza - su incarico appunto della Protezione Civile e dell'allora capo del Dipartimento Guido Bertolaso - il dirigente di “Veneto Strade” ing. Silvano Vernizzi.
Ma ora, sull'iter velocizzato dell'infrastruttura, si abbatte l'ennesimo decreto del governo Monti che riguarda il riordino della Protezione Civile e che prevede, tra le altre cose, l'abolizione della figura dei commissari straordinari chiamati dal governo a risolvere le emergenze.

Foto Alessandro Tich

Il che, in parole povere, significa che il commissario per la Pedemontana Vernizzi è in scadenza definitiva alla data del 31.12.2012 e che la costruzione della Superstrada a pagamento, a cantieri già ampiamente inaugurati, a fine anno passerà dalla fase straordinaria del regime “emergenziale” al percorso ordinario.
La novità preoccupa i presidenti di Veneto e di Friuli Venezia Giulia Luca Zaia e Renzo Tondo, che in una lettera congiunta al Presidente del Consiglio Mario Monti hanno richiesto una proroga degli stati di emergenza per le due opere viarie del Nordest attualmente commissariate: la Pedemontana Veneta e la terza corsia sulla A4 nel tratto Quarto d'Altino -Trieste.
“Nel Nordest - scrivono i due governatori - vi sono due infrastrutture, strategiche per l’intero Paese, i cui cantieri sono stati avviati dopo anni di difficoltà grazie alle dichiarazioni della stato di emergenza.” Zaia e Tondo sottolineano “il riflesso estremamente negativo che avrebbe il blocco di queste opere sull’economia delle nostre regioni e di conseguenza sull’intero Paese” e chiedono al Professore “la possibilità di derogare anche per la terza corsia e la Pedemontana Veneta consentendo, in tal modo, la regolare prosecuzione dei cantieri.”
Il Decreto è attualmente al vaglio del parlamento per la sua conversione in legge e domani proseguirà il suo iter d'esame nelle Commissioni.
Ed è qui che entra in gioco entra l'on. Manuela Lanzarin, deputato della Lega Nord, che “raccogliendo la richiesta inviata il 15 maggio scorso dai presidenti delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia” ha presentato oggi un emendamento all'art. 3 del Decreto che prevede di mantenere inalterati gli effetti delle due deliberazioni del Consiglio dei Ministri del 2008 e 2009 relative all'emergenza per la terza corsia sulla A4 e all'emergenza per la SPV.
“Come Lega Nord - spiega l’on. Lanzarin che domani sarà a Roma per la discussione dell’emendamento - anche nel passato ci siano sempre schierati apertamente per difendere il sistema organizzativo della Protezione Civile che ha sempre saputo dare risposte rapide, generose ed altamente professionali. Il riordino delle competenze con la gestione delle sole calamità naturali, permette al Dipartimento di non distrarsi ai grandi eventi. Riteniamo però fondamentale, vista l’importanza strategica delle due opere, proseguire spediti nella realizzazione con il Commissario straordinario, perché diversamente tutto rischia di incepparsi nelle maglie della burocrazia.”

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