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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
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L'incanto della scrittura
Pubblicato il 30-10-2008
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Le sue prime battute nel mondo letterario
Ho sempre amato la scrittura, fin da piccola. Sui banchi di scuola leggevo incantandomi davanti alle storie e scrivevo raccontini che venivano puntualmente pubblicati sul Corriere dei Piccoli. Quello con la parola scritta è stato un amore immediato, spontaneo e felice. All’Università di Padova collaboravo al Bo, il periodico degli studenti. Il mio Primo romanzo, “La tesi”, è stato subito molto apprezzato da Bino Rebellato, editore, poeta ed artista, un incisore. Il suo incoraggiamento mi ha stimolato a proseguire, a scrivere e a pubblicare ciò che scrivevo.
Spazio e tempo che dedica alla scrittura
Dedico molto tempo alla scrittura e alla lettura. E’ un tempo che scandisce le mie giornate. Trovo che sia giusto sottolineare l’impegno che comporta la scelta di dedicarsi a quest’arte: come tutte le altre necessita di applicazione, di costanza, di padronanza della tecnica, di dedizione. Amo il teatro, le arti figurative, la musica, mi appassionano la storia, i grandi autori del passato, ognuno di noi ha mille interessi che è giusto coltivare, ma ad un certo punto bisogna operare una scelta e privilegiare una delle proprie passioni, dedicarsi a questa con metodo e rigore. Lascio comunque la porta aperta per fare entrare il vento della musica, quello del teatro...
Progetti e lavori in corso
Sto scrivendo una raccolta di racconti per la Biblos. Il titolo sarà “Quattro variazioni sul tema”. L’ho preso a prestito dal linguaggio musicale per attribuirlo a storie diverse tra loro ma accomunate da un tema di fondo ripetuto che ho celato fra le righe. Lascio al lettore il piacere di scoprirlo.
Il suo rapporto con il web
Amo la carta, i libri, le annotazioni a penna. Da correttrice di bozze, abituata ad un lavoro certosino su testi di altri, mi piace il contatto materiale con ciò che consulto, con quello che produco. La fase della ricerca che accompagna la nascita di un romanzo è una componente preziosa, le dedico una cura particolare. Per “Lo sciatore” ad esempio ho intrapreso uno studio sul ladino che mi ha molto appassionato.
Letture per tutte le stagioni
Leggo con ammirazione gli scritti di autori ebraici come Joshua Abraham Heschel, i romanzi di autrici francesi come Marguerite Dura, gli scritti di Nadin Gordimer, di Natalia Ginzburg, di Robert Harris... tra i poeti amo sopra tutte le poesie di Giacomo Leopardi. Apprezzo molto tra gli scrittori locali Mario dalla Palma e il poeta Antonio Faccio.
Qualche consiglio per aspiranti scrittori
A tutti, anche ai nuovi autori che partecipano agli incontri de “Il Cenacolo”, mi piace far presente l’importanza della lettura, dell’impegno costante nella scrittura, della ricerca della pubblicazione. Cerco sempre di mettere il luce l’aspetto del rigore che richiede lo scrivere proprio per il profondo rispetto che nutro per quest’arte.
Un passo tratto da una sua opera, parole che le sono care
Sono affezionata alle prime parole e a quelle che concludono, che chiudono il cerchio delle storie. Cerco di curare in modo particolare gli incipit e i finali dei miei romanzi e dei racconti perché sono momenti importanti che scandiscono l’avvicinamento e di distacco da un libro. Da “Lo sciatore”:
“La neve era dura e compatta – perfetta -, sibilante fin dentro il cuore, quando Christian Dapunt si tuffò giù dal Col Alto per l’ultima discesa domenicale, aggredendo il muro a sci uniti, volando a serpentine strette fra le gobbe che brillavano come diamanti, nell’aria rossa del tramonto. Le lamine stridevano sotto i muscoli delle gambe, tesi nella tuta azzurra del maestro di sci di Corvara, vibravano per le flessioni e le distensioni durante i cambiamenti di pendenza e Christian Dapunt assaporò, quasi in apnea, l’ebbrezza della velocità, entro un alone di pulviscolo gelido.”
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